A mente un po’ più fredda, ora che le acque si sono parzialmente calmate, è giusto analizzare la situazione, dire la nostra, sul flop della Pellegrini a queste Olimpiadi. Si è sfogata, Federica, sui social. Si è sfogata perché sa che su di lei c’erano tante speranze. Si è sfogata perché sa benissimo che lei, portabandiera azzurra, una medaglia avrebbe dovuto portarla a casa, più per dovere morale che altro.
Federica Pellegrini, la rappresentante della nostra nazione ai Giochi di Rio, costretta a inseguire, e non comandare, per via di una condizione incredibilmente non all’altezza. Sia chiaro, non è stato un problema mentale il suo: lo ha dichiarato lei stessa che oramai, a ventotto anni e con tanta esperienza sulle spalle, la pressione è un qualcosa che sa gestire benissimo. Non è stato un disagio mentale, dunque, il suo, ne siamo certi anche noi. È mancata la spinta nelle gambe, è mancata la forza nelle braccia, ed è mancata proprio sul più bello. Proprio quando bisognava cambiare marcia, ingranare la terza, sorpassare tutti nello sprint finale.
Non ce l’ha fatta, Federica. Peccato per lei, per l’Italia che sperava in lei, e per tutti coloro che contavano nella pronta reazione in una staffetta che invece ha portato un’altra scottante delusione.
Ha pensato di arrendersi, la Pellegrini, ma sapeva e sa benissimo che sarebbe un errore. Enorme. Perché a 28 anni la carriera è nel pieno, e a 32 anni un’Olimpiade si può assolutamente, ancora, disputare. Il 13 agosto del 2008, a Pechino, il suo primo e unico Oro ai giochi: stabilì in quelle Olimpiadi non solo il record mondiale nei 200m stile libero, ma anche quello della prima donna azzurra a salire sul gradino più alto del podio in questa disciplina ai Giochi. In quell’occasione, veniva da un’altra scottante delusione, quella ottenuta nei 400m: chiuse quinta, ma Federica trovò la forza di reagire, e nuotare poche ore dopo i duecento metri sotto il minuto e cinquantacinque secondi (pensateci: roba da pazzi, da alieni).
Basta pensare a quella notte, per capire la forza, le potenzialità, della Pellegrini. La testa, quella c’è: Fede è matura, è tosta, è cattiva. E bisognerà che sappia reagire, perché Federica Pellegrini, anche tra quattro anni, potrà sventolare la nostra bandiera ai Giochi, se lo vorrà. E tornare a nuotare ancora una volta più veloce di tutte le altre.