Editoriali

L’esame lo passa soltanto la Juventus

Immaginando di suddividere il calendario della Seria A in quattro parti — più o meno come le analisi trimestrali aziendali sull’andamento dell’anno — di sicuro il primo pezzo si interromperebbe oggi, con la seconda sosta delle nazionali alle porte. Il secondo a Natale, con la sosta di fine anno, il terzo a marzo e l’ultimo a fine campionato.

Sono passate sette partite dall’inizio del campionato e un po’ di idee sulle squadre ce le siamo fatte. A volte il primo “quarto” (che poi vero e proprio quarto non è) del campionato non dice tutta la verità, basti pensare a com’era la classifica un anno fa con l’Inter in testa e la Juventus con soli 8 punti e a come poi è finita la stagione, ma di sicuro alcune indicazioni di cui parlare le dà.
Per esempio: la Juventus, al momento e come da pronostici, è la netta favorita alla vittoria finale. Ha avuto una solo battuta d’arresto in casa dell’Inter, ma è anche vero che è l’unica grande squadra che ha incontrato. Non è ancora la macchina perfetta di inizio 2016, ma ha talmente tante individualità e una difesa così solida che sembra vincere le partite con relativa scioltezza. È sicuramente l’unica che viene promossa a pieni voti da questo inizio di campionato, resta da capire la tenuta in sfide di alto profilo.

Le altre, invece, sono tutte rimandate. Tra chi — il Napoli — deve ancora fare pratica con il turnover e capire che non c’è più il “piano B – diamo palla a Gonzalo” quando il piano A del gioco palla a terra non funziona, chi — l’Inter — soffre di atteggiamenti da montagne russe, tipo l’euforia smodata del post-Juve e la depressione acuta del post Europa League e del post sconfitta di ieri con la Roma, e di mancanza di pazienza con un allenatore arrivato da nemmeno due mesi, chi — la Roma — ha una grande squadra dalla cintura in su, ma un’altra che lascia più di qualche perplessità su come sia stata costruita dalla cintura in giù e chi — il Milan — si aggrappa alla forza e all’entusiasmo dei suoi giovani (Donnarumma, Calabria, Locatelli, Niang), ma viene affossato dai limiti tecnici e caratteriali dei suoi uomini di più esperienza (Abate e Montolivo), non ce n’è una che si salva da questi primi “esami”.

L’unica cosa positiva, almeno in termini di spettacolo, è la totale incertezza che regna al di sotto dei bianconeri, sia nelle partite — basti pensare all’andamento di Milan-Sassuolo e di Roma-Inter di ieri — e sia nella classifica, con un bel gruppone ancora tutto da snocciolare a inseguire i posti al sole europei.
Per fortuna, però, «il calcio è strano, Fabio» (cit.) e quindi niente può dirsi deciso finché non lo dirà il campo. E quello che dice a ottobre non sempre è ciò che dice anche a maggio. Bisogna solo aspettare. E sperare.

Published by
Francesco Mariani