Dato per morto troppo presto?
Diciamoci la verità, il primo settembre chiunque si occupi di res pallonica aveva dato per spacciato il Palermo. Bastava una rapida lettura dei nomi dei giocatori a disposizione di Ballardini per pensare che Zamparini stesse prendendosi gioco di tutti (in primis lo stesso allenatore, che non a caso lasciò l’impiego subito dopo la chiusura del calciomercato perché – a suo dire – la società aveva fatto orecchie da mercante alle sue richieste).
A peggiorare (apparentemente) la situazione venne anche la nomina del nuovo tecnico, Roberto De Zerbi, più o meno universalmente riconosciuto come “bravo e propositivo” ma completamente a secco per quanto riguardasse l’esperienza visto che in massima serie non aveva mai allenato (e giocato molto poco, mentre vestiva la maglia del Napoli). Il cambio in panchina sembrava essere il più classico dei baci della morte: una squadra giovanissima, priva di nomi altisonanti o esperti – a parte forse il solo Diamanti, peraltro ben avviato verso il declino e nuovo della piazza – e invece ricca di scommesse sconosciute al palco di Serie A su cui ancora adesso si addensano le nubi del dubbio per quanto concerne il valore tecnico. A peggiorare il tutto, appunto, un mister quasi totalmente nuovo non solo per l’ambiente ma anche per il mondo del calcio in generale, con idee molto precise su come giocare ma con una rosa che non ha costruito lui né particolarmente adatta alla sua idea di gioco.
E invece De Zerbi ha fin qui raccolto quattro punti in altrettante uscite, compresa la vittoria in trasferta sullo storicamente ostico campo dell’Atalanta, e – seppur perdendo – ha fatto ieri ben figurare il Palermo contro la corazzata Juventus. Più ancora dei punti, tuttavia, è l’atteggiamento collettivo che costringe gli osservatori quanto meno a ripesare i giudizi di nemmeno un mese fa: i rosanero non sono affatto una squadra rassegnata e rinunciataria, anzi. È stato molto bravo De Zerbi a far capire ai suoi che, seppure la stagione non sia iniziata sotto una buona stella, non è ancora stato scritto assolutamente niente di definitivo.
Tutto ciò fa pensare che forse sono fioccati fin troppi coccodrilli prima del tempo sui rosanero e che, tutto sommato, i siciliani possono dire la loro in questo campionato, specialmente andando avanti con la stagione e vedendo i giocatori assimilare sempre più e sempre meglio le idee del loro allenatore. Sia chiaro, la rosa rimane infarcita di elementi ancora tutti da valutare e il livello medio della squadra resta quanto meno misterioso ma il Palermo è decisamente vivo e non pare minimamente intenzionato a rassegnarsi a una retrocessione annunciata.
D’altro canto è palese che i siciliani debbano ancora sudarsela tutta la salvezza e non sarà per niente facile. Però abbiamo un Palermo pimpante, combattivo e pronto a lottare contro tutto e tutti. Date le premesse, è già ben più di “qualcosa”.