Primo Piano

Torna l’NBA: la Pacific Divison

La Pacific Division sarà senza Kobe Bryant. Già questo basta per intristire i più romantici della palla a spicchi. Inoltre, gli scontri più “interessanti” saranno quelli per evitare l’ultimo posto. Fra Suns, Kings e Lakers sarà un’aspra lotta per decidere chi mostrerà il basket più piacevole (o meno orribile, fate voi). Sarà l’anno dei Clippers? Forse, è presto per dirlo. L’unica certezza rimangono i Golden State Warriors, ancora più affamati dell’anno scorso.

GOLDEN STATE WARRIORS – La crème de la crème. La miglior squadra della Lega è di San Francisco. Nella passata stagione, il mostro LeBron infranse il sogno dei ragazzi di Steve Kerr di vincere il secondo titolo consecutivo. In risposta alla stoppatona su Iguodala, frame principe delle Finals 2016, in estate è arrivato un volto nuovo: nientepopodimeno che Kevin Durant. Con il nuovo innesto, oltre agli arrivi di West e Pachulia, i Warriors sono ufficialmente i nemici da battere. “Corri e spara” è il diktat che seguiranno anche quest’anno, grazie a un gruppo duttile, rapido e completo. Le diverse opzioni a disposizione di coach Kerr metteranno in difficoltà qualsiasi tipo di difesa che incontreranno. Hanno lunghi e corti, tutti tecnicamente eccellenti e tatticamente preparati. Le triple di Curry, la grinta di Green e l’eclettismo dell’ex Oklahoma saranno il biglietto da visita di Golden State. Ah sì, ci saranno anche Klay Thompson, Andre Iguodala e Shaun Livingston. Il quintetto base lo lascio decidere a voi.

LOS ANGELES LAKERS – Siamo appena entrati nel 21 after Kobe, il primo anno dal ’96 senza Bryant. Non che negli ultimi tempi la leggenda dei Lakers fosse stata decisiva per piazzamenti importanti nella Lega, ma non vedere la numero 24 sul parquet farà un certo effetto. Il fallimento è il primo obiettivo da evitare a Los Angeles ed è di questo avviso anche coach Walton. Avete letto bene, coach. Il giovanissimo ex vice di Kerr ai Warriors è stato scelto come successore di Scott per plasmare un gruppo di ragazzi dal talento solo, per ora, intravisto. Il modello dei Golden State è lontano, ma un play come D’Angelo Russell è un ottimo punto di partenza per costruire qualcosa di concreto. Se gli uniamo l’ottima percentuale realizzativa di Randle, la punta della freccia si fa più acuminata. Sotto canestro Mozgov farà volume recuperando qualche palla sporca utile al 32enne Loul Deng, arrivato da Miami come punta di diamante (almeno così recita il suo quadriennale da 72 milioni di dollari). Non mettiamo fretta a questa franchigia: ha vinto tutto per tanto tempo, ora vanno aspettati.

LOS ANGELES CLIPPERS – Se la vedono sicuramente meglio dei cugini famosi. Come ogni anno, possono essere la rivelazione dell’NBA. In effetti, ormai sarebbero la vera sorpresa a furia di aspettarli. La squadra è solida e si conosce a meraviglia. Chris Paul e Blake Griffin sono l’asse sulla quale punta Doc Rivers per abbattere finalmente quella sfortuna che accompagna i Clippers ogni anno. DeAndre Jordan, medagliato d’oro in agosto, sembra essere a un passo dalla consacrazione ufficiale a terzo violino. E se anche J.J. Redick continuerà a fare il cecchino, siamo di fronte a una delle migliori tre della Western Conference. Qualcosa da limare, però, c’è. Bisogna migliorare il rendimento difensivo e soprattutto essere più precisi in lunetta. I ragazzi di Doc sono tra i peggiori della lega malgrado un roster che comprende parecchie mani fatate. La panchina lunga, invece, è uno fiori all’occhiello della franchigia di Los Angeles. Pierce e Crawford dicono niente? L’esperienza di Paul è definibile come gargantuesca, mentre il secondo è stato eletto miglior sesto uomo lo scorso anno. Nulla da aggiungere, l’obiettivo sono le Finals.

PHOENIX SUNS – Partiamo da un presupposto: fare peggio della scorsa stagione è difficilissimo. Ma se c’è una squadra che può riuscirci sono proprio loro stessi, i Suns. L’inizio non sarà facile. Phoenix è una squadra giovanissima, allenata da un coach con poca esperienza come Earl Watson. L’obiettivo è quello di far crescere il più in fretta possibile i giocatori del roster, sperando in qualche piacevole sorpresa. Come l’arrivo di Bender ad esempio, uno dei centri più talentuosi approdati quest’anno in NBA. Lo stesso vale per Marquese Chriss, ala grande con piedi veloci e mani educate, ottava scelta della franchigia dell’Arizona. Se Bledsoe avrà più fortuna con gli infortuni sarà lui a dettare i tempi per una pallacanestro veloce, mirata ad aprire il gioco per cercare soluzioni dalla distanza. Brandon Knight permettendo, visti le sfortune che lo hanno costretto in infermeria per parecchio tempo. L’unica nota positiva che potrebbe confermarsi è Davin Booker, tiratore micidiale e futuro punto di riferimento dei Suns. Phoenix, probabilmente, combatterà per non finire ultima nella Pacific Division.

SACRAMENTO KINGS – Sono la squadra più ingarbugliata della Lega. Litigi tra staff e giocatori chiave, licenziamenti, numeri disastrosi e il mancato arrivo ai Playoff è stato lo spettacolo offerto dai Kings ai tifosi la stagione passata. E il futuro non sembra più roseo. La partenza di Rondo, direzione Chicago, ha lasciato un vuoto colmato solo in agosto con l’arrivo di Ty Lawson e Afflalo, nuova guardia, è l’unico vero acquisto degno di nota della franchigia californiana. Molte scelte societarie sono state discusse, in particolar modo quelle sui giovani. Con il Draft sono arrivate facce nuove nei ruoli della squadra più coperti. Chiedere a DeMarcus Cousins, stella del gruppo, per delucidazioni. Coach Joerger avrà una bella gatta da pelare quest’anno. Lavorerà tantissimo sulla difesa, la peggiore della Lega, cercando di fare più canestri possibili dalla corta distanza, sfruttando la fisicità del roster. Nel migliore delle ipotesi, la stagione servirà a gettare le basi per un progetto serio e lungo termine, cosa che manca a Sacramento da anni. Insieme ai Lakers e ai Suns si giocheranno gli ultimi posti ad Ovest.

Vincono i Warriors a mani basse. Solo i Clippers potranno impensierire i ragazzi di Kerr che, salvo imprevisti, arriveranno tra le prime quattro posizioni dell’intera Lega. Tra Lakers, Kings e Suns non si sa chi è messa peggio. Se quelli di Los Angeles imbroccano un paio di vittorie potrebbero fare meglio di Sacramento e Phoenix, fanalini di coda della Pacific Division.