Home » Quella punta vecchio stampo

Fabrizio Andrea Bertani / Shutterstock.com

Ce lo siamo quasi perso. Mezza Europa lo voleva oltre al Napoli che, forse anche maleducatamente, ha continuato a offrire sempre più dobloni per portarlo sotto al Vesuvio fino al punto di doversi “arrendere” al buon Arkadiusz (Milik). Fortunatamente, di fianco a un grande uomo c’è sempre una grande donna, manager magari, che è riuscita a convincere il giovane marito che il quadrilatero della moda a Milano schifo non fa e che se si fosse riusciti a portare a casa un buon rinnovo all’Inter si poteva rimanere felici e contenti a guardare la Madonina.

#Fiuuu commenterebbe qualcuno, la Serie A riesce ancora ad avere qualche pezzo da novanta allora! Non stiamo parlando, una volta tanto, del prezzo di Higuaín ma dell’altro argentino, Mauro Icardi. Spesso contestato per vicende extra-calcistiche mai banali (non il “solito” connubio Velina-calciatore) è ultimamente sulla bocca di tutti per il suo rendimento, sia numerico che qualitativo. Sei gol in cinque partite di campionato parlano chiaro, ma se ci si aggiungono prestazioni da vero trascinatore la musica cambia.

Sì, perché i tifosi nerazzurri hanno sempre punzecchiato il loro bomber per la scarsa attitudine a faticare, correre e rincorrere. Baggianate. A soli ventitré anni ha dimostrato di saper ascoltare e migliorare, diventando un attaccante letale negli ultimi trenta metri di campo. Una punta vecchio stampo come non si trovano più. Forte di testa e glaciale sotto porta. Non sente pressioni e tatticamente è impeccabile. In Serie A conta 64 reti in 129 presenze con un titolo di capocannoniere in combutta con Luca Toni. Numeri impressionanti se sommati al movimento altalenante dei risultati dell’Inter.

Peccato non averlo ancora visto in Champions League. Sembrerà strano ma uno come lui ha ancora sentito la celebre musichetta su campo europeo. Ci è andato vicino molte volte, grazie a voci di mercato e a meriti sportivi quasi raggiunti ma ancora nulla. Idem con l’albiceleste: solo una manciata di minuti addirittura nel 2013, poi più nulla. Non che l’Argentina sia a caccia di attaccanti, ma uno come Icardi non può rimanere fuori dai giochi. La classe, la fame, la voglia che ha sempre messo in campo merita una giusta ricompensa. I grandi palcoscenici lo attendono per natura. Per razza.

Ed è per questo che i nerazzurri hanno bisogno di lui. Per tornare forti, in salute. Uno scambio di favori che gioverebbe sia ai protagonisti diretti, sia al calcio nostrano. Dal 2018 le italiane nell’Europa “che conta” torneranno, si spera, a essere quattro. Icardi, auspico, ci riesca anche prima perché un fuoriclasse ha il diritto e il dovere di misurarsi, in senso lato, coi suoi simili.

#Mauritononsitocca