Olimpiadi Rio 2016, i Giochi della cattiva educazione
Arrivati a questo punto delle Olimpiadi di Rio avremmo voluto raccontarvi delle belle storie che solo lo sport sa regalare, come quella della judoka brasiliana Rafaela Silva cresciuta nelle favelas o quella della lottatrice del Kosovo Majlinda Kelmendi, primo storico oro per il suo paese. Avremmo davvero voluto, ma il dovere di cronaca ci impone di raccontare anche le storie molto meno belle che stanno accadendo in questi giorni nella piscina delle gare olimpioniche.
I fatti saliti all’onore della cronaca sono due. Il primo è quello legato a Yulia Efimova, la nuotatrice russa riammessa in extremis ai Giochi dopo il ricorso al Tas per la squalifica per il doping e che ha conquistato l’argento nella finale dei 100 rana femminile battuta solo dalla americana Lilly King. In semifinale la statunitense ha ben deciso di rivolgere alla rivale il classico gesto del dito medio: non solo, al momento della premiazione l’americana ha schivato l’abbraccio della russa. Giusto per aggiungere ulteriore tensione alla situazione, sono arrivati i fischi e gli insulti da parte del pubblico appena la Efimova è uscita dall’acqua e le dichiarazioni dell’americana: “Se fossi stata in lei non avrei mai cercato le congratulazioni da chi non parla bene di me. Purtroppo devo rispettare la decisione del Cio di riammetterla, ma lei non avrebbe dovuto essere a Rio. Sono fiera di competere in modo onesto.” Se la King ha così dispiacere a rispettare la decisione del CIO, può anche esimersi dal gareggiare, non credo gliel’abbia ordinato il medico.
Andiamo al secondo caso, ovvero quello che è legato al nuotatore cinese Sun Yang. E qui troviamo una coppia d’assi. Il primo è il francese Lacourt che dopo essere stato battuto da Sun nei 200 stile libero non si è certo trattenuto: “Dispiace sempre essere battuto da un cinese. Mi fa vomitare vederlo sul podio. Sun è uno che fa la pipì viola.” Il secondo è l’australiano Mack Horton che dopo la gara dei 400 metri rilascia queste belle parole: “Mi si è avvicinato Sun Yang per dirmi ciao, ma l’ho ignorato. Non ho tempo e non ho rispetto per i dopati. Così l’ha presa male e mi ha schizzato. Ma io ho continuato a farmi i fatti miei.“ Il comportamento di Horton è stato spalleggiato dal capo delegazione australiano Kitty Chiller: “Mack ovviamente ha delle visioni molto nette sul bisogno che abbiamo di pulire lo sport dal doping, come ognuno di noi. Ha tutto il diritto di esprimere le sue idee e il suo dispiacere in tal senso. Non abbiamo nessuna intenzione di chiedere scusa.” Il comportamento della federazione australiana è stato stigmatizzato da quella cinese, come si legge dalle dichiarazioni del team manager Xu Qi: “Abbiamo letto cosa è stato detto in questi due giorni da Horton, che ha lanciato un malizioso attacco personale a Sun. Crediamo che queste parole inappropriate urtino profondamente i sentimenti tra i nuotatori cinesi e quelli australiani. E’ una dimostrazione di mancanza di buone maniere ed educazione. Chiediamo fortemente delle scuse.” E’ notizia di queste ore che il CIO ha comunicato che, senza una richiesta formale da parte della delegazione cinese, non si muoverà.
In tutto questo il CIO ha lanciato un monito agli atleti con un comunicato da parte del suo portavoce Mark Adams: “Rispettate i vostri avversari. Chiediamo agli atleti maggior fair play non solo sul campo ma anche nelle dichiarazioni”. Il Cio ha poi invitato anche i tifosi presenti alle gare ad avere un comportamento più consono allo spirito dei Giochi: “È chiaro che i fischi alla Efimova non sono una bella cosa, e non fanno parte del nostro modo di intendere lo sport. È altrettanto chiaro, però, che gli spettatori sono liberi di esprimere il loro pensiero. L’unica cosa che mi sento di dire è che il clima olimpico non deve essere simile a quello che ogni tanto si vede sui campi di calcio“. Il CIO ha dovuto, infine, ribadire la sua posizione sugli atleti russi: “Chi ha provato la propria innocenza è giusto che sia qui, punto“.
Adams ha chiuso con una frase: “C’è una linea da non attraversare che permette alle persone di poter competere serenamente e in tranquillità.” Suggeriamo caldamente al CIO di tracciare quella linea al più presto prima che la situazione degeneri ulteriormente.
Aggiornamento: sul tatami durante il primo turno delle gare di judo il judoka isrealiano Or Sasson ha sconfitto quello egiziano Islam El Shehaby: al momento del tradizionale saluto tra atleti l’egiziano è arretrato e si è rifiutato di stringere la mano del suo avversario, come da tradizione. E’ dovuto intervenire l’arbitro e ha ottenuto solo un piccolo cenno della testa. La Federazione Internazionale ha dichiarato che esaminerà questo caso alla fine dei Giochi Olimpici. Quali siano le convinzioni politiche del lottatore egiziano, noi diciamo solo che durante i Giochi Olimpici antichi le guerre erano sospese da una tregua.