Editoriali

Dalle stelle alle stalle

Dovevano essere i grandi protagonisti della nuova stagione dell’Inter, invece hanno avuto pochissimo spazio e, per usare un eufemismo, non hanno sfruttato al meglio l’occasione. Sto parlando di Geoffrey Kondogbia e Marcelo Brozović: il primo ha deluso fortemente tanto da essere stato sostituito, contro il Bologna, dopo mezz’ora e con la responsabilità del gol subito sulle spalle. Il secondo, invece, in campionato non ha ancora debuttato e nei 45 minuti disputati contro l’Hapoel Beer-Sheva ha deluso sia dal punto di vista tecnico che, soprattutto, sotto l’aspetto caratteriale e dell’impegno.

Eppure solo una stagione fa il croato era pronto per disputare il campionato che l’avrebbe dovuto consacrare: e spesso, bisogna dirlo, ha fatto la differenza con giocate importanti e non banali per un classe 1994, vedi i gol contro Udinese e Frosinone, o quello che ha portato al raddoppio nerazzurro in casa contro il Napoli. Non parliamo nemmeno di Kondogbia: arrivato in pompa magna, pagato 32 milioni più bonus e salutato dai tifosi come in pochi altri precedenti, complice la soddisfazione di averlo strappato ai cugini rossoneri. Eppure del giocatore scelto nella top 11 della Champions League 2014-2015 non c’è più traccia: palloni persi banalmente, mai una giocata oltre al semplice appoggio al compagno vicino e tanta fatica a integrarsi ai ritmi del calcio italiano. Chi lo conosceva prima che approdasse all’Inter sa benissimo che il paragone con Pogba non sta né in cielo né in terra: l’ex Monaco è un mediano di rottura, quello appena sbarcato alla corte di Mourinho è forse il tuttocampista più forte del mondo, o quanto meno aspira a diventarlo.

Che cosa è andato storto nel percorso di crescita e maturazione dei due calciatori? Innanzitutto l’atteggiamento e la determinazione non è quella da giocatori di una grande squadra. Kondogbia ha disputato un buon finale di stagione con Mancini, si è presentato ai test atletici estivi in forma smagliante (complice la non convocazione agli europei) e i presupposti per essere il crack dell’anno c’erano tutti. Invece sin da subito sono arrivate le prime bocciature, poi la sostituzione con il Bologna ha incrinato definitivamente i rapporti con staff tecnico e tifoseria. E’ un patrimonio che de Boer deve assolutamente ritrovare, specie perché nell’epoca del Fair Play Finanziario non ci si può permettere di tenere 30 milioni di euro in panchina a svalutarsi.
Problemi diversi per Brozović, invece, perché il croato ha vissuto in pochi mesi due situazioni molto particolari: prima le panchine forzate perché considerato un pezzo pregiato del mercato in uscita, visto il notevole esborso economico per portare João Mário e Gabriel Barbosa in nerazzurro, poi la panchina forzata per motivi disciplinari. Tutte situazioni che, nella testa di un ragazzo, hanno portato Marcelo a faticare più del previsto anche in Europa League, competizione nella quale avrà per forza spazio vista l’assenza dei pezzi pregiati dalla lista UEFA.

Solo ritrovando un minimo di serenità in campo ci sarà la possibilità di inserire gradualmente i due “epurati”. Considerate le difficoltà di rendimento e continuità, però, non sarà un processo facile e breve: specie perché su Brozović incombono squadre come Chelsea e Roma, quest’ultima particolarmente interessata al profilo croato per rinforzare il centrocampo.

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Alessandro Lelli