Home » Torna l’NBA: la Southest Division

La Southest Division sarà il disastro o la sorpresa della lega NBA. Senza mezzi termini l’addio di giocatori come Wade, la decision di Miami sul triste destino di Bosh e alcune partenze di lusso potrebbero pesare e non poco nel corso della stagione. Tolta Atlanta che resta competitiva quantomeno per un secondo turno di playoff, solo Charlotte sembra l’unica franchigia capace di poter dare quel quid in più a questa division. Miami, Orlando e Washington non sembrano all’altezza di affrontare una stagione ad alti livelli, forse, solo i capitolini potrebbero stupirci (infortuni permettendo) ma tra il dire e il fare…

ATLANTA HAWKS – Pedalare e crederci. Le partenze di due pezzi forti come Teague e Horford all’inizio della regular season peseranno, ma, l’arrivo di Howard (testa permettendo) potrebbe creare fastidi nel pitturato degli avversari grazie a una già buona intesa con il veterano Millsap. La chiave della stagione sarà anche il rendimento del playmaker tedesco Schroeder, per anni viceTeague e ora primo violino della regia di Atlanta. Sarà importante anche il contributo di Bazemore e di Korver, nonostante l’età ancora un’arma di tutto rispetto dall’arco. Non è di certo l’Atlanta di due anni fa e difficilmente potrà arrivare di nuovo in finale di conference, ma, una buona stagione nella città della Coca Cola è tutt’altro che da escludere.

CHARLOTTE HORNETS – La più affascinante e la più “cazzuta” ad Est. Sarà per il carattere trasmesso dal presidente Michael Jordan, ma, gli Hornets l’anno passato hanno dimostrato di poter dare fastidio a chiunque nonostante un roster non da primissimi livelli. L’arrivo del nostro Belinelli, del centro Hibbert; i rinnovi di Batum e Williams e la qualità immensa di Walker garantiscono serenità a Charlotte. Le partenze di Lin e Jefferson non dovrebbero pesare più di tanto in una franchigia che appare in continua crescita e che l’anno passato ha avuto lo sfortuna di incrociare i Cavs dello scatenato James. Bisogna fidarsi di Jordan e di Walker, uomo franchigia che permetterà agli Hornets quantomeno di andare ai playoff.

MIAMI HEAT – Il disastro è dietro l’angolo. Senza Wade e la conseguente e sfortunata rescissione con Bosh, Miami diventa una delle franchigie più deboli dell’Est e dell’intera lega. Tanti giovani e rinnovo per lo stoppatore Whiteside, ma non servirà a molto per coach Spoelstra, chiamato a un’impresa troppo grande nonostante la sua esperienza. L’unica nota positiva per la squadra che appena due anni fa vinceva il titolo resta Dragic, certezza in regia e leader sul parquet, ma i vari Richardson, Winslow e lo stesso incostante Whiteside sono davvero il nulla rispetto al recente e glorioso passato. Una nota di merito all’instacabile Haslem, ultimo reduce della Miami dei big three. Pat Riley avrà tanto da lavorare e programmare, il futuro di South Beach lascia poco spazio all’immaginazione, in arrivo tempi bui.

ORLANDO MAGIC – I ragazzi della Florida ripartono da Vogel, mandato via da Indiana e pronto a una nuova avventura per riscattarsi. Il materiale c’è  e anche se giovane ha carattere. Attorno a Ibaka l’arrivo di un realizzatore come Green e di due talenti come Meeks e soprattutto Biyombo potrà farà la differenza nella Southest Division. In regia il francese Fournier dovrà prendersi più responsabilità del solito vista la giovane età dei suoi compagni e la inaspettata partenza di Oladipo. Di notevole importanza sarà anche l’impatto che avrà Vucevic nel corso della stagione, si aspettano grandi cose anche di Hezonja di cui gli scout da anni parlano un gran bene e dallo schiacciatore Aaron Gordon, che ad oggi ha dimostrato più spettacolo che continuità, ma la citta di Disneyworld è fiduciosa e il roster permette di  lottare per l’ultima piazza a est.

WASHINGTON WIZARDS – Tutto o niente per la squadra della capitale, grande delusa della sessione di mercato per la mancata decision di Durant, da molti considerato prossimo a un ritorno a casa. Il neoallenatore Brooks dovrà sistemare la situazione per i Wizards, troppo spesso vicini al grande passo ma poi per infortuni o mancanza di fiducia caduti nei momenti decisivi. Sotto uno dei pochi veri playmaker rimasti nella lega come John Wall, Washington proverà a dir la sua, ma, senza il recupero completo di Beal, e il recupero mentale di Markief Morris diventare protagonisti a est sarà tutt’altro che facile. Da sottolineare per i capitolini anche l’ottimo reparto lunghi con Gortat e Mahinmi, forse doppioni, ma di certo non una buona notizia per chi volesse attaccare il pitturato dei maghi di Washington.

Atlanta resta ancora la favorita, ma occhio al carattere di Charlotte e di Kemba Walker, che dopo la partenza di Wade a Chicago si candida ad essere il miglior giocatore della Southest Division, Wizards un enigma, per Orlando e Miami strada in salita.