L’Atlantic Division ha vissuto un’estate molto particolare, con tutte le squadre (o quasi) che hanno aggiunto giocatori potenzialmente importanti ai propri roster. Nella scorsa stagione i Toronto Raptors hanno trionfato per il terzo anno consecutivo, mentre i Celtics sono riusciti a raggiungere i playoff nonostante in rosa abbiano molti giocatori giovani. I Knicks, invece, nonostante l’aggiunta importante di Porzingis, non sono comunque riusciti a raggiungere i playoff: buio totale, invece, per Brooklyn Nets e Philadelphia 76ers, vincitori di rispettivamente 21 e 10 partite.
BOSTON CELTICS – Finalmente al Garden si respira nuovamente l’atmosfera giusta: non sarà (ancora) la squadra che poteva vantare Rondo, Allen, Pierce e Garnett ma Brad Stevens ha sicuramente a disposizione materiale su cui lavorare, sviluppando un progetto che deve avere come obiettivo quello di contendere il primato nella Eastern Conference ai Cleveland Cavaliers. Al Horford non ha bisogno di presentazioni ed è perfettamente complementare alle lacune che i Celtics hanno dimostrato nell’ultima stagione, cioè la mancanza totale di un giocatore che sappia farsi valere nel pitturato. Lui, insieme a giocatori del calibro di Thomas, Smart e Crowder, formano una lineup titolare in grado di poter competere per le zone alte a Est.
BROOKLYN NETS – Nonostante l’aggiunta di Lin, l’estate non è stata molto proficua nella sponda bianconera di New York. Brook Lopez continua a essere l’uomo franchigia, Trevor Booker e Luis Scola sono due gregari di livello ma difficilmente potranno essere il secondo e terzo violino che una squadra che ambisce ai playoff dovrebbe avere. A preoccupare, però, è la mancanza totale di un progetto di medio-lungo periodo: nessuna scelta al draft importante nello scorso giugno, ceduta ai Celtics nella – a posteriori – drammatica trade che ha portato Paul Pierce e Kevin Garnett ai Nets. L’impressione è che non arriveranno nemmeno a venti vittorie, peggiorando ciò che hanno fatto nella scorsa stagione: tabula rasa il prima possibile per ripartire da zero.
NEW YORK KNICKS – Sicuramente una delle squadre più interessanti da seguire. Carmelo Anthony è reduce dalla sua miglior stagione da quando si trova nella Grande Mela: non tanto dal punto di vista delle statistiche, ma ha coinvolto molto più spesso i suoi compagni e, per la prima volta o quasi in carriera, si è anche applicato discretamente in difesa. Porzingis ha riportato entusiasmo a New York, l’aggiunta di Derrick Rose, Joachim Noah, Courtney Lee e Brandon Jennings ha potenzialmente portato un ex MVP, uno dei migliori rimbalzisti dell’NBA, un 3&D fatto e finito e un giocatore in grado di allungare le rotazioni e portare punti dalla panchina. Il tutto alla guida di Hornacek, con Phil Jackson a dirigere le operazioni; al netto degli infortuni, potenzialmente in grado di distruggere questa squadra, si tratta di un roster che dovrebbe tranquillamente lottare per un posto ai playoff (non raggiungi dal 2012/2013) e magari anche per qualcosa in più.
PHILADELPHIA 76ERS – Sino a qualche giorno fa si trattava sicuramente di una delle squadre più interessanti da guardare nel prossimo inizio di stagione. Tuttavia l’infortunio di Ben Simmons, che alcuni insider hanno definito come un mix tra LeBron James e Magic Johnson (giusto per far capire che tipo di pressione abbia il ragazzo), sicuramente fa iniziare la stagione in salita, come succede praticamente sempre da qualche anno. Il materiale – seppur grezzo – ci sarebbe anche, con Noel, Embiid e Okafor che, con Simmons, avrebbero avuto sicuramente tiri più puliti vista la grande abilità nel passaggio dell’ex LSU. Molto interessante anche l’aggiunta di Dario Saric, probabilmente il miglior prospetto europeo che ancora mancava all’appello oltreoceano, a comporre un frontcourt di tutto rispetto in ottica futura. Il campo, però, differisce molto dalle valutazioni teoriche e non sarà facile trovare la chimica giusta, specie perché non c’è una vera e propria stella e quindi è ancora da chiarire quale sarà la distribuzione dei tiri.
TORONTO RAPTORS – In Canada sono reduci dalla miglior stagione della propria breve storia. La vittoria dell’Atlantic Division non è una novità, mentre il raggiungimento delle Eastern Conference Finals sì, invece. In offseason hanno confermato DeRozan con un contratto fuori da ogni immaginazione (134 milioni in cinque anni), formando con Lowry uno dei miglior backcourt di tutta la lega: tuttavia ho l’impressione che il picco di questa squadra sia già stato raggiunto, complice il rafforzamento di altre franchigie e la perdita di due pedine abbastanza importanti come Biyombo e Scola. Il primo, in particolare, ha dato per tutta la stagione energia, intensità e tanta difesa, un particolare non da poco per una squadra che ha storicamente avuto sempre pochi lunghi in grado di ruotare correttamente in difesa. Al loro posto sono arrivati Sullinger e Poeltl, difficile immaginare quale impatto possano avere – soprattutto il secondo – ed è per questo che i Raptors rischiano, per la prima volta dopo tre anni, di perdere il titolo dell’Atlantic Division.
In testa sarà una lotta serrata tra Celtics e Raptors, con i primi personalmente favoriti rispetto ai canadesi. Occhio alla sorpresa Knicks, specie se dovessero rimanere tutti sani (o quasi) per la maggior parte della stagione; ennesima stagione nell’anonimato, invece, per 76ers e Nets.