Vengo anch’io. No, tu no
Non è il ’67 e la canzone di Jannacci non è tra le più ascoltate di questi mesi estivi ma l’orecchiabile ritornello sembra rappresentare perfettamente il siparietto creatosi tra il furor di popolo e il CT Giampiero Ventura. Si può solo definire così, in effetti, il dibattito sulla non convocazione di Berardi, e magari pure di El Shaarawy, venuto fuori a colpi di click e commenti sui maggiori social network. L’avvio di stagione del Sassuolo ha inciso notevolmente sul pensiero di tanti tifosi italiani riguardo il talentoso mancino. Un infortunio ha fatto passare un po’ sotto traccia la sua esclusione dal gruppo azzurro, è vero, ma è indubbio quanto un giocatore della sua classe possa fare bene alla Nazionale.
Berardi rimane fuori, come il collega giallorosso, perché è un esterno offensivo e quindi difficilmente collocabile nell’ideale undici di Ventura. Benissimo, ma è un mezzo passo falso per un paio di motivi.
Ascoltando le parole del CT abbiamo scoperto che il suo principale obiettivo sarà quello di rinnovare e ringiovanire. Se però in lista troviamo Montolivo e De Rossi (fresco di espulsione nei preliminari di Champions), un minimo di perplessità potremmo averla. Le domande aumentano quando scopriamo che Candreva, Bernardeschi ed Eder sono in gruppo. L’italo-brasiliano è quello con più attenuanti, abituato a giocare alle spalle di una prima punta, ma gli altri due, esterni offensivi moderni, ne hanno meno. Anzi, a non averne proprio, forse, è Ventura.
La prima uscita a Coverciano deve aver impressionato particolarmente il tecnico viareggino che, punzecchiato su El Shaarawy e Berardi, si è giustificato un po’ alla carlona battendo in ritirata sulla tattica e sul suo modulo senza ali. Sì, il laziale e il viola hanno già scorrazzato per tutta la fascia rendendosi utili in un centrocampo a cinque ma è anche vero che lo ha fatto pure il giallorosso negli ultimi Europei. Stesso discorso per il 25 del Sassuolo: in Under-21 e molteplici occasioni ha illuminato da seconda punta. Nessun processo, ovvio, ma poteva esprimersi con più cautela. Alla fine i volti su cui si dovrà puntare nel prossimo futuro ci sono più o meno tutti, Verratti in primis.
In passato importati allenatori azzurri hanno sacrificato il talento di alcune voci fuori dal coro in nome di schemi e gioco di squadra. Non credo sia il caso di Ventura, e in ogni caso sarebbe troppo presto per giudicarlo. Sono rari i tecnici che insegnano calcio e, da questo punto di vista, Tavecchio ha lavorato con serietà trovando un successore degno di Conte. Fa più effetto sentir ripetere a un CT, ancora, quanto sia strano essere così lontano dal lavoro quotidiano coi giocatori. È così difficile capacitarsi di vedere ‘sti ragazzi ogni due o tre mesi? È sempre stato così e lo sarà sempre. Stage o non stage.
In ogni caso assisteremo alle vere scelte solo tra qualche mese, quando i giochi si faranno più duri e ci saranno in ballo i punti per qualificarsi a Russia 2018. Chissà se, come ha già dichiarato Squinzi, Berardi farà cambiare idea a Ventura. Sicuramente, in caso servisse un numero dieci azzurro, al momento veste solo verdenero.