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Il primo sorso d’Europa League è sempre amaro

Ververidis Vasilis / Shutterstock.com

Il debutto in Europa League per le italiane è stato, tutto sommato, negativo. Le due “ammiraglie” hanno toppato pareggiando e perdendo contro avversari nettamente inferiori. La Fiorentina ha messo in campo l’artiglieria pesante ma nulla più di uno sterile 0-0. L’unica gioia la regala, come sempre, il Sassuolo che asfalta l’Athletic Bilbao con tre reti.

Ok, abbiamo capito che i rigori per la Roma non sono un problema. Ora bisognerebbe pensare di più al gioco e alla fase difensiva, forse. Un pareggio con il Viktoria Plzeň non è un granché, ancor peggio se è un 1-1 striminzito fissato nel primo tempo. In area bisogna marcare e a rivedere la rete subita immaginiamo Spalletti perdere anche la barba. Totti non è riuscito a portare la barca in porto, ma per fortuna non si è rischiato il naufragio. I giallorossi hanno ancora un girone davanti e non è il caso di fare allarmismi. Testa all’Astra Giurgiu (non è un refuso).

Meno peggio per la Fiorentina. In Grecia le reti sono rimaste intonse e i Viola non sono riusciti a concretizzare le tante occasioni avute. Il solito problema della squadra di Sousa. Bel gioco, poca concretezza. La nota positiva è stata la scelta del tecnico di mettere in campo, praticamente, tutti i titolari. Un attestato di serietà e rispetto verso una competizione europea che viene spesso denigrata dagli stessi partecipanti. E dire che quest’anno c’è anche un certo United..

Tutt’altra storia per il Sassuolo. Athletic Bilbao letteralmente asfaltato dagli emiliani che al debutto nella vera Europa si fanno rispettare, e temere, dai finalisti dell’Europa League 2012. Gli spagnoli vengono annichiliti dal gioco metodico di Di Francesco che si conferma vincente e mai banale. I baschi sono arrivati spavaldi e impreparati (poco “studiati” se permettete una licenza) ad uno scontro che li vedeva vincitori, ai loro stessi occhi, ancor prima di scendere in campo. La solita vecchia storia riecheggia sempre: mai sottovalutare l’avversario.

Dulcis in fundo, l’Inter. È davvero logorante vedere una squadra come quella nerazzurra arrancare così tanto su un campo di calcio. Sfilacciati, molli, demotivati, completamente allo sbaraglio. A San Siro è andato in scena uno spettacolo raccapricciante. Il Be’er Sheva, che non è la squadra del bar di fiducia di un vecchio attaccante rossonero, ha tritato l’undici scelto da De Boer. È mancato solo il punto esclamativo alla gara degli israeliani che, nel finale, hanno centrato pure una traversa in pallonetto ad Handanović battuto. Fantascienza. Anche in questo caso il tempo per rifarsi non manca, è solo la fortuna a non farsi vedere, da qualche anno a Milano. Tutta.

È iniziata così così la parentesi italiana in Europa, con Napoli e Sassuolo uniche squadre a regalarsi vittorie. Siamo ancora all’inizio e alcuni lo chiamano calcio d’estate ma certi proverbi non sbagliano: “chi ben comincia è già a metà dell’opera”. Forse, però, sarebbe più appropriato ricordare a tutte che “chi la dura la vince” augurando, anche, un “ride bene chi ride per ultimo”.