Malmö campione, dunque, con due giornate di anticipo, davanti a qualche migliaio di tifosi, giunti apposta dalla Scania. Giù il cappello, ora, e via ai festeggiamenti di una vittoria storica, perché (essendo la 19/a) sancisce il sorpasso sul Göteborg. Hanno vinto i più forti. Ha vinto la squadra che abbiamo visto, davanti ai nostri occhi, passare con autorità sul campo dell’unica rivale ancora in lizza. Gli Himmelsblått, con la loro quarta affermazione dal 2010, di fatto stanno creando un ciclo che, in Svezia, avevamo visto, l’ultima volta, negli anni ’90 del secolo scorso, proprio coi Blåvitt.
I biancocelesti, in un torneo che (come abbiamo scritto più volte) era livellato verso il basso, hanno vinto soprattutto grazie agli scontri diretti: 2 su 2 contro Norrköping e Göteborg; una vittoria, e un pari in trasferta, contro l’AIK. Certo, contro la squadra del rude Lennartsson, un’affermazione è arrivata a tavolino: tuttavia, la partita in questione è stata forse più decisiva per i biancoblù i quali, da quel momento in poi, non sono più stati capaci di lottare per il primo posto. È anche vero, però, che i loro problemi (soprattutto in difesa) sono andati ben oltre quella sconfitta, occorsa in primavera, quindi con ancora tanto tempo per rimediare.
Allan Kuhn, alla prima esperienza di rilievo, ha vinto anche grazie alla sua capacità di tenere insieme la squadra nei momenti difficili. Si è inventato mosse inedite, come Yotún all’ala destra, nel momento cruciale del torneo. Ha dato fiducia a un giocatore, importante ma a fine carriera, come Markus Rosenberg, che lo ha ripagato facendo da chioccia all’islandese Kjartansson e a Jeremejeff, non più giovanissimo (è un ’93), ma alla sua prima volta in un club di prima fascia.
Rosenberg, che è ancora un idolo tra i tifosi, è stato anche protagonista di prestazioni di rilievo: su tutte, la partita di ritorno con il Göteborg, che ha risolto con un paio di colpi del suo repertorio. Che dire poi, del bravo e vanitoso Berget, fondamentale in questo finale di stagione? Domenica, il giovanissimo Svanberg ha fatto una grande partita: e così, il numero 32 dei biancocelesti si giocherà, con il coetaneo Isak, il titolo di più grande e giovane talento esploso in Svezia quest’anno. Per ora, ci sembra più completo il ragazzo dell’AIK; ma il tempo, crediamo, saprà darci la giusta risposta.
Anche Rakip (una rete pesantissima, in pieno recupero contro l’Elfsborg, che ha consentito alla sua squadra di rimanere agganciata alla testa della classifica) ha fatto una bella stagione, così come Adu. Safari, tornato in Svezia da Basilea, a campionato in corso, ha dato il suo ottimo contributo a chiudere a chiave la retroguardia. Christiansen, partito piano, è via via cresciuto col passare delle settimane.
Fondamentale, ovviamente, il contributo di gol di Kjartansson, che potrebbe vincere la classifica cannonieri pur essendo stato ceduto (14 centri: è ancora primo e da solo, anche se è ora incalzato da Prodell dell’Elfsborg, che ha due partite per sorpassarlo), e di Magnus Wolff Eikrem (15 gli assist, per lui). In molte occasioni, è stato decisivo anche il portiere Wiland. Pur non essendo più giovanissimo (classe 1981), ha grandi meriti nei pochi gol subiti dai neocampioni di Svezia. In questo torneo, un buon estremo difensore è fondamentale: anche il Göteborg, con un portiere migliore, secondo noi avrebbe potuto dire la sua.
Infine, più di un commentatore ha voluto attribuire molti meriti della vittoria anche al Direttore sportivo Daniel Andersson. Sua, infatti, la scelta di portare Kuhn sulla panchina degli Himmelsblått, nonostante i molti dubbi della tifoseria. Sua la decisione, nella fase cruciale della stagione, di puntare su Jeremejeff, cedendo il capocannoniere Kjartanson. Una scelta coraggiosa, e controcorrente, che gli attirò diverse critiche. Insomma, Andersson è un direttore sportivo che molto spesso colpisce nel segno. Anche quando le scelte sono controverse. È vero, nel calcio il denaro conta. E a Malmö ne hanno, questo è indubbio. Ma serve anche capire di calcio, per vincere. E in Scania, c’è gente che ne capisce.
Per finire, chiudiamo con la canzone cantata dai tifosi biancocelesti, che abbiamo visto seguire, in grande e numero e con passione, la squadra, in occasione delle trasferte decisive: “Min far han sa, att i Malmö stad, spelar ett lag, som är så jävla bra, färgen är blå, den är vacker som få. Kom här min påg, så kommer du förstå”. (“Mio padre mi ha detto che nella città di Malmö gioca una squadra maledettamente forte. Il colore è blu, è bella come poche. Vieni qui ragazzo mio, e capirai.”)