Non è stato facile per la Lazio strapparlo all’Oostende, squadra a cui rimarrà sempre legato. Perché è lì che Jordan Lukaku è esploso definitivamente, è lì che suo padre Roger ha chiuso la carriera da calciatore nel 1999. I biancocelesti hanno preso un vero gioiello: classe 1994, freccia mancina, veloce, scattante, scuola Anderlecht e questo fa dormire sonni tranquilli, perché il settore giovanile biancomalva è una garanzia, è sempre stato una fucina di talenti. Una storia al contrario, quella di Jordan. Da piccolo, voleva fare il dottore: fu la mamma, Adolphine, a dirgli di no, perché lo vedeva giocare col pallone e notava in lui del talento vero, quel talento che lo portò vicino al trasferimento al Milan nel 2013 dopo che Galliani fu impressionato dalle sue giocate al torneo di Viareggio. Non si fece nulla in quella occasione (per via anche della volontà della mamma, che lo voleva ancora vicino, in Belgio, dato che il suo fratello maggiore, Romelu, era già scappato via dal Paese per giocare in Premier).
Cresciuto a Molenbeek, quartiere di Bruxelles che tutti abbiamo imparato a conoscere per via dei tristi fatti recenti, esordisce in Jupiler Pro League proprio con l’Anderlecht, nel 2012: era il 21 marzo, e Jordan entrò al posto di Safari al 55′ per difendere il momentaneo 2-1 biancomalva sullo Zulte Waregem (partita in cui diede spettacolo anche un certo Lucas Biglia, altro elemento che in casa Lazio hanno imparato a conoscere). Nell’agosto del 2013 il passaggio all’Oostende, in prestito: è il momento di farsi vedere, per Lukaku. Esplosivo in fase offensiva, non impeccabile in quella difensiva, ma tant’è: Jordan ha polmoni, deve spingere, certo, anche difendere, ma è giovane e sa di avere tempo per perfezionarsi. Chiude la prima stagione all’Oostende con 15 presenze in Jupiler Pro League, e si guadagna il riscatto: nell’estate del 2014 diventa tutto dei De Kustboys. Soprattutto: ne diventa un punto fermo, imprescindibile nello schieramento tattico di mister Vanderbiest prima, mister Vanderhaeghe dopo. Proprio sotto la gestione di quest’ultimo, nella scorsa stagione, Jordan matura del tutto: il 1 agosto 2015, alla seconda di campionato, la soddisfazione del primo gol in JPL, a cui se ne aggiungeranno altri due nel corso della stagione, rifilati a Mouscron e Genk. Poi, l’estate, la convocazione di Wilmots per gli Europei (è vero: mancavano parecchi tasselli in difesa, nel Belgio, però…), e infine la Lazio: cinque milioni di euro e triennale, con opzione per un anno ulteriore. Benvenuto in Serie A, Jordan Lukaku.
Lo prendiamo al Fantacalcio? Decisamente sì: non segna tanto, ma è uno che in campo dà sempre il massimo. Giocatore corretto, robusto, discreto rifinitore (i suoi cross sono spesso tagliati e decisamente insidiosi), sa inserirsi tra le linee, quando parte in percussione non lo prendi più. Se riuscirà ad ambientarsi e dimostrare le sue grandi qualità, è uno di quelli che porterà tanti voti positivi in pagella.