Un’estate di cambiamenti
Siate pronti, che fra poco si parte. Ancora una volta non sto qui a parlarvi di calcio ma di noi, che in queste ore stiamo attraversando una fase di cambiamento totale. Sì, avete capito bene: cambiamento totale, e mi limito a dire questo. Ancora qualche giorno e capirete il perché.
Non sto qui neanche a spiegarvi cosa accadrà: sarebbe come svelare con beffardo anticipo il regalo di Natale a un bambino. C’è da aspettare ancora un pochino, davvero: solo un po’ di pazienza e vedrete che tutto si trasformerà in qualcosa di più avvincente.
Siamo partiti tanto tempo fa, noi: era l’oramai lontano 2007 quando il nome “MondoPallone” entrò per la prima volta nel mondo, forse ancora acerbo, del web. All’epoca era tutto diverso: eravamo un .net, c’era un altro direttore, un altro staff, ma qualcuno di noi c’era già. Io li ricordo con estremo piacere quei tempi: una banda di ragazzi impressionati da un giornalismo che iniziava a galoppare veloce su Internet, e che sperava di farne parte con un progetto ambizioso ma, fidatevi, maledettamente difficile da realizzare.
Difficile, ma non impossibile. Neanche dopo il crack del 2010. Già: finimmo al buio. Pesto. Completo. Dopo un mare di lavoro e belle soddisfazioni. Ma fu in quel frangente che scoprimmo una sacrosanta verità: è proprio quando il buio è fitto, che un fiammifero fa la miglior luce.
Novembre 2011: ripartimmo. Con questo meraviglioso articolo di Pietro Luigi Borgia, firma gloriosa delle nostre pagine, l’unico vero punto in comune della “dirigenza” di allora e quella di oggi. Quell’articolo, letto anche adesso, spiega benissimo cosa accadde tra l’estate del 2010 e l’inverno dell’anno successivo, e soprattutto, allora, fece da apripista alla quantità indescrivibile di contenuti prodotti negli anni a seguire, fino a oggi. Contenuti di nicchia, assolutamente di qualità, elaborati da una redazione che – con tutti i limiti che ha, perché ricordiamolo: MondoPallone è prima di tutto una palestra di giornalismo, libera, sincera, gagliarda – nonostante sia sparsa in tutta Italia, è unita come fosse ogni santo giorno chiusa tra le quattro mura di una redazione. Si lavora a chilometri di distanza, ma allo stesso tempo gomito a gomito. Ci conosciamo tutti, seppur molti di noi non si siano neanche mai visti in faccia. E ci conosciamo talmente bene che abbiamo capito che, presto, le cose sarebbero dovute cambiare.
Ed ecco che cambieranno. Radicalmente, per la fortuna nostra e di chi ci segue, e ci appoggia, da nove lunghi anni. Estate 2016: punto di (ri)ripartenza: eh sì, il fulmine è davvero caduto due volte nello stesso punto.