A pochi giorni dall’inizio della venticinquesima edizione del campionato russo Mondopallone vi porta alla scoperta, in maniera dettagliata ed analitica, delle sedici squadre che compongono tale torneo. Oggi tocca al Tom Tomsk.
IL TANTO ATTESO RITORNO-Dopo sei presenze consecutive, dalla storica prima promozione del 2005 al 2012, il Tom Tomsk ha faticato a trovare continuità di risultati, facendo l’altalena tra la massima serie e la FNL. L’ultima retrocessione, datata 2014, fu abbastanza inaspettata: nello spareggio con l’Ufa i siberiani si presentarono con fare quasi presuntuoso e furono umiliati per 5-1 in Baschiria. Due stagioni più tardi il Tom è nuovamente nell’elite del calcio russo, grazie al successo (contestato) nel play off con il Kuban Krasnodar. L’obbiettivo è quello di mantenere il diritto di giocare in RPL, per far sì che i confini del torneo si allarghino ulteriormente e che la Siberia torni ad avere un ruolo centrale nel movimento calcistico russo: nel 2010, con il Sibir, il torneo vantava addirittura un derby, mentre negli ultimi due anni era la catena dei monti Urali l’ultimo baluardo orientale.
LA DIFESA: VOTO 6,5-Nonostante la partenza di un uomo chiave come l’ex Terek e Spartak Mosca Martin Jiranek la retroguardia del Tom Tomsk appare affidabile per provare a raggiungere la salvezza. In porta il titolare dovrebbe essere Solosin, ex Sibir, anche se l’arrivo di Kochenkov in prestito dalla Lokomotiv potrebbe testimoniare la volontà di scegliere il numero uno strada facendo. Una serie di buoni acquisti ha invece rafforzato la linea difensiva: dalla Dinamo è arrivato Vitalij Djakov, reduce dalla pessima scelta di lasciare Rostov per il club moscovita. Sempre dalla capitale giunge in Siberia anche Kirill Kombarov, gemello del più quotato Dimitrij. Completano il reparto il coriaceo Djioev, l’esperto bielorusso Bordachev, il bulgaro Manolev (prelevato dal Kuban) e Dudiev (dal Mordovia); tutti giocatori con una discreta conoscenza del torneo. Occhio, infine, a Yablonskij, ceco acquistato dal Banik Ostrava.
IL CENTROCAMPO: VOTO 6,5-Reparto completo, pieno di fantasia e qualità. Gli innesti stranieri di Bikfalvi e Droppa hanno sicuramente aumentato il livello di una linea mediana già più che discreta. Il romeno è forse l’uomo più atteso tra le fila del Tom: già capocannoniere nel campionato ucraino, arriva da una deludente parentesi in Cina; la Russian Premier League potrebbe essere lo scenario giusto per rimettersi in gioco. Oltre a lui ci si aspetta molto da Valerj Chuperka, tra gli uomini decisivi per la promozione della scorsa stagione, il cui prestito dall’Anzhi è stato rinnovato per un’altra stagione. Kuznetsov e Ljakh sono gli altri giocatori che Petrakov avrà modo di utilizzare nelle sue rotazioni.
L’ATTACCO: VOTO 5,5-La maggiore incognità per la fase offensiva riguarda soprattuto il numero dei finalizzatori. Non tanto la qualità, perchè Samodin ha dimostrato in FNL di essere un ottimo goleador (anche se è atteso al varco al piano superiore) e Golyshev può essere un buon ricambio. Ma oltre a loro, al momento, non c’è nessuno. Ed è dura aspettarsi che le reti arrivino dai centrocampisti.
L’ALLENATORE: VALERIJ PETRAKOV-Uno come lui a Tomsk sa come si lavora, dato che è il terzo mandato sulla panchina della principale squadra siberiana. Tornato in corsa dopo l’esonero di Valerij Nepomnyaschnij, altro idolo della storia del club, ha saputo consolidare un gruppo allo sbando dopo un periodo negativo che avrebbe potuto costare la promozione. Col suo pugno duro Petrakov ha conquistato il terzo posto e la promozione ai danni del Kuban: ora arriva il difficile, consegnare stabilità alla sua formazione, fermando l’altalena tra massima serie e FNL che negli ultimi anni è stata una costante per il Tom Tomsk.
LA STELLA: VITALIJ DJAKOV-Nonostante la deludentissima stagione appena conclusasi, con la prima storica retrocessione della Dinamo Mosca ed il secondo posto del Rostov, club che aveva lasciato ad agosto, Vitalij Djakov rimane uno dei giocatori di maggiore caratura del Tom Tomsk. Buon difensore e abile rigorista, in Siberia potrebbe riscattarsi e giocarsi le proprie carte per rientrare nel giro della nazionale.
LA FORMAZIONE TIPO-I punti di domanda sono diversi, questo è l’undici che schiereremmo noi.
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