Per il Norrköping, sono stati 8 giorni davvero terribili: 2 sconfitte consecutive, da +2 a -4 dal Malmö, la Lennart Johansson pokal che rischia di sfuggire di mano, quando sembrava che il sorpasso ai danni degli Himmelsblått fosse stato quello decisivo. Una doccia fredda, insomma. E la pausa per le Nazionali arriva forse al momento giusto, come un time out nella pallacanestro, per consentire a Gustafsson di ritrovare il filo perduto dai suoi ragazzi, che sembravano sulla strada giusta per compiere il miracolo di vincere, per la seconda volta consecutiva, il titolo.
Certo: domenica i Peking erano incompleti, per vari problemi. Diversi cronisti hanno chiesto al tecnico del perché dell’esclusione di un giocatore come Niclas Eliasson dalla formazione. La risposta data da Gustafsson è stata che, a suo parere, il centrocampista, essendo in prestito dall’AIK, non avrebbe fornito un apporto adeguato. Fermo restando che, probabilmente, con Eliasson in campo non avremmo visto una partita troppo differente, sono spiegazioni che, a questo livello, lasciano un po’ perplessi.
Di sicuro, la squadra è apparsa in riserva di energie, soprattutto mentali. Niente a che vedere con i rivali che, il giorno prima, hanno vinto in trasferta alla Bravida Arena, contro una squadra apparsa in forma negli ultimi tempi, e che non battevano, in casa sua, da cinque anni.
Certo, ci sono state diverse circostanze favorevoli (l’Häcken è rimasto in dieci uomini dal 55′, sul 2-2); però, i biancocelesti hanno giocato bene. Ritmi elevatissimi fin dai primi minuti, capacità di reagire dopo essere stati rimontati, azioni in velocità, capacità di finalizzare. Non era facile vincere, e forse questa prestazione ha inciso non poco sul morale dei Peking i quali, 24 ore dopo, avranno visto lo stadio di Stoccolma come una vetta inarrivabile da scalare.
L’AIK ha giocato la sua partita: il potenziale offensivo degli Gnaget, con l’esplosione del gioiellino Isak (ormai sull’agenda di procuratori e agenti di tutta Europa, e da molti definito il nuovo Ibrahimović) è notevole e, con l’arrivo in panchina di Norling al posto di Alm, i gialloneri sono anche riusciti a trovare, anche se non immediatamente, una stabilità in difesa che, soprattutto a inizio stagione, era venuta a mancare. Il risultato è stato un umiliante 6-0 a carico dei campioni di Svezia, che si ritrovano, oggi, con qualche domanda da porsi.
Ora, per il Norrköping, è davvero difficile. Al di là della necessità di ritrovare se stessi, i Peking stanno vedendo i rivali viaggiare a gonfie vele. Si pensava che la svolta fosse stata la partita persa a Stoccolma, dagli Himmelsblått, contro il Djurgården, che aveva surclassato la squadra di Scania sotto l’aspetto fisico e del gioco. Kuhn, invece, è stato davvero bravo: è riuscito, per prima cosa, ad assorbire la cessione del bomber islandese Kjartansson, riuscendo a creare armonia, in attacco, tra l’anziano, ma sempre determinante, Rosenberg, e Jeremejeff. I due non sempre vanno in gol, ma creano spazi, consentendo gli inserimenti vincenti dei compagni.
La squadra, inoltre, ha dimostrato di avere ancora una buona forma fisica, che a Stoccolma sembrava avere perduto. In realtà, erano stati gli avversari a essere superiori, sotto questo punto di vista. La dimostrazione l’hanno data, gli Järnkaminerna, poco dopo, ripetendo la medesima prestazione proprio contro il Norrköping, violando, per la prima volta in stagione, il campo dei campioni in carica.
Il momento, quindi, per i Peking, è molto delicato. La sosta arriva al momento giusto: non saranno molti i giocatori di Gustafsson impegnati con le nazionali, e questo consentirà all’allenatore di preparare al meglio la fondamentale partita di domenica 16 ottobre. Certo, sarà durissima: il calendario, per i biancoblù, è impegnativo, da qua alla fine. Inoltre, anche vincendo, il Norrköping resterebbe comunque dietro. Tuttavia, può darsi che il contraccolpo psicologico di una sconfitta possa creare, ai rivali biancocelesti, qualche problema. Di sicuro, al calcio d’inizio, alle 15.00 di domenica 16, saranno loro a essere favoriti, per la vittoria finale.