Nazionali

Svizzera: cuore, polmoni e fattore C

I parametri per definire “una bella partita” sono tanti e, soprattutto, soggettivi. Non ve lo diremo, quindi, che Svizzera-Ungheria di ieri sera è stato un bell’incontro, anche se i ritmi tenuti, cinque reti totali ed emozioni sino al termine (i rossocrociati hanno segnato il gol decisivo a un minuto dalla fine) lo potrebbero definire come tale, per la maggioranza degli appassionati. Ci limiteremo, invece, a prendere atto di quanto visto in termini di mentalità, di gioco e di concretezza, da parte dei ragazzi di Petković.

Gli ungheresi sono partiti molto forte, a folate (come avevamo imparato a conoscerli nei recenti campionati europei). Gli elvetici hanno tenuto, magari con qualche affanno, ma sempre dando la sensazione di essere superiori. Quando, poi, i magiari hanno sollevato il piede dall’acceleratore, hanno preso in mano con decisione le redini dell’incontro, nonostante le assenze, e uno Shaqiri non proprio in serata. Clamorosa, nella prima frazione, l’occasione creata dagli elvetici al 27′: prima Gulácsi, e poi un difensore, sulla linea, hanno respinto la doppia conclusione a colpo sicuro di Mehmedi, prima di testa, e dopo di piede.

Le reti, tutte nel secondo tempo. Grazie a un errore difensivo di Lang, Shaqiri si è trovato a tu per tu con il portiere avversario, che ha respinto la conclusione dell’ex interista: il pallone è però finito sul piede di Seferović, che ha insaccato. Pari ungherese al 53′ con Szalai, che ha messo in rete da pochi passi dopo la respinta del palo del suo primo tiro: difesa elvetica, però, un po’ ferma nell’occasione, e con Sommer che, forse, poteva fare meglio, sulla prima conclusione del centravanti dell’Hoffenheim.

Al 67′ il gol di Rodríguez, con un tiro scoccato da sinistra su lancio di Behrami, al quale ha risposto, ancora una volta, 71′, Szalai, con un colpo di testa, sul quale la difesa rossocrociata non è stata, però, esente da responsabilità. Tuttavia, gli svizzeri non si sono arresi, e Vlado ha indovinato la sostituzione: dentro Stocker per uno stanco Mehmedi. E proprio lui, alla prima palla toccata, all’89’, ha trovato la rete decisiva, con una conclusione un po’ fortunosa davanti alla porta, deviata da Fiola alle spalle del proprio portiere.

A parte i tre punti, Vlado ha ottenuto diverse risposte positive. Nonostante le assenze, la squadra ha saputo, per lunghe fasi dell’incontro, imporre il proprio gioco agli avversari. Non era facile: per quanto inferiore ai rossocrociati, i magiari sono una buona squadra, che mette in campo fisico e ritmo. La Svizzera ha giocato da compagine superiore, e cercato la vittoria sino al termine. Insomma, sembra che si stia radicando la giusta mentalità.  In trasferta, e su un campo non facile, con un’avversaria motivata, ma di rango inferiore, si scende in campo per vincere.

La concretezza. È vero, si è sbagliata ancora qualche occasione; i rossocrociati, in alcuni momenti, sono apparsi forse orfani di un centravanti boa (e Vlado, infatti, ha chiesto sovente a Shaqiri, che pure non lo è, di rimanere in posizione avanzata). Però, questa volta, a differenza che in Francia, la Svizzera i gol li ha fatti. In alcuni casi, anche con palloni non pulitissimi. Insomma, cuore e concretezza.

Cose migliorabili: una maggiore concentrazione, nella fase difensiva. L’attenuante è che ieri, dietro e a centrocampo, c’erano assenze importanti. È normale, specialmente in trasferta, trovare squadre che reagiscono con foga alla rete subita: però non deve succedere, alla squadra più forte, di venire rimontata due volte e, in entrambe le occasioni, a meno di cinque minuti dalla rete segnata. Servirà, quindi, una maggiore attenzione. Preoccupa anche la prestazione di Lichtsteiner: il difensore, accantonato da Allegri, sembra avere perso il ritmo partita. Buona, invece, la partita dell’esordiente Elvedi.

Infine, il fattore C. A fine partita, è un Vlado soddisfatto, quello che si è presentato al microfono di Nicolò Casolini della RSIOgni tanto capita di azzeccare le sostituzioni. Serve un po’ di fortuna, ma credo che si debba anche essere bravi a trovarla, e coglierla. E sappiamo anche di avere giocatori pronti, che anche se giocano 2, 3 o 5 minuti, danno tutto per la squadra. Questa è una vittoria molto importante per noi, perché ottenuta contro una squadra che ambisce al secondo posto. Ora bisognerà tenere alta la concentrazione: giochiamo tra pochi giorni, sul campo di un avversario che pratica un calcio molto duro.”