L’amaro in bocca, per i tifosi della Roma, è enome. Finire in nove uomini in un preliminare di ritorno che avresti dovuto vincere a mani basse, e non tanto per il divario tecnico, ma per dimostrare una volta per tutte una maturazione oramai completata, in Europa, è sinonimo che c’è ancora tanto pane da mangiare. Sono passate 48 ore dal crollo giallorosso con il Porto: a mente fredda, forse, possiamo dire che per i tifosi della Roma è addirittura meglio così.
Non sono un folle: sono il primo che avrebbe sperato in tre squadre in Champions League. A dirla tutta, pensavo addirittura che per i ragazzi di Spalletti ci fosse da svolgere il cosiddetto ‘compitino’: segnare un gol per tempo, e portare a casa una qualificazione alla fase a gironi che l’1-1 dell’andata aveva contribuito a rendere più che possibile. Ovviamente, non è andata così, e oltre a sottolineare i meriti di un Porto più europeo, dobbiamo purtroppo, ancora una volta, evienziare i limiti mentali, caratteriali, di una squadra che ha dimostrato chiaramente di non esser pronta per i migliori palcoscenici. Una sqadra che ha fatto capire di dover sudare ancora parecchio, prima di potersi sedere e giocarsi una mano al tavolo dei grandi.
Per tal motivo, dunque, meglio così: l’Europa League è una dimensione minore, già, ma decisamente alla portata. Escludendo il mero fattore economico (perché tutto questo discorso vale solo e soltanto eliminando il lato monetario della vicenda, dato il bel pacchetto di milioni che sarebbe entrato nelle casse della Roma se avesse centrato la fase a gironi), per i giallorossi, l’Europa League, è molto meglio giocarla dall’inizio. Perché nella piccola Europa, questa Roma, può arrivare fino in fondo. Sì: può riuscirci, decisamente. In Champions, invece, arrivare anche in semifinale sarebbe stata un’utopia. Perciò: meglio concentrarsi da subito su un obiettivo alla portata, e lottare per esso fino alla fine.
Sotto con l’Europa League, dunque. Trofeo che si può alzare, no? Torneo in cui la banda Spalletti può puntare ad arrivare fino in fondo, no? Soprattutto, una competizione che consentirà ai giallorossi di capire un po’ meglio come bisogna comportarsi fuori dai nostri confini. No?