Editoriali

Perché Gabbiadini deve lasciare Napoli

Sottovalutato, poco valorizzato, non utilizzato in maniera consona rispetto al talento che Madre Natura ha deciso di dargli. Scegliete voi quale sia il termine più adatto per descrivere Manolo Gabbiadini, talento cristallino del nostro calcio in un ruolo che, al momento, è forse quello in cui vi sono più lacune a livello di nazionale. Nonostante questo, però, l’attaccante ex Sampdoria non è ancora riuscito a imporsi in una squadra con ambizioni di rilievo, e questo sta frenando in maniera enorme la sua crescita come calciatore.

L’Higuaín visto nella scorsa stagione a Napoli avrebbe fatto sedere in panchina qualunque centravanti al mondo, con la sola eccezione di Suarez e (forse) Lewandowski. Insomma, difficile emergere se davanti a te hai un attaccante che fa partire la tua squadra da 1-0 ogni maledetta domenica. Gabbiadini, però, rispetto all’attaccante argentino ha il pregio di poter giocare in più ruoli: alla Sampdoria ha fatto vedere cose interessanti soprattutto partendo dall’out di destra. Rientrando sul mancino, infatti, ha dimostrato di poter creare occasioni per sé e per gli altri, e con quel sinistro non potrebbe essere altrimenti.
Ma è tempo che non si parli più di Gabbiadini come di un giovane da far crescere, come di un attaccante che “da Higuaín può solo che imparare in allenamento”. Certo, chiunque vorrebbe allenarsi con un numero 9 del genere al proprio fianco, ma ogni giorno che passa è un giorno in meno in cui Manolo può dimostrare a tutti di che pasta è fatto.

Gabbiadini, in maglia blucerchiata, ha dimostrato di poter pungere anche da esterno destro.

Non si può nemmeno dire che abbia deluso a Napoli. Perché quando chiamato in causa, come nel periodo della squalifica di Higuaín, ha dimostrato di avere numeri da attaccante vero, quello che davanti al portiere sbaglia raramente: ci sono aspetti del gioco da migliorare, come quello spalle alla porta. Se Pellè agli Europei ha dimostrato di essere ottimo in questo fondamentale, Gabbiadini invece fatica quando si tratta di proteggere palla e far salire la squadra, una caratteristica fondamentale nel calcio moderno, specie per la punta centrale in un 4-3-3. Sarri, però, non lo vede nemmeno come esterno perché in quel ruolo, nell’ultima stagione, è stata instaurata una vera e propria dittatura da José Callejon.
Quale soluzione per uscire da questo pantano? Gabbiadini deve andare via da Napoli, subito. Non serve aspettare gennaio, non serve aspettare il prossimo giugno. A meno che Higuaín non vada davvero via da Napoli e, al suo posto, si decida di investire quei soldi per puntellare altri ruoli. Perché se Icardi dovesse diventare il nuovo “nueve” pronto a far saltare di gioia il San Paolo, la situazione non cambierebbe di una virgola rispetto adesso: ma questa soluzione non sembra essere nella mente dei dirigenti partenopei. Un po’ perché il nome esotico, in Italia, ha sempre attirato più del giovane italiano anche tra gli addetti ai lavori, ma la motivazione principale è una e una soltanto: la partenza di Higuaín metterebbe sul piede di guerra tutto il popolo napoletano, e per sperare di calmare le acque è molto meglio investire in uno che segni tanto, piuttosto che nel centrocampista di sostanza o nel difensore d’esperienza.

Quale meta per Gabbiadini? Forse l’unica big che davvero necessita di un attaccante, al momento, è il Milan (se dovesse partire Bacca), perché considerare Lapadula pronto per trascinare i rossoneri di nuovo in Champions è prematuro – almeno adesso. Ciò che è palese, invece, è che Higuaín e Gabbiadini siano incompatbili e la presenza del primo danneggi gravemente il secondo (e, di riflesso, tutto il calcio italiano).

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Alessandro Lelli