Coppe

Il cioccolato svizzero, in Europa, è amaro

Intendiamoci: esiste un ricco campionario di frasi fatte, per queste occasioni, dal sempreverde “Non è detta l’ultima parola” al più lombardo-ticinese “I mort se porten via quand hinn frecc” (I morti si affidano al becchino quando sono freddi). Nessuno, però, in Svizzera, si sentirebbe oggi di giocare dei franchi sulla promozione alla fase a gironi, rispettivamente di Champions ed Europa League, per Young Boys e Grasshopper Zurigo, uscite entrambe con le ossa rotte dall’andata degli spareggi.

I gialloneri, a Berna, finalmente davanti a una cornice di pubblico idonea, hanno disputato contro i tedeschi del Borussia Mönchengladbach una partita generosa, ma si sono dimostrati, ancora una volta (come nello scorso anno), non abbastanza maturi mentalmente per sopportare questo tipo di temperature. Andati sotto dopo 10′ minuti, grazie a un tiro dell’ex Chiasso e Zurigo Raffael, i bernesi hanno saputo trovare il pari a inizio ripresa, con una bella azione finalizzata da Sulejmani, puntuale all’appuntamento con il gol, dopo che, purtroppo per gli svizzeri, il solitamente inesorabile Hoarau aveva fallito, nel primo tempo, una favorevole occasione per raddrizzare l’incontro. A questo punto, però, i tedeschi hanno fatto valere la loro maggiore esperienza, mettendo a segno due reti nel giro di 3′, con Hahn al 67′ e con un altro tiro di Raffael, deviato in rete da Rochat: in entrambe le occasioni, difesa giallonera da rivedere, con errori di posizione e respinte difettose.

Decisamente più pesante, per il calcio svizzero, soprattutto dal punto di vista del gioco, la sconfitta del GCZ in Turchia: contro il pur favorito Fenerbahce, la squadra di Tami ha perso 3-0 e, soprattutto, è apparsa timorosa e fragile. Appare davvero assai improbabile che la prossima settimana, al Letzigrund, possa avvenire la trasformazione, necessaria ribaltare la situazione. Gialloblù in gol dopo soli 4′ con Chahechouhe, bravo a sfruttare  una respinta difettosa (causata da un intervento goffo) di Vasić: ma il comportamento della difesa, nell’azione, è stato imbarazzante (rimpalli perduti, tunnel a Lavanchy da parte di un giocatore a terra, mancate chiusure, giocatori fuori posizione). Nel finale, i turchi hanno dilagato: raddoppio al 72′, con Stoch, che ha pescato l’angolino basso alla destra del portiere; ma, oltre a essere stato lasciato solo, l’attaccante gialloblù ha potuto accentrarsi con comodo, e calciare da buona posizione, a interno area. Lo stesso giocatore slovacco ha poi, probabilmente, chiuso il discorso qualificazione al 92′, con una gran conclusione da fuori area: tutto molto bello, ma anche qua la difesa tigurina non ha chiuso lo specchio della porta. Incolpevole, invece, nell’occasione, il portiere.

Ovviamente, si tratta di un primo bilancio: il calcio svizzero, restando così le cose, avrà comunque il Basilea in Champions League, e Zurigo e Young Boys in Europa League: meglio dello scorso anno, grazie agli accessi diretti alla fase a girone della più importante competizione continentale. Manca qualcosa per diventare più competitivi oltre confine (a parte il Basilea), ed è un cambio di mentalità. Lo Young Boys, soprattutto, deve riuscire a fare il salto di qualità: e forse, questa potrebbe essere la stagione della svolta. Disputare la fase a gironi dell’Europa League potrebbe creare la necessaria esperienza internazionale nel gruppo, in modo da poter affrontare, nel futuro, questo tipo di sfide con maggiori probabilità di riuscita. L’impresa, nel turno passato, contro lo Shakhtar Donetsk, è stato un segnale importante: ma ora, per crescere ancora, serviranno il sostegno del pubblico, e qualche risultato importante. L’esempio è il cammino del Sion nella stagione scorsa. E chissà che, finalmente, i gialloneri si tolgano di dosso la nomea di eterni secondi del calcio elvetico.

Discorso più complesso per il GCZ: la squadra, che pure ha un potenziale offensivo notevole, in campo appare svuotata e priva della necessaria cattiveria, soprattutto dietro. Ci vuole un netto, brusco cambio di direzione. Pier Tami è un ottimo tecnico, preparato e profondo conoscitore della Super League. Ora, però, servono punti, già da domenica, nonostante l’avversario sia un Sion nelle stesse condizioni dei tigurini. La stagione passata dei dirimpettai dello Zurigo è un monito: bisogna uscire dalle secche della bassa classifica subito. L’ambiente (come quello dei cugini, lo scorso anno) non è preparato a sopportare le tensioni della lotta in bassa classifica, e le ultime prestazioni di Losanna, Lugano, Thun e Vaduz hanno chiaramente dimostrato che, almeno per ciò che si è visto finora, non ci sono vittime sacrificali. Quindi, attenzione: la miglior vendetta, per i vilipesi (lo scorso anno) tifosi dello Züri, sarebbe fare un beffardo passaggio di testimone con i rivali di sempre. E che questo possa avvenire al Letzigrund, stadio famoso nel mondo per l’atletica leggera, avrebbe un suo perché.

 

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Silvano Pulga