Editoriali

Le cinque pallottole del Sassuolo

Il Sassuolo ha da qualche ora schiantato 3-0 la Stella Rossa di Belgrado nei preliminari di Europa League. Ora vi racconto, semplicemente, con che cosa ci è riuscito.

IL MISTER – Eusebio Di Francesco è uno dei migliori tecnici che allenano in Italia. Sta costruendo, da cinque anni, una squadra competitiva e ben salda sulle proprie fondamenta. Il Sassuolo scende in campo con la stessa idea di gioco da tempo e i risultati si vedono. Scambi rapidi, passaggi lunghi e corti continuamente alternati, inserimenti dei centrocampisti e tagli degli esterni senza palla. Tutto cronometrato al secondo come un orologio svizzero. Il merito è solo del mister, che gioca sempre votato all’attacco trovando il tempo di valorizzare giovani importanti, spesso italiani.

IL GRUPPO – Già che si parli la stessa lingua nello spogliatoio aiuta a compattare l’ambiente. È come dare una mano di calcestruzzo in più su un muro. Se poi pensiamo che la squadra titolare è, bene o male, sempre la stessa e non si sente mai nessuno mugugnare, possiamo solo toglierci il cappello di fronte all’intelligenza di questi ragazzi. Sempre uniti verso un obiettivo comune, mai una voce fuori dal coro. Si potrebbe pensare che giocando in una realtà non ancora affermatasi sia normale essere più uniti. Non per forza. Perché se sono giovane e vengo in Emilia per farmi le ossa e non vedo il campo, posso anche diventare la celeberrima mela marcia dell’allegra brigata. Ma a Sassuolo, da tempo, si vede solo frutta di prima scelta.

L’UMILTÀ – È una delle caratteristiche più evidenti di tutta la baracca. La si respira in società, nello staff tecnico, tra i giocatori, nei magazzinieri, all’ufficio stampa. Ovunque. L’umiltà di ricordarsi da dove si viene e dove si vuole arrivare, con pazienza e sacrificio. Francesco Magnanelli, capitano e simbolo dei neroverdi, incarna alla perfezione il pensiero societario: è con loro dal 2005, quando ancora si giocava in C2. È un discreto centrocampista, intelligente, esperto e che non esagera. Col tempo è migliorato molto e ha alzato il proprio livello per poter rimanere in squadra. Se avete vent’anni, giocate tra i dilettanti e credete ancora di arrivare in A, vi consiglio di mettervi un poster in camera di Magnanelli a fianco a quelli di Messi e Ronaldo.

LO STADIO – Sì beh, lo stadio per dire la società. Il Mapei è di proprietà del Sassuolo ed è il massimo esempio di come una squadra che si è fatta da sola può arrivare a togliersi delle soddisfazioni anche fuori dal campo. Squinzi è un bel pezzo da novanta, nulla da dire, ma è anche uno dei pochi che ha lavorato con lungimiranza creando un giocattolino che funziona a 360 gradi. Se avete sessant’anni e siete dei dirigenti sportivi importanti, vi consiglio di chiacchierare più spesso, quando capitate in Lega, con il presidente di Confindustria.

FORTUNA – Sarà banale, e magari non sarete d’accordo, ma la fortuna ci vuole sempre. È un ingrediente fondamentale nella vita, pensate in uno sport dove si gioca con una palla rotonda. Per quanto si può essere bravi a mettere in piedi qualcosa di bello, di concreto, tutto si può sgretolare in una manciata di minuti. È capitato, e capiterà sempre. È il calcio, è lo sport.

Nel dubbio, o Sassuolo, rimani sempre audace.

Published by
Eugenio Cignatta