ESCLUSIVA MP – Erika Campesi: “Noi donne non siamo valorizzate”
All’Inghilterra e ritorno: è questa la strada che ha compiuto Erika Campesi, giovane centrocampista italiana classe 1993 in forza alla Jesina e con un passato in Inghilterra dove ha indossato le maglie del Tottenham e del West Ham. Noi di MondoPallone abbiamo deciso di intervistarla per parlare di calcio nostrano e di calcio straniero.
Buongiorno Erika. Parliamo in primis di te e della tua carriera. Da quanto tempo giochi a calcio? Come è nata questa tua passione?
Buongiorno e grazie dell’intervista. Ho iniziato a calcare i primi campi all età di 7 anni. È una passione che mi è stata trasmessa da mio fratello.
Quale è esattamente il tuo ruolo? Quali sono i tuoi punti forti e le tue caratteristiche principali?
Nasco come esterno di centrocampo ma mi sono sempre adeguata a giocare dove serve, anche nel ruolo di terzino e di centrocampista, dove ho giocato per gli ultimi due anni al West Ham. Sono una che in campo non molla mai. Una delle mie caratteristiche principali è proprio l’essere aggressiva e soprattutto altruista.
Dopo l’esperienza con la Torres hai deciso di partire per l’Inghilterra destinazione West Ham. Cosa ha portato a questa tua scelta?
Due stagioni con la Torres dove ho capito che era tempo di nuovi stimoli. Sono approdata in Inghilterra, prima col Tottenham per andare poi al West Ham. Esperienza bellissima e soprattutto da rifare.
Come viene vissuto il calcio femminile in Inghilterra? Da oltremanica che dimensione assume il calcio femminile in Italia?
È un calcio diverso basato sul fisico e sulla corsa. Le strutture sportive sono condivise con gli uomini della squadra e hai praticamente tutto a disposizione.
Sei rientrata quest’anno a casa nella “tua” Torres ma la squadra sarda non è riuscita a iscriversi al campionato di Serie B e sei approdata alla Jesina. Cosa è successo in Sardegna?
Terminata quest’esperienza ho fatto un provino con il Tenerife ma a questa ho scelto di tornare in casa Torres. Progetto bellissimo con Tore Arca allenatore e non potevo dire di no. Poi non so cosa sia successo davvero ma la Torres non ha più potuto fare la B. Approdata alla Jesina ad agosto ho subito avuto modo di conoscere la squadra e di ambientarmi con le nuove ragazze, una squadra giovane con grandi capacità.
Il calcio femminile in questo momento è in una fase di grande trasformazione e di potenziale crescita. Come la vedi “dall’interno”? Secondo te si sta facendo tutto il possibile o manca qualcosa?
Credo che manchi proprio questo in Italia, noi donne non siamo valorizzate.
Quest’anno militi nella Jesina, formazione neopromossa che presumibilmente dovrà lottare per non retrocedere dalla Serie A. Quali sono, secondo te, i punti forti della squadra e quali i punti deboli? C’è qualche compagna che secondo te è la punta di diamante della formazione?
La Jesina è una squadra giovane con grandi capacità, in Serie A da quest’anno ma con la voglia di fare bene e migliorarsi. Ci sono giovani promettenti come ad esempio Porcarelli e Polli che possono fare strada.
L’ultima domanda è per te: cosa vede nel futuro per sé Erika Campesi?
Per quanto riguarda il mio futuro spero di continuare a fare strada nel calcio e raggiungere i miei obiettivi e soprattutto realizzare i miei sogni tra cui la Nazionale.