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Veikkausliiga – Il campionato finlandese lo vincono… gli svedesi

Dici Finlandia e generalmente non pensi al calcio. Se proprio si vuole parlare di sport, al limite, balza alla mente il rigoroso e glaciale Mika Häkkinen, di cui ricordiamo la classe cristallina alla guida e la verve non proprio da guitto d’avanspettacolo, ma se ordinassimo al nostro cervello di limitarsi esclusivamente allo jalkapallo, cosa potrebbe venirci in mente?

Jari Litmanen, il fuoriclasse finnico, sicuramente, al pari di Sami Hyypiä, detentore di quattro coppe europee col Liverpool. Magari qualche milanista potrebbe estrarre dalla memoria quel Tihinen che condannò i rossoneri a San Siro nel 2009, in quel Milan-Zurigo di Champions League. Non certo la squadra professionistica delle Isole Åland, l’IFK Mariehamn, che ieri pomeriggio ha potuto mettere nella propria bacheca il suo primo “scudetto”.

Un successo poco pronosticabile, non solo per la diversa caratura rispetto ad altre squadre maggiormente attrezzate per la lotta al titolo, ma proprio per la storia del piccolo club isolano, sia se si parla in maniera spicciola di risultati (in Veikkausliiga dal 2005, il quarto posto come miglior piazzamento), sia se si delinea che cos’è e cosa rappresenta questa squadra.

Mariehamn sorge su uno dei 6.500 brandelli di terra emersa che compongono l’arcipelago delle Åland, di cui è la capitale. Undicimila anime che guardano geograficamente verso Stoccolma, ma verso Helsinki per quanto riguarda le politiche governative. Undicimila persone che parlano svedese, ma festeggiano l’indipendenza finlandese il sei dicembre. Undicimila sportivi in estasi per un risultato storico, che li fa festeggiare nel loro meraviglioso territorio autonomo, neutrale e demilitarizzato.

Una vittoria meritata e guadagnata giornata dopo giornata, con un ultimo atto da brivido. Tutto il lavoro svolto poteva crollare da un momento all’altro, poiché alle spalle premevano sia l’HJK, dominatore di ben 27 campionati, sia il SJK, campione in carica. Alla fine, tutto liscio: a piegare l’Ilves Tampere ci hanno pensato Bobbie Friberg, svedese di origine capoverdiana, e il brasiliano di scandinavia Diego Assis. Sì, una sola nazionalità definita non basta nemmeno ai giocatori ingaggiati da questa splendida realtà calcistica.

Basta dare un’occhiata alla rosa. Quattro svedesi che si sentono praticamente a casa loro, due keniani a centrocampo, il già citato brasiliano adatto ai climi freddi, un bomber finlandese nato sovietico e uno giamaicano che ha trovato equilibrio e reti in un’altra isola. Tutti attenti alle direttive del capitano, l’indigeno Jani Lyyski, e tutti agli ordini dei due allenatori Peter Lundberg e Kari Virtanen. Un figlio di Gustavo Vasa e uno di Mannheimer: il modo perfetto per portare la storia del calcio nella città fondata dai russi, governata dai finlandesi e che parla svedese.