Ieri s’è giocata Napoli-Roma e hanno vinto la contesa i giallorossi di Spalletti, peraltro con una nitidezza imprevista alla vigilia. Subito è partita la gran cassa secondo cui i capitolini sono la vera anti-Juve di quest’anno e non gli Azzurri, come invece s’era scritto dopo la prima manciata di giornate. La verità, probabilmente, è un’altra: cercare di affibbiare a chicchessia la patente di avversaria di quest’anno dei Campioni d’Italia è un esercizio sterile, quasi onanistico.
Difatti, a Torino non interessa a nessuno che faccia abbia il nemico perché la Vecchia Signora procede nel macinare punti senza che alcun tipo di fastidio o ingerenza esterna ne turbi la serenità. Ancora di più: alla Juventus sembrano tutti molto più concentrati su sé stessi, sulla gara “interna” con le proprie aspettative e i propri obiettivi più che con altre società di Serie A. Come una locomotiva che sfreccia in perfetta solitudine, senza nessun vagone alle sue spalle.
Del resto, negli ultimi anni, chi fosse la rivale di stagione ha avuto un’importanza prossima allo zero: sono quattro anni che la Juventus fa una partita tutta sua e solo occasionalmente Napoli, Roma e – una volta – Milan hanno saputo mettere in difficoltà la corazzata bianconera. Del resto è stato facile prevederlo prima ancora che il campionato cominciasse e se un mesetto fa, a mercato appena concluso, appariva chiaro che la corsa dei sabaudi era sostanzialmente su sé stessi anche in virtù dei colpi di calciomercato fatti, oggi – a campionato ancora imberbe ma ormai decisamente avviato – il dato appare semplicemente molto più chiaramente. Anzi, ancor più chiaramente.
Ieri sera Madama ha fatto tutto meno che convincere, concedendosi anche il lusso di soffrire in casa contro un’Udinese che pare il ritratto venuto male della squadra guidata da Di Natale un lustro fa. Eppure ha vinto. Soffrendo sì ma rischiando tutto sommato poco. E quando si portano a casa i tre punti rimanendo così lontani dal proprio abituale standard di prestazione c’è poco da dire sulla solidità dell’impianto: è una frase fatta, ormai, ma vincere giocando male (quando serve) è un ineluttabile segno della forza di una squadra e della sua completa maturazione.
Dunque le chiacchiere stanno a zero, un’anti-Juve non solo non esiste ma non può nemmeno esistere, perlomeno finché gli uomini di Allegri non decidano inspiegabilmente di suicidarsi. Forse, e sottolineiamo “forse”, in quel caso un’anti-Juve potrebbe anche emergere. A patto che, ovviamente, la Vecchia Signora non si sia già presa un tale margine in classifica da potersi addirittura divertire guardando la speranza rinascere nelle contendenti prima di soccombere alla delusione di un ennesimo scudetto juventino.