Dopo anni di corteggiamenti, Éver Banega approda a Milano, sponda nerazzurra. L’acquisto dell’eclettico centrocampista argentino rappresenta la prima e principale manovra di mercato dei nerazzurri, in questa torrida sessione estiva, e conferma la tendenza della società di Via Durini a farsi sedurre dai talenti sudamericani, specialmente da quelli più discontinui e controversi. L’ingaggio a parametro zero di Éver Maximiliano David Banega, meglio conosciuto come Éver Banega, è volto a colmare quelle lacune, tattiche e di personalità, che il centrocampo nerazzurro ha mostrato nelle ultime stagioni. Impiegabile tanto dietro alle punte quanto sulla mediana, Banega ha nella visione di gioco e nelle verticalizzazioni i suoi punti di forza, e negli ultimi due anni ha preso le redini del centrocampo del Siviglia, conducendo la compagine andalusa alla conquista di due Europa League consecutive. Dotato di tecnica sopraffina e in grado di tracciare linee di passaggio visionarie, El Tanguito ha offerto negli anni un rendimento discontinuo, limitato da bizzarri incidenti stradali e una condotta fuori dal campo non sempre ineccepibile. A 28 anni però, dopo essere stato eletto per due volte di fila miglior giocatore della finale di Europa League, ed aver disputato una Copa América convincente, Banega si trova di fronte a un bivio: campione, o eterna promessa.
Cresciuto calcisticamente nel fertile vivaio del Boca Juniors, diventa a soli 19 anni punto fermo della prima squadra e uno dei protagonisti del trionfo in Copa Libertadores nel 2007, attirando le attenzioni di diverse società europee, anche in seguito ai successi con la Nazionale argentina: Mondiale Under-20 nel 2007 e Olimpiadi nel 2008. La spunta il Valencia, che si assicura le prestazioni di Banega per la notevole cifra di 18 milioni di Euro. Nonostante la Copa del Rey sollevata dal club spagnolo a fine stagione, le prestazioni dell’argentino non convincono del tutto la dirigenza, che decide di girarlo in prestito con diritto di riscatto all’Atlético Madrid. L’esperienza madrilena si rivela nuovamente al di sotto delle aspettative, e a fine stagione l’Atlético sceglie di non esercitare il riscatto, determinandone il ritorno a Valencia. Dal 2009 al 2014 Banega fa parlare di sé soprattutto per due clamorosi incidenti, quando nel giro di un solo anno viene prima investito dalla sua stessa auto, avendo dimenticato di azionare il freno a mano, rompendosi tibia e perone, e sei mesi dopo vede la sua Ferrari andare a fuoco, per ragioni ancora non chiare. Nell’inverno del 2014 Banega torna in Argentina, in prestito al Newell’s Old Boys, con l’obiettivo di essere convocato da Sabella per i Mondiali del 2014, ma fallito anche questo obiettivo, torna in estate al Valencia, sfiduciato e destinato a essere ceduto. Il Sivilla coglie l’occasione, e gli affida le chiavi del centrocampo per due stagioni; l’argentino non fa rimpiangere il ceduto Rakitić, e il suo rendimento gli permette di rientrare nel giro della Nazionale, con la quale arriva per due volte di fila in finale di Copa América, dove viene però sconfitto entrambe le volte dal Cile.
Il 6 luglio 2016, dopo aver deciso di non rinnovare con il Siviglia, firma un contratto triennale con l’inter, salendo su quello che, verosimilmente, sarà l’ultimo treno della sua carriera.
Lo prendiamo al Fantacalcio? Sì, perché il talento è cristallino, ma senza dimenticare che si tratta di un azzardo, seppur calcolato. Gli elementi a favore sono la classe innata dell’argentino, la probabile titolarità nello scacchiere di De Boer, e il fatto di giocare in una squadra che quest’anno è chiamata a lottare per le prime posizioni. Tuttavia, a oggi è difficile ipotizzare dove giocherà Banega, se affianco a Kondogbia/Medel sulla mediana, o se alle spalle di Icardi/Éder sulla trequarti. Non è perciò scontato che il tecnico olandese riesca a risolvere il rebus tattico in merito alla corretta collocazione dell’argentino, il quale necessita di godere di una certa libertà per esprimere al meglio il suo potenziale e fare la differenza nell’ultimo passaggio. Se a ciò si aggiunge il fatto che negli ultimi anni l’Inter non sia sempre riuscita a valorizzare i talenti acquistati sul mercato, e che Banega sia tutt’altro che un goleador (solo 29 reti in 421 gare ufficiali disputate), appare evidente come in ottica fantacalcistica l’argentino rappresenti un’intrigante scommessa, alla quale destinare una somma morigerata del proprio budget complessivo.