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Allsvenskan: la danza delle coppie non risveglia un movimento in difficoltà

Diminuzione di fatturato, una media di 500 spettatori in meno a partita (sono in saldo positivo solamente il Norrköping e l’Örebro): siamo di fronte a una regressione, per quanto riguarda l’Allsvenskan. Intendiamoci: il campionato è avvincente (probabilmente verrà deciso, come lo scorso anno, nelle ultime giornate), ma è indubbio che in questa stagione sia mancato qualcosa. Certo, lo scorso anno molto aveva fatto la vittoria dell’Europeo U21: ma, purtroppo per il calcio svedese di vertice, non è riuscito ad avviare un circolo virtuoso. Le cessioni, i deludenti risultati nelle competizioni UEFA per società, oltre a un campionato europeo disastroso per la nazionale maggiore, sono lì a dimostrarlo.

Il Norrköping, a nostro parere, sta facendo un miracolo. Considerato che ha ceduto all’estero i suoi pezzi migliori, riuscire a tenere il passo del Malmö è stata, davvero, un’impresa. Era la domanda che si ponevano tutti gli esperti, a inizio stagione. Ma, d’altra parte, si può fare una lettura differente e opposta: i Peking vanno bene perché le altre (a parte gli Himmelsblått) non costituiscono una concorrenza valida. In effetti, è stata emblematica la partita della scorsa settimana tra il Malmö e il Göteborg, quarta forza del campionato: ai padroni di casa mancavano Ekrem (infortunio) e Kjartansson (ceduto), vale a dire qualcosa come 31 tra assist e reti totali. Eppure, la sconfitta, per i ragazzi di Lennartsson, è stata netta. Mai i Blåvitt sono sembrati in grado di poter cambiare il corso dell’incontro; trovato il pari in modo più che casuale, sono stati immediatamente superati dopo pochi minuti. Insomma, non c’è mai stata partita.

Altro aspetto negativo, sotto il lato economico (non certo sotto quello sportivo, ovviamente), è che, a giocarsi il titolo, siano realtà geograficamente poco importanti. Stoccolma e Göteborg, con cinque compagini totali nell’Allsvenskan, hanno da tempo riposto i sogni di gloria. Se è vero che la tifoseria dell’Hammarby è molto affezionata, e fa, mediamente, oltre 20.000 spettatori a partita, così non si può dire di quella dell’AIK, con i tendoni neri che, mestamente, coprono il terzo anello dello stadio a ogni incontro casalingo. Gli Gnaget, che pure hanno preso Strandberg, e si trovano in casa un talentino sedicenne (Isak) del quale sentiremo parlare sicuramente nel futuro prossimo (si dice che anche la Juventus sia sulle sue tracce), hanno avuto un inizio zoppicante, e il cambio di allenatore in primavera (Norling per Alm) non ha loro comunque consentito di fare il salto di qualità.

Discorso a parte per il Göteborg. Abbiamo visto dal vivo la squadra del rude Lennartsson in primavera, e l’abbiamo seguita sovente via internet in questa stagione. La solidità difensiva, che era stata il vanto della squadra biancoblù nella scorsa stagione, quest’anno è venuta a mancare. Il portiere (Alvbåge, 34 anni) ci è apparso, in più occasioni, nel corso della stagione, del tutto inadeguato; ma non è che il resto del pacchetto difensivo abbia fatto meglio. 32 le reti subite dai Kamraterna (per fare un confronto, Norrköping e AIK ne hanno subite 21, e 19 il Malmö). Davanti, i gol sono arrivati abbastanza puntuali (39, anche se le squadre di punta hanno fatto meglio); ma, come ben sa l’uomo di Växjö, i campionati si vincono con le difese. A questo va aggiunta la necessità di cedere i pezzi migliori per puntellare il bilancio.

Nell’altra Stoccolma, le cose non sono andate benissimo. Le due squadre ospiti della Tele2 Arena sono uscite da qualche settimana dalla palude di bassa classifica con prestazioni convincenti (bellissima la partita del Djurgården domenica, contro il Malmö). Ma, soprattutto dagli Järnkaminerna, era lecito aspettarsi di più. Alla fine, ha pagato Olsson, probabilmente il meno colpevole (e uomo di football tra i più preparati di Svezia), sostituito dall’inglese Dempsey in panchina. Certo, domenica si è visto un ottimo calcio, giocato a ritmi elevati, e tale da affondare, in modo netto, la capolista. In ogni caso, una stagione gettata alle ortiche, per una squadra con un potenziale grande seguito di pubblico.

In conclusione, quest’anno assisteremo, con tutta probabilità, a una sorta di gioco delle coppie: per la vittoria finale, per il terzo posto (che vale l’Europa) e per il terzultimo (lo spareggio per non retrocedere). Nella lotta per il titolo, il favoritissimo Malmö dovrà, però, fare molta attenzione. Domenica è stato, forse, un episodio: a Stoccolma i biancocelesti hanno trovato una squadra che l’ha messa molto sul piano fisico, come vuole il nuovo allenatore britannico, e sono stati anche un po’ sfortunati, in occasione del primo gol. Però, è sicuramente mancata la grinta. La squadra vista alla Tele2 Arena non era la stessa che aveva schiantato il Göteborg, la settimana prima. È un campanello d’allarme, sicuramente. Molto si deciderà, probabilmente, il 16 ottobre al Nya Parken, nello scontro diretto: e noi di MondoPallone ci saremo, a raccontarvelo dal vivo.