Dopo la sosta per le nazionali, torna la Raiffeisen Super League svizzera. A Lugano, dopo gli allenamenti del mattino, che hanno visto il gruppo compatto (con il rientro dei nazionali Ponce e Črnigoj), Andrea Manzo ha incontrato, come da tradizione, i giornalisti, nella sala stampa dello stadio di Cornaredo. In Ticino, questa mattina, pioveva e faceva freddo; per questi motivi, l’allenamento è avvenuto su terreno sintetico.
Gruppo, dicevamo, al completo: tuttavia, Sulmoni, Piccinocchi e Rossetti, non in perfette condizioni fisiche, hanno lavorato a parte in palestra. Il lavoro degli altri è stato, prevalentemente, tattico. La squadra ha lavorato come sempre divisa in due, con Manzo a studiare gli schemi offensivi, e Conte che si è preoccupato della fase difensiva: l’attacco giallonero è temibilissimo in termini di chili e talento e, domenica, è previsto il rientro di Hoarau. Per quanto riguarda gli undici che scenderanno in campo domenica, alle 16 (diretta su RSI La2, in chiaro anche per chi, nella Penisola, riceve il segnale), si aspetta l’allenamento di rifinitura di domani alle 11, al termine del quale verrà comunicata la lista dei convocati.
Manzo, come sempre sorridente e disponibile, ha parlato del momento della squadra, della partita di domenica e del dopo Losanna (Fonte: FC Lugano): “Ciò che è stato fatto finora ci ha aiutato a crescere, sia nel bene che nel male. Normale avere dei dubbi, l’obbiettivo è la crescita. I tempi possono però non essere omogenei. Ci aspetta un avversario forte, che ci avrà studiato per contrastare con successo i nostri punti di forza. Anche noi stiamo facendo lo stesso, e non è detto che contro lo Young Boys non si possa cambiare qualcosa. Fa parte di un processo di crescita: chi è stato impiegato meno avrà voglia di mostrare quanto vale. Abbiamo analizzato la partita di Losanna, interpretato alcune situazioni, dovremo essere capaci a non cadere più in certi errori. Abbiamo le nostre responsabilità in quel passo falso.”
“La pausa ci ha permesso di lavorare a bocce ferme. Abbiamo cercato di sistemare delle cose. La perfezione non è, ovviamente, di questo mondo: però noi cerchiamo di migliorarci, e questo passaggio deve essere continuo: se non cresci, c’è qualcosa che non va. Finché si progredisce vuol dire che stiamo lavorando nella giusta direzione. Quando non c’è crescita devi analizzare il perché. Sono certo che noi, di margini di crescita, ne abbiamo ancora parecchi. I ragazzi sono giovani, possono e devono crescere individualmente, e mettersi a disposizione del collettivo.”
“Se sento mia questa squadra? Ovviamente, ritengo che il lavoro che si fa in campo in settimana, si veda in partita. Abbiamo un nostro stile, ma dobbiamo avere anche delle alternative per sorprendere gli avversari. Poi c’è la fantasia e l’estro del giocatore, che sono il valore aggiunto che qualifica ogni squadra. Ho un gruppo di 11 giocatori che ho usato più spesso, come avviene da sempre nel calcio. Però, tutti debbono capire che il posto conquistato lo si deve guadagnare con l’impegno, in allenamento e in partita. Non credo nell’appagamento, chi si sentisse appagato dovrebbe cambiare mestiere. Ecco, se inconsciamente qualcuno si fosse seduto, legnate come quelle di Losanna servono a farti rialzare.”
“Devo dire di avere visto molta autocritica tra i giocatori, ed è una delle cose che mi piace di questo gruppo. Vuol dire che hanno capito la lezione. A volte arrivano da soli alle mie medesime conclusioni. I nazionali sono rientrati un po’ stanchi, quando sono via fanno un lavoro diverso, viaggi lunghi, e questo un po’ influisce sulla condizione. Abbiamo lavorato comunque bene con chi è rimasto, giocato delle amichevoli per consolidare gli schemi, e per far fare minuti a chi gioca meno, in modo da tenerlo pronto. Ho sentito delle difficoltà economiche del Thun, ne sono ovviamente dispiaciuto, ma noi andiamo per la nostra strada: la salvezza vogliamo conquistarla sul campo, senza guardare cosa succede agli altri.”