Grasshopper, Tami: “Puntare sui giovani è rischioso, ma necessario”
Il Basilea, sabato sera, vincendo al Letzigrund, ha strappato i primi punti al Grasshopper in casa. Finora, infatti, nelle precedenti 5 partite casalinghe, le Cavallette avevano sempre vinto. Un momento difficile, per i tigurini: tre sconfitte, negli ultimi tre incontri fra campionato e Coppa; 11 le reti subite, nessuna segnata. Un bilancio negativo, insomma, che preoccupa i tifosi, sempre meno numerosi allo stadio.
La classifica dice settimo posto, con 15 punti (uno in meno del Lugano), una differenza reti di -7 (tutto sommato in linea con le altre squadre situate nella parte destra della graduatoria), e la possibilità teorica di rientrare, comunque, nella lotta per le posizioni che contano (il Lucerna, quarto, ha 19 punti). Il problema, oggi, è il gioco: e le tre partite contro Young Boys (coppa e campionato) e Basilea hanno messe in luce le difficoltà dei biancoblù in modo impietoso. La difesa ha subito un numero di reti in doppia cifra, mentre l’attacco (che pure ha nomi importanti, come Munsy e Caio) sembra avere smarrito la via del gol. La partenza dei tigurini non è stata esaltante, ma ora sembra ci sia stata una regressione.
Ma che dice Pier Tami, l’ex tecnico della Under 19 rossocrociata, tra i più quotati della Svizzera? Teme per il suo posto? Ai microfoni della RSI, l’allenatore è stato piuttosto esplicito: “Un calo fisiologico era nelle previsioni. La dirigenza ha un progetto chiaro, che noi stiamo perseguendo, e sapevamo cosa ci aspettava quest’anno. È un progetto rischioso; la dirigenza ne è consapevole, ma si vuole, e si deve, andare in questa direzione. Vogliamo, naturalmente, fare un buon campionato. Però, soprattutto, lo scopo è inserire non solo uno, ma diversi giovani, che possano fare il salto di categoria.”
La squadra va spesso in svantaggio per prima, e nella prima frazione: “È vero, nei primi tempi spesso ci succede di andare sotto nei primi minuti dell’incontro. Purtroppo, dopo aver subito un gol, ci succede di subirne un secondo e, magari, un terzo, in pochi minuti. Lì contano molto l’inesperienza e la frustrazione che prende alcuni ragazzi, che non riescono a scuotersi subito. Ecco, ci terrei a fare rimarcare una cosa: sono in tanti che parlano di giovani, che dicono di far giocare i giovani. Andate a vedere i tabellini: quelle squadre, i giovani li tengono in panchina. Io, invece, li faccio giocare, li responsabilizzo. È un percorso che abbiamo intrapreso, e che vogliamo portare fino in fondo. Non saranno alcune partite storte che ci faranno cambiare strategia.”
“Non ci nascondiamo. Dobbiamo credere a questo progetto, perché non ce ne sono altri. Il club ha già detto che non potremo cercare rinforzi nella pausa invernale. Sarà importante vedere la squadra che fa progressi, che cresce, senza lasciarsi andare quando le cose diventano difficili, come sta succedendo in questo periodo. Non ci sono cose particolari che non funzionano. Molto più semplicemente, abbiamo incontrato degli avversari più forti di noi, e i risultati sono frutto delle forze in campo. Il momento non è facile, e se ne verrà fuori solo tutti insieme. Non sono preoccupato per il mio futuro, ma per i problemi della squadra. Ma, del resto, era una situazione attesa, e la società ne era consapevole da quest’estate.”
Insomma, un momento non semplicissimo, per il tecnico ticinese dei tigurini. Siamo comunque dell’idea che difficilmente la dirigenza del GCZ si priverà dell’allenatore, nativo di Clusone, vicino a Bergamo. Tami è l’uomo giusto per lavorare coi giovani, è un profondo conoscitore della Super League, è bravo a tenere insieme lo spogliatoio. Forse, in questa stagione, stanno mancando un po’ i senatori. Källström, finora, non ha incantato; Caio, dopo una buona partenza, si è un po’ perso, e anche a Munsy manca qualche gol. I giovani, in alcuni casi, hanno fatto vedere buone cose: tra gli uomini d’esperienza, l’islandese Rúnar Már Sigurjónsson ha finora giocato abbastanza bene, ma non così tanto da indirizzare la squadra verso l’alta classifica.
Al GCZ serve, soprattutto, un po’ di equilibrio in difesa, un centrocampo che sappia filtrare. La squadra, quando i ritmi si abbassano, riesce a dire la sua: è la compagine che ha subito meno gol di tutte nella ripresa. Davanti, tutto sommato, i tigurini sono in linea con le rivali (21 le reti segnate). Probabilmente, se Tami saprà dare un po’ di fiducia nei loro mezzi ai giovani, si vedranno delle buone partite. Da qui alla sosta, le avversarie saranno tutte alla portata delle Cavallette. La sera di domenica 11 dicembre, al Letzigrund, dopo la partita con il Lugano, vedremo la classifica. E, con noi, tecnico e dirigenza della squadra di Zurigo.