Editoriali

Timidi segnali di ripresa

Si è parlato tanto in estate delle milanesi, e non poteva essere altrimenti. Il mercato praticamente inesistente del Milan, dovuti a problemi con la nuova proprietà, ha fatto infuriare i tifosi rossoneri, probabilmente anche con ragione; l’Inter, invece, ha investito tanto sul mercato ma, almeno a livello societario, ha dimostrato di avere qualche problema di organizzazione, visto il ritardo con cui è stato cacciato Mancini.

L’avvio di stagione è stato incerto, e questo era prevedibile perché per de Boer sarebbe stato difficile trasformare una squadra difensivista e contropiedista (sotto la guida di Mazzarri e Mancini) nella creatura a immagine e somiglianza del tecnico olandese in sole due settimane. A Pescara l’Inter aveva convinto in fase offensiva, creando in una sola partita tante occasioni come non se ne vedevano dai tempi di Leonardo; tuttavia le lacune difensive avevano mascherato questa moltitudine di opzioni offensive, generate tutte o quasi dall’estro di Icardi e dai piedi di Banega. L’Inter vista contro la Juventus, invece, è la classica squadra andata in campo con il piglio giusto, per difendere un allenatore sommerso da critiche ingiuste; indipendentemente dal risultato, infatti, i nerazzurri hanno tenuto il baricentro alto, hanno quasi sempre accettato il pressing alto della Juventus (replicandolo) senza andare, però, in confusione, generando anche in questo caso un gran numero di occasioni. L’occasione di Icardi con relativa respinta di Bonucci, il palo dell’argentino, la rasoiata a fil di palo di Candreva, i due gol e probabilmente mi sto dimenticando anche qualcosa: non male contro la prima forza del campionato, specie se sei un cantiere in costruzione e il “progettista” sta ancora imparando a conoscere il nostro calcio.

Stesso discorso per il Milan, anche se le due realtà vivono momenti profondamente diversi. L’Inter sulla carta ha una rosa già pronta, i rossoneri hanno invece puntato (o si sono trovati costretti a puntare) su giovani dalle ottime prospettive: vedi Donnarumma, Romagnoli, Calabria, Locatelli e Niang, oltre a De Sciglio. Tutto materiale grezzo che Montella, per forza di cose, dovrà essere in grado di valorizzare sin da subito, in attesa poi di quei rinforzi che vadano a completare la rosa. Sia nella trasferta di Genova che nel successo di ieri sera contro la Lazio, il denominatore comune è stato Carlos Bacca: messo sul mercato per accumulare liquidità da spendere in altri ruoli, è imprescindibile in questo Milan, nonostante le sue doti da finalizzatore puro preferirebbero una squadra più matura alle spalle. Un’esplosione che ha quasi complicato i piani del club, pronto a mettere in mostra Lapadula e ritrovatosi con tutta la tifoseria a spingere dalla parte del colombiano.

Per fare bilanci è decisamente troppo presto, per quelli è necessario aspettare almeno sino a Natale. Le milanesi sembrano però aver ritrovato la voglia di tornare ai livelli che competono a due società del genere: la differenza tra una squadra compiuta e una destinata a fallire, però, passa da trasferte come quella di Empoli, in cui l’Inter è chiamata alla prova del nove.

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Alessandro Lelli