Editoriali

Milan, l’inizio del ritorno

Dalle stelle alle stalle in appena tre giorni. Il Milan di Montella, dopo la vittoria sulla Juventus nel fine settimana, crolla a Genova mancando le attese. Un fragoroso tre a zero per i grifoni, che ribadisce le incertezze di una squadra ancora in costruzione, formata da giovani di grande prospettiva ma orfana di punti di riferimento.

Si è da poco conclusa la decima giornata di Serie A che, a parte il pareggio del Crotone con la Fiorentina, ha messo in evidenza solo il patatrac dei rossoneri. Tutti i risultati arrivati dai campi hanno mantenuto fede, a grandi linee, ai pronostici iniziali tranne quello per la sfida della rivalsa, della conferma. Il turno infrasettimanale è beffardo, si sa, ma alcune scelte viste al Marassi non hanno dato seguito al roboante successo mediatico che il pilota e il suo aereoplanino avevano avuto dopo i tre punti contro la vecchia signora. Alcuni ricambi hanno toppato. Bastano Poli e Honda a destabilizzare alcune certezze tattiche che Montella aveva chiarito nelle scorse partite per far nascere nuovi dubbi su questo Milan.

I più sereni l’hanno definito come un normale stop in lungo un processo di crescita. Vero, ma vanno fatte alcune analisi: ad esempio Romagnoli e Paletta, effettivamente, chi sono? I due centrali stanno affrontando dignitosamente il campionato, soprattutto al netto delle previsioni, ma qualche erroraccio grava sulle spalle dei due azzurri. La gara con il Genoa ne è la sintesi. Una buona prestazione macchiata da due figuracce che costano caro ai compagni. Un rosso e una rocambolesca caduta (diventata immediatamente virale) stonano con le partite ordinate e pulite che avevano contraddistinto la coppia fino a ora. Da qui si passa a un’altra carenza della squadra: la panchina.

I pochi cambi pesano anche per un gruppo che deve affrontare una sola competizione. Le riserve non sono all’altezza dei titolari e in caso di infortuni o squalifiche Montella suda freddo. E l’abbiamo visto, ancora una volta, a Genova. Honda e Poli sono stati disastrosi. Il giapponese ha tenuto in gioco Ninković nell’episodio del vantaggio rossoblù, mentre il secondo si è mal integrato con tutto il reparto difensivo palesando una notevole fatica a giocare fuori ruolo. Nemmeno i cambi hanno sortito un buon effetto. Sosa, Gómez e Luiz Adriano non hanno inciso anche a causa dello scarso impiego che hanno avuto in stagione. Dati alla mano, balza all’occhio un enorme divario per minuti di gioco fra i calciatori più presenti dal primo minuto e tutti gli altri (circa 7.900 minuti rispetto 1.300). I numeri sottolineano la scarsa fiducia che ripone il mister nelle seconde linea.

Oltre a mancare una polposa panchina mancano delle figure chiave, d’esperienza. Romagnoli, Donnarumma, Locatelli, Niang rappresentano lo zoccolo duro, tutto under 22. Apprezzabilissimo, ma aspettiamoci qualche scivolone. Investire di responsabilità ragazzi giovani e italiani fa solo bene al nostro calcio ed è lo spirito giusto col quale rifondare una società orfana addirittura di un presidente. Gli errori e difetti di questo Milan sono alla mercé di tutti perché banali, ingenui ma sani. Non aspettiamoci troppo dai rossoneri, qualsiasi risultato che riusciranno a raggiungere sarà grande perché costruito su basi solide. Sembrerà poca roba per uno dei club più titolati al mondo ma non la è affatto. È solo l’inizio. Anzi, l’inizio di un grande ritorno.

 

Published by
Eugenio Cignatta