Torna l’NBA: la Northwest Division
La Nortwest Division dopo l’addio di Durant a Oklahoma sarà una delle “minileghe” più interessanti dell’intero panorama NBA. Tranne con l’eccezione di Denver (ma non diciamolo al Gallo) tutte hanno i requisiti necessari quantomeno per piazzarsi ai playoff, cosa però per niente facile in Western Conference. Attenzione alla fame di Westbrook, già leader dall’anno scorso sul campo e fuori di OKC, squadra non più da titolo ma che può dire la sua in postseason. Ormai non più rivelazione i Blazers di Lillard, forse i più forti del girone, in crescita invece Utah e Minnesota, da questi ultimi soprattutto si aspettano grandi cose.
OKLAHOMA CITY THUNDER – Delusa ma agguerrita. L’anno passato si è quasi sfiorato il titolo, non fosse stato per il suicidio contro i Warriors. Forse proprio questo ha portato Durant a cambiare aria e a cercare di mettersi l’anello al dito con più facilità. Westbrook, compagni e tifoseria ovviamente questo non lo perdoneranno mai al 35 di Okc e avranno stimoli in più per far bene. Si aspettano sul piano new entry cose buone da Oladipo e Ilyasova oltre che a un’ulteriore crescita di Adams, ormai secondo violino dopo il numero 0 di Okc. Buona la panchina con giocatori del calibro di Kanter,Roberson e Morrow. Per i playoff, almeno, i grandi delusi dell’estate ci sono eccome.
DENVER NUGGETS – Squadra che funziona non si cambia. Il problema è che di programmazione e meccanismi affidabili la franchigia del Colorado non è che ne abbia più di tanti. Coach Malone spera nella crescita definitiva del play Mudiay e nel talento di Gallinari e Harris oltre alla fisicità di Faried. Importante anche il ritorno di Chandler, ma, a ovest la lotta sarà durissima e soprattutto lo scarso roster non aiuta di certo Denver. Una panchina composta da Murray,Lauvergne, Nelson e Nurkic non gli dovrebbe permettere di arrivare più in alto di quanto sperino. Il coraggio e il talento c’è ma per arrivare lontano spesso non basta.
MINNESOTA TIMBERWOLVES – I ragazzi si faranno. Secondo tutti gli addetti ai lavori Minnesota è la squadra in prospettiva più interessante del panorama NBA. Ma quando esploderà? E soprattutto espolderà? Presto a dirlo, ma il talento in roster è immenso. Non peserà l’addio di Garnett che resterà a chioggiare Towns. Sarà l’anno della consacrazione per Wiggins e forse della rinascita per Rubio. LaVine ha l’opportunità di smentire che è solo uno showman player e quest’estate ha già fatto intravedere buonissime cose. Dalla panchina per coach Thibodeau l’arrivo di Hill e del draftato Dunn può essere la chiave per arrivare ai tanti sognati playoff. Minnesotà può farcela e l’ex coach di Chicago è l’ideale per far crescere giovani con grandi prospettive.
UTAH JAZZ – Classe a suon di blues. Un’altra squadra molto interessante quella di Salt lake City. Coach Snyder avrà a disposizione un roster di tutto rispetto questa stagione. L’arrivo di tre volponi come Diaw, Hill e Johnson farà la differenza assieme all’uomo franchigia Hayward e allo stoppatutto Gobert. Importante sarà anche il contributo che riuscirà a dare Exum, qualora dovesse recuperare del tutto la forma oltre a Burks pronto come sempre a dire la sua entrando dalla panchina a spaccare la partita. Non sarà la squadra che lottava contro i Bulls di Jordan con Stockton e Malone ma questa Utah ha credibilità e nel futuro prossimo ha tutto per poter far bene. Ottavo posto a ovest non una chimera.
PORTLAND TRAIL BLAZERS – Mai più sottovalutati. Tutta la lega dopo l’ennesima prova di carattere adesso ha rispetto dei Blazers che dopo essersi smantellati nell’estate del 2015 sono riusciti a sorprendere tutti e a fare la postseason contro tutti i pronistici. Un uomo solo al comando, come sempre Damian Lillard. Assieme a Westbrook il giocatore più forte della Division, affianco a lui il solito McCollum garanzia di ventelli e quantità sul parquet. Importante l’arrivo di Evan Turner che potrà permettere ai Blazers di provare a ripetersi e migliorarsi in postseason. Plumlee e Aminu hanno ancora del lavoro da fare per raggiungere i livelli dei compagni ma la strada intrapresa sembra quella giusta. Neo dei Blazers una panchina abbastanza fragile con Crabbe, Ezeli e Napier non proprio adatti per un ruolo di contender al titolo. Stotts però ha dimostrato che Portland sogna e ha tutte le carte in regola per vincere prima la Division e poi chissà…