Con la Super League greca continua il nostro viaggio di presentazione dei maggiori campionati europei. Un viaggio che vi porterà a conoscere curiosità, squadre e volti nuovi dei top club con consigli degli esperti e personalissimi pronostici. Buon divertimento e buona estate, il calcio non si ferma mai.
LE FANTASTICHE QUATTRO – Doveva essere il Pentapartito ed è stato un governo monocolore. La scorsa stagione di Super League ha portato la gloria in massa sul binario diretto al Pireo, in casa di un Olympiakos che di primo acchito sembrava addirittura meno competitivo di quello dell’anno precedente, ma che in realtà ha sbaragliato tutto e tutti. Marco Silva è entrato nella storia dei gavros, infrangendo record su record: 28 vittorie, miglior distacco dalla seconda, record di punti. Oggi però i campioni in carica hanno qualche gatta da pelare in più del solito. La clamorosa eliminazione dai preliminari di Champions a opera dell’Hapoel Beer Sheva ha di fatto decapitato Victor Sánchez, sostituito a inizio agosto da Paulo Bento. Nuovo mister, nuovi schemi e nuovi equilibri: via capitan Roberto, Masuaku e Kasami, dentro Figueiras, de la Bella e André Martins. Centrocampo e attacco di qualità, qualche dubbio in difesa. Non ci sono dubbi invece sul Panathinaikos: per quanto possibile, ogni richiesta di Stramaccioni è stata accettata. Il tecnico romano prosegue nella sua personale rivoluzione ateniese, che sta rendendo questo PAO il più denso di stranieri di sempre. Fuori per fine contratto dei pezzi grossi come Pranjić e Petrić, seguiti da tutti coloro che non hanno brillato: Sergio Sánchez e Abdul Ajagun (mai amato da Strama) in Russia e Olanda, Tavlaridis, Wemmer e il flop Essien in attesa di sistemazione. In compenso arrivano centrali di spessore come Ivan Ivanov e Nuno Reis, una vecchia colpe come Cristian Ledesma, centrocampisti veloci come Hult e Wakaso. In avanti molteplici soluzioni con ali veloci e fisiche, una punta di livello europeo come Marcus Berg e la fantasia del nuovo arrivato Lautaro Rinaldi. Suscita molta curiosità anche il PAOK, molto attivo sul mercato e con molto criterio. L’ennesimo nuovo progetto del presidente Savvidis si basa sull’ex tecnico delle giovanili Vladimir Ivić, che ha portato i bianconeri all’insperata vittoria nei playoff. Il serbo gioca semplice e immediato, le partite sono di sicuro spettacolo con un 4-3-3 molto veloce e qualitativo. La bicefala del nord si disfa di quella catastrofe ambulante di Robin Olsen e della grande delusione Berbatov, insieme a qualche giovane non ritenuto all’altezza, ma perde anche pedine importanti come Robert Mak (volato a San Pietroburgo per 3,5 milioni) e Miguel Vitor. In compenso arrivano giocatori centratissimi, che stuzzicano la fantasia dei tifosi. Molto interessante l’asse che parla portoghese: i nuovi Djalma Campos, Léo Matos e Fernando Varela (gran centrale di Capo Verde) si vanno ad aggiungere al fulcro di gioco Garry Rodrigues e a Jairo. Attesa anche per i centrocampisti Cañas e Shakhov, oltre che per il fantasioso Biseswar. L’AEK invece non rivoluziona, ma sfoltisce, in attesa di una stagione meno travagliata della scorsa. Sono stati infatti tre i cambi in panchina (Dellas-Poyet-Stelios Manolas), ma con l’ultimo dei quali capace di vincere la Coppa di Grecia. Ora in panca siede Temur Ketsbaia, georgiano che conosce benissimo il mondo ellenico, grazie a una carriera spesa nell’Ellade e a Cipro. L’unico addio pesante è quello di Diego Buonanotte (forse ci sarà a breve anche quello di Hélder Barbosa) e nel complesso le uscite sono quasi tutte telefonate, tra giocatori in rotta con la società (Cordero e Djebbour) e rimasugli della stagione in Serie B. Tra gli arrivi, ottimi i colpi Juan Manuel Díaz, Patito Rodríguez e Tasos Bakasetas; più da clinica di recupero quelli di Hugo Almeida e Dmitro Chygrynskiy, ai quali si augura un pronto ritorno se non ai fasti del passato, comunque a buon livello.
OCCHI PUNTATI SU… – Su tutte le squadre della competizione, chiaramente. In particolar modo andrebbero sottolineate alcune realtà chiamate a un particolare passo di conferma o di risalita. Innanzitutto, non si può non parlare di un Panionios incredibilmente da Europa, toltagli solo dalla giustizia sportiva per le solite storie di debiti pregressi. Il lavoro fatto da Marinos Ouzounidis comunque resta e quest’anno sarà la prova del nove per un gruppo giovane e principalmente greco, nonostante la perdita di alcune pedine essenziali, tra cui lo stesso tecnico (il suo orecchio teso alle moine dell’Olympiakos non è stato molto apprezzato a Nea Smyrni). A sostituirlo sarà l’ex Omonia Nicosia Vladan Milojević. La stessa conferma deve arrivare dal PAS Giannina, ormai al terzo anno nelle mani di mister Petrakis. L’eliminazione ai preliminari di Europa League era pronosticabile, ma gli ionici hanno dato prova di buon gioco e del solito legame che unisce l’intero roster. Deve partire invece con una scossa la stagione dell’Asteras Tripolis, abbonata alla lotta playoff da diversi anni, ma reduce da una stagione fatta di alti e bassi, mediocre anche sul piano del gioco. La partenza di Apostolos Giannou nel mezzo di febbraio destinazione Cina non aiutò. Sta a Makis Chavos rimettere in sesto la squadra, esattamente come sta a Traianos Dellas far ripartire col piede giusto l’Atromitos, incredibilmente in lotta per non retrocedere durante buona parte dell’anno passato. La scossa delle ultime giornate deve essere seguita ora da una buona partenza, per centrare l’obiettivo del quinto posto. Suscitano curiosità anche il progetto “lusitano” del Panetolikos, nonché le nuove avventure Lucescu e Paraschos, confermati sulle panchine di Xanthi e Platanias. Larissa e Kerkyra sono le due neopromosse: squadre storiche, in particolare i granata, assenti da lungo tempo dal palcoscenico principale.