Il Gran Premio di Singapore nella storia: l’urlo di Vettel
A due settimane di distanza da Monza e dalla sua tradizione, parte integrante della storia degli sport motoristici, la Formula 1 approda su un circuito il cui passato non raggiunge nemmeno i due lustri. L’autodromo di Singapore, inaugurato nel 2008, appartiene al drappello di nuovi circuiti, localizzati spesso in nazioni in passato mai toccate dal Circus e progettati da Hermann Tilke, ingegnere tedesco così apprezzato da Bernie Ecclestone da aver supervisionato tutti i progetti relativi a nuovi impianti e recenti restauri di altri più antichi.
Gli anni ‘60 in realtà avevano visto lo svolgimento di alcune gare, soprattutto di Formula Libre, in questa repubblica asiatica, all’epoca non ancora indipendente dalla Malesia, ma una serie di circostanze politiche e due spaventosi incidenti dall’esito mortale ne decretarono la scomparsa dalle mappe delle competizioni automobilistiche dopo nemmeno 10 anni.
Il Gran Premio di Singapore vanta una particolarità che lo distingue da tutti gli altri in calendario. Il suo svolgimento si dipana interamente in orario notturno, al contrario di Yas Marina, negli Emirati Arabi, il cui inizio avviene prima del tramonto per poi terminare a sera inoltrata. La scelta degli organizzatori, dovuta alle esigenze del pubblico europeo – mercato privilegiato per gli sponsor in quanto ancora maggioritario – si è dimostrata nel tempo un ulteriore motivo di attrazione per la gara.
Sul gradino più alto del podio di Marina Bay si sono avvicendati fino a oggi tre piloti: Fernando Alonso, vincitore nella prima edizione del 2008 su Renault e nel 2010 su Ferrari, Lewis Hamilton nel 2009 su McLaren e nel 2014 su Mercedes e Sebastian Vettel, dominatore dal 2011 al 2013 su Red Bull e trionfatore a sopresa l’anno scorso su Ferrari. Per la scuderia di Maranello il successo colto nella scorsa stagione resta anche l’ultimo, prima di una serie di delusioni che hanno evidenziato un impietoso rallentamento nello sviluppo promesso dai vertici.
Il pilota tedesco ha mostrato di apprezzare la conformazione della pista, con curve e rettilinei che paiono disegnati per esaltare il suo talento e la sua capacità di guida. Le vittorie colte con la Red-Bull, vettura all’epoca superiore alle concorrenti, potrebbero apparire quasi scontate, ma l’affermazione su Ferrari dimostra come l’ex Campione del Mondo sull’asfalto di Singapore riesca a sfruttare appieno le doti che lo hanno reso uno dei protagonisti attuali del Circus. Il suo arrivo, l’anno scorso, al termine di un fine settimana prossimo alla perfezione, rimane nella memoria di molti appassionati per quel suo urlo via radio “Mi sentite? Forza Ferrari!”
A distanza di un anno le Rosse scontano ancora una notevole distanza tecnica con i rivali della Mercedes e devono inoltre prestare attenzione alla Red-Bull che, superate le difficoltà estive per la fornitura delle Power Unit, si sta dimostrando avversario tenace per accreditarsi come seconda forza del Mondiale. La Ferrari, palesemente inferiore alla scuderia tedesca, punterà domenica sul talento e sulla tradizione di Sebastian Vettel, sperando di poter festeggiare il poker del proprio pilota di punta.