Ora o mai più
Tante, troppe volte s’è detto che Gabbiadini meritava di giocare titolare nel Napoli.
O che, in parole povere, in Italia – tolte due squadre – avrebbe giocato titolare dappertutto.
Ecco: sono tra coloro che ancora non ci credono. O che, non considerando Maurizio Sarri esattamente un folle, qualche motivazione tecnica e di valore del calciatore ce la vedono dietro a tanta panchina.
All’indomani della cessione di Gonzalo Higuaín e, soprattutto, del superlativo impatto di Arkadiusz Milik con il nostro campionato (dove sono quelli che in Italia ci si deve abituare?), la rete s’è sprecata in immagini più o meno ironiche sull’attaccante di Calcinate, anche quest’anno titolare l’anno prossimo. Perché poi è un attimo: Sarri non ama particolarmente il turnover, a un attaccante col piede caldo come il polacco difficilmente avrebbe rinunciato, in altri ruoli offensivi gli azzurri sono ben coperti tra campo e panchina.
L’occasione – ma siamo sicuri il buon Manolo contento non sarà stato – l’ha portata la cattiva sorte di Milik, infortunatosi con rottura del legamento crociato anteriore. Chi dice che serviranno svariati mesi, chi parla addirittura di “cento giorni” (delicati, a questo punto, quanto e più di quelli di un governo), ma resta un dato di fatto: per Gabbiadini è ora o mai più.
Per far capire (e capire lui stesso, in primis) di che pasta è fatto e che sì, in una grande in corsa in Serie A e Champions League può fare senza problemi il titolare, questa è l’occasione giusta. Già lo certificano – pur non essendo una scienza esatta – le probabili formazioni della supersfida alla Roma di domani pomeriggio: quelle, tra le altre, di Gazzetta ma anche Fantagazzetta.
E allora è presto detto: Manolo riconquisti sé stesso, Napoli e la Nazionale.
Confermando sul campo, magari, di essere davvero un lusso come riserva.
E di stare a suo agio da punta di riferimento di una squadra che guarda all’Italia e all’Europa senza paura.