È stata una “notte di lacrime e preghiere” per Cristiano Ronaldo e il suo Portogallo. La prima, storica vittoria dei lusitani in una competizione internazionale, a 12 anni dall’amarissima sconfitta subita nella finale degli Europei di casa contro la Grecia, arriva inevitabilmente anche nel segno del suo leader, del suo trascinatore fuori e dentro il campo. Abbiamo parlato del Cristiano Ronaldo giocatore e del Cristiano Ronaldo uomo con Fabio Montecalvo, presidente di FM Communication e consulente di progetti internazionali di marketing legati al Real Madrid che ha accompagnato in questi anni il giocatore in numerosi eventi; nonché protagonista di un progetto che punterebbe a portare il Gran Premio di Formula 1 a Bari entro il 2020.
Cominciamo proprio dal suo progetto relativo a un possibile Gran Premio di Formula 1 a Bari, un argomento trattato a fondo dalla stampa estera negli ultimi mesi. L’organizzazione di un evento simile prevede sempre tanti impegni: investimenti importanti, progetti di ampio respiro, personale altamente qualificato e adatto a un obiettivo così delicato. All’ora attuale, qual è la probabilità di vedere un Gran Premio a Bari entro il 2020?
Innanzitutto, il nostro progetto di sviluppo e realizzazione del GP di Bari partirebbe a far data dal 2020. Il nostro fondo di private LABEL ha stanziato risorse finanziarie per 160 milioni di euro, con ‘CONTENUTI’ riguardanti non solo l’organizzazione e l’endorsment tecnico del gran premio stesso; ma anche ammodernamenti e riqualificazione di alcune zone di particolare interesse per il circuito cittadino, come quella della Fiera del Levante, in cui è stata prevista la costruzione di un resort deluxe a 5 stelle e che diverrebbe l’head quarters di quanto vorremmo realizzare. La fattibilità di portare il Gp a Bari, consolidata la parte che attiene a quanto sopra menzionato, diventerà poi una ‘trattativa’ di assoluta competenza della parte istituzionale proprio per superare i vari step burocratici concernenti il nostro oggetto di interesse.
Parliamo ora di uno dei grandi protagonisti dell’Europeo che si è concluso da poco, Cristiano Ronaldo. Tra le immagini che passeranno alla storia della finale tra Francia e Portogallo, una delle più commoventi è stata sicuramente quella di un campione come Cristiano Ronaldo in lacrime a causa dell’infortunio che l’ha costretto a lasciare il terreno di gioco dopo pochi minuti. Lacrime di amarezza, di delusione per non poter aiutare i propri compagni in un evento così importante per la storia della sua Nazionale. Quanto può aver influito, almeno psicologicamente, la sua uscita dal campo per la vittoria del Portogallo, soprattutto quando è rientrato in campo per aiutare i compagni dalla panchina?
Come si suol dire, “sono le situazioni più disastrose, a volte, a rendere gli eventi straordinari”. Credo sia proprio il caso di Cristiano e della sua Nazionale. Alle lacrime di rabbia per un fallo subito e, tra l’altro, commesso con accentuante scorrettezza e cattiveria, ha fatto seguito una giustizia “sportiva e divina”. La difficoltà si è trasformata in successo. Proprio la sostituzione di Ronaldo ha galvanizzato la compagine lusitana, al cui undici in campo non è mai mancato l’apporto del proprio capitano. Bene così.
Dalla finale persa nel 2004 contro la Grecia, il Portogallo ha complessivamente registrato dei buoni risultati nelle competizioni internazionali, escludendo i Mondiali del 2014, ma non erano mai riusciti a conquistare la vittoria (i lusitani hanno raggiunto le semifinali ai Mondiali del 2006 e agli Europei del 2012, i quarti di finale agli Europei del 2008, ndr). Quanto ha inciso, complessivamente, ma anche nella testa di Cristiano Ronaldo, il ricordo della finale persa davanti al proprio pubblico 12 anni fa nella serata di ieri, contro la squadra padrone di casa?
Ogni squadra, quando scende in campo, cerca sempre una rivincita, una seconda chance, un input motivazionale, un valore aggiunto, rispetto a quando magari si è persa l’opportunità per portare a casa la vittoria. Sono assolutamente convinto che Cristiano e i suoi compagni abbiano affrontato la gara con maggiore determinazione e incisività.
Anche nella finale di Champions League di questa stagione, Cristiano Ronaldo non è riuscito a incidere sul piano del gioco, anche a causa di un infortunio che l’ha costretto a presentarsi a un evento così importante non al meglio della forma. Eppure la sua presenza è stata decisiva in quella serata esattamente come nella finale degli Europei, quando tutte le telecamere del mondo lo inquadravano mentre si sgolava e caricava i compagni. Detto in altre parole, Cristiano Ronaldo ha dimostrato non solo di essere un campione di livello mondiale, ma anche un leader in grado di unire la squadra. È questo che lo mette su un piano superiore rispetto a un altro campione come Messi?
È da diversi anni, purtroppo, che Cristiano soffre di complicazioni muscolari. Lo abbiamo visto in tutte le ultime competizioni. Ma sua leadership è sempre stata determinante, incisiva e, sopratutto, presente. Ronaldo è un personaggio low-profile, difficilmente si mostra, nonostante la sua immagine sia di primo piano nell’advertising mondiale. La ledership non deve vedersi: deve esserci e, soprattutto, quello di leader è un ruolo che ti viene attribuito dal proprio gruppo. Cristiano è da sempre un leader, più di Messi, come atteggiamento caratteriale.
Si è spesso criticato il Cristiano Ronaldo uomo, ritenuto da alcuni come imperturbabile, inflessibile, al limite dell’arrogante. A Parigi, però, il ragazzo è passato dal mostrare prima lacrime di amarezza e poi di commozione per la vittoria del torneo. Non è la prima volta, tra l’altro, che vediamo il giocatore in lacrime in pubblico: era già accaduto alla cerimonia di premiazione del Pallone d’Oro 2013, quando si era commosso per la vittoria. Chi è allora il vero Cristiano Ronaldo?
Il vero Ronaldo è quello che lo vede un grande campione, ma anche un grande padre, un grande uomo, con un cuore generoso: direi un top-player dalla “beneficenza facile”. Nessuna arroganza o spocchia; solo basso profilo e riservatezza.
Parlando dell’infortunio di ieri sera, si vocifera che si sia trattata di una lesione al collaterale interno del ginocchio e si prevede un possibile stop di un mese. Rischia l’operazione?
Fortunatamente è meno grave del previsto. In questo momento, Ronaldo è in vacanza a Ibiza e si sta sottoponendo a delle sedute di camera iperbarica per un recupero più veloce del suo ginocchio.
Prima di morire, Eusebio ha incoronato Cristiano Ronaldo come suo erede. Cosa gli avrebbe detto il grande campione portoghese dopo la vittoria di ieri sera?
La pantera nera del Calcio? Credo che avrebbe esclamato “Vamos, Cristiano!”.