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Verso la RSL svizzera: Lo Young Boys

Lo Young Boys di Berna, arrivato secondo nello scorso torneo, si trova alla vigilia dell’impegnativo preliminare di Champions league contro lo Shakhtar Donetsk. Poco fortunati, gli elvetici, nel sorteggio (come lo furono nella scorsa stagione, quando si trovarono opposti ai francesi del Monaco): ma l’Europa, spesso, regala incroci pericolosi.

I gialloneri arrivano al primo importante crocevia della stagione forti del’ossatura dello scorso campionato: sono infatti partiti solo Kololli, Nuzzolo e l’austriaco Zulechner, che il compatriota Hütter ha rispedito in Germania, a Friburgo. Sono invece arrivati, oltre ai due promossi U21 Duah e Obexer, Nicolas Bürgy  dal Wohlen, Thomas Fekete  dal Vaduz, l’ottimo e promettente 22enne Michael Frey dal Lucerna, e una vecchia conoscenza dell’allenatore austriaco, il centrocampista Thorsten Schick  dallo Sturm Graz.

È rimasto allo Stade de Suisse Guillaume Hoarau, 32 anni (18 gol e 9 assist in sole 22 partite, uno dei giocatori con la media realizzativa più alta della Super League), che qualcuno (probabilmente ispirato da qualche parte interessata…) ipotizzava, addirittura, visti i rendimenti, sulla via del ritorno a Parigi, in sostituzione di Ibrahimović. Nulla di tutto ciò, ma l’attaccante francese, originario di Réunion, resta uno dei punti di forza dei bernesi. I tifosi aspettavano con trepidazione il ritorno del romanista Seydou Doumbia, che nelle due stagioni a Berna (tra il 2008 e il 2010) è andato a segno 58 volte in 79: ma, come sappiamo, l’ivoriano è invece approdato sulle rive del Reno, in sostituzione di Breel Embolo, emigrato in Germania.

Cosa si aspettano i tifosi? Di poter festeggiare una vittoria. Il titolo nazionale, sulle rive dell’Aare, manca da qualcosa come 30 stagioni: per avere un’idea del tempo passato, esistevano ancora le fortezze del Ridotto alpino elvetico, e l’Unione Sovietica. L’anno dopo i bernesi vinsero la Coppa nazionale: da allora, più nulla. Anzi, delusioni cocenti: tre finali di Coppa svizzera perse, e ben sette secondi posti in campionato. Il più doloroso, quello della stagione 2009/2010, quando i bernesi, con qualcosa come 13 punti di vantaggio sul Basilea, vennero superati in classifica dai renani nell’ultima giornata, con i rossoblù che espugnarono 0-2 lo Stade de Suisse, davanti a più di 30.000 spettatori.

Lo Young Boys, quindi, lancia ancora una volta il guanto di sfida ai rivali, in particolare Basilea e Sion, per la conquista di un trofeo nazionale: Hütter, arrivato a stagione iniziata lo scorso anno in sostituzione di Uli Forte, inviso a parte dello spogliatoio (negli ambienti giornalistici elvetici si favoleggia di una grigliata messa in piedi dai giocatori, per salutarne l’esonero), è un ottimo tecnico, e ha dalla sua una squadra talentuosa (per il livello svizzero) e fisicamente piuttosto ben messa: se poi riuscisse nell’impresa della qualificazione europea, non si esclude l’arrivo di altri rinforzi.

I bernesi, in amichevole, finora, hanno fatto vedere luci e ombre, brillando soprattutto in fase di ripartenza: azioni veloci, palla a terra, che hanno tagliato fuori le difese avversarie, anche di squadre non proprio di infimo livello (Sparta Praga, Spartak Mosca). In difesa si sono viste le incertezze tipiche di questo periodo, ma è anche vero che, nella scorsa stagione, la squadra della capitale ha incassato ben 47 gol in 38 partite, nonostante schieri, tra i pali, quel Mvogo che fa già parte del giro della Nazionale maggiore, autore di alcune tra le parate più spettacolari dello scorso campionato. Oltre a segnare, insomma, bisognerà provare a subire di meno: una vittoria finale passa anche da una buona retroguardia.

Lo Young Boys partirà da San Gallo, campo difficile; tre giorni dopo il debutto europeo, in Ucraina, riceverà il Lugano, poi il ritorno di Coppa e il derby (sempre in casa) col Thun. Trasferta a Basilea, e incontro casalingo con il Losanna (nel fine settimana di Ferragosto il facile impegno di Coppa) chiuderanno il primo mese agonistico per i vice campioni di Svizzera. E sarà, fatalmente, già tempo di bilanci, come nella scorsa stagione. Il pubblico, alla sua squadra, quest’anno chiederà parecchio: non è più tempo, per i tifosi della capitale, di vedere gli altri fare festa.

(8 – Continua)