Con la Primera División de Argentina continua il nostro viaggio di presentazione dei maggiori campionati europei e non. Un viaggio che vi porterà a conoscere curiosità, squadre e volti nuovi dei top club con consigli degli esperti di turno e personalissimi pronostici. Buon divertimento e buona estate, il calcio non si ferma mai.
UNA NUOVA ERA SI APRE NEL CALCIO ARGENTINO: LA PRIMA VERA VOLTA DEL CAMPIONATO UNICO – In quello che sarà il campionato che darà il via alla riforma definitiva del calcio argentino (calendario allineato ai quello dei campionati europei, trenta squadre al via che col passare delle stagioni si ridurranno con quattro retrocessioni e due promozioni dalla B Nacional fino ad arrivare a venti), toccherà al Lanús difendere il titolo conquistato con pieno merito a maggio battendo 4-0 il San Lorenzo nella finalissima. Il Granate di Almirón resta tra le squadre più forti, ma durante questo calciomercato ha perso pezzi importanti come Gustavo Gómez (passato al Milan), Benítez (Benfica), Ayala (Al Nassr) e Mouche (Palmeiras). Nonostante questo, i campioni in carica restano tra le pretendenti potendo contare su un’ossatura ormai collaudata e sull’aver trattenuto Miguel Almirón, probabilmente il giocatore più decisivo dello scorso campionato. Anche le due grandi d’Argentina hanno optato per cambiamenti notevoli. Il Boca Juniors, dopo la cocente delusione dell’eliminazione dalla Copa Libertadores per mano dell’Independiente del Valle in semifinale, ha salutato Díaz, Lodeiro, Erbes, Chávez, Palacios e Rolín per fare spazio a Walter Bou, Zuqui, Vergini e Benedetto. Molto interessanti i primi due, reduci dalle ottime esperienze rispettivamente con Gimnasia e Godoy Cruz. Importante per gli Xeneizes aver tenuto Tévez, anche se l’ex giocatore della Juventus dovrà non essere quello visto nell’ultimo semestre. Ha cambiato tanto anche il River Plate, soprattutto in difesa: Balanta è andato al Basilea, Mercado al Siviglia, Mammana all’Olympique Lione, Vangioni al Milan e il portiere Barovero al Necaxa. Di livello però i sostituti, con Mina (assoluto protagonista con l’Independiente del Valle in Copa Libertadores) e Lollo che danno importanti garanzie a Gallardo. In attacco invece il colpo si chiama Marcelo Larrondo, arrivato dal Rosario Central tramite Montréal Impact.
OCCHI PUNTATI SU… – L’Estudiantes. Dopo l’ottimo campionato passato, chiuso con il secondo posto nel girone vinto dal Lanús e con la qualificazione alla Copa Libertadores ottenuta battendo il Godoy Cruz nello spareggio, il Pincha ha tutte le carte in regola per sorprendere le “favorite di diritto” e lottare fino alla fine per il titolo. Vivas potrà continuare l’eccellente lavoro fatto finora potendo contare sulla permanenza di Andujár, Desábato e Damonte e sugli arrivi di Toledo (attaccante reduce da un gran campionato col San Martín (SJ)) e Braña (idolo dei tifosi, tornato a casa dopo l’esperienza al Quilmes). L’unica nota dolente per i tifosi biancorossi è sicuramente la partenza dell’idolo di casa Gastón Fernández, che ha deciso di lasciare per provare una nuova esperienza con l’Universidad de Chile.
IL PRONOSTICO – Secondo noi a sollevare al cielo il trofeo a fine stagione sarà una tra Boca, River, San Lorenzo e Lanús. Le prime due potranno contare anche sul fatto di non avere l’impegno continentale (a meno che non vincano la Copa Argentina) e potranno quindi deviare tutte le proprie forze sul campionato. Per Gallardo questa poi potrebbe essere l’ultima stagione in biancorosso, molto dipenderà dai risultati dopo la deludente ultima stagione (va detto ovviamente che quelle prima erano state invece trionfali, ma i cicli sono spesso destinati a chiudersi). Il San Lorenzo ha dalla sua il fatto di aver cambiato poco e soprattutto di aver tenuto Blandi. Sarà da verificare però l’impatto di Aguirre, alla prima esperienza da allenatore nel campionato argentino. Più indietro Racing, Independiente e Rosario Central: l’Academia ha perso in un solo colpo Milito, Saja, Lollo e Roger Martínez, mentre il Rojo ha già steccato la prima uscita stagionale venendo eliminato in Copa Argentina dal Defensa y Justicia. Gabriel Milito dovrà lavorare moltissimo per cercare di far tornare il sorriso a dei tifosi che non vedono vincere alla propria squadra un campionato dal 2002. Discorso diverso per il Central di Coudet, che, nonostante un gioco sempre produttivo e coinvolgente, ha perso molto in termini di qualità con le cessioni di Cervi al Benfica e di Donatti al Flamengo. Da dicembre inoltre il Canalla dovrà fare a meno anche di Lo Celso, già venduto al Paris Saint-Germain. Teo Gutiérrez, arrivato in prestito dallo Sporting Lisbona, può sicuramente dare una mano ai gialloblù, ma bisognerà vedere con che continuità riuscirà a esprimersi.
Parliamo ora della lotta per non retrocedere. Dopo aver salutato l’Argentinos Juniors a maggio, si riapre la lotta per evitare di sprofondare in B Nacional. L’Huracán ha perso a malincuore il suo cannoniere Ábila (passato al Cruzeiro), ma è riuscito a sostituirlo con l’ottimo ecuadoriano Angulo (undici reti in ventiquattro partite lo scorso semestre con l’Independiente del Valle); tranquillo anche l’Unión nonostante le eccezioni eccellenti di Malcorra e Riaño in Messico. Il promedio fa paura a tutti quelle sotto al Globo e al Defensa y Justicia.
L’Atlético de Rafaela è sicuramente la squadra messa peggio dopo l’ultimo disastroso campionato, ma non se la passano bene neanche Temperley, Sarmiento e Olimpo. Leggermente più tranquille ai nastri di partenza Quilmes e Colón. Grande attesa infine per il Talleres, che torna in Primera División dopo anni di sofferenze e ridarà vita al magnifico Clásico cordobés affrontando il Belgrano.