Editoriali

Tenni, presi, vinsi

Ecco, arriva pure lui. Medhi Benatia è un nuovo calciatore della Juventus. Dopo l’addio di Cáceres, il club bianconero ha acquistato in prestito con diritto di riscatto il difensore ex Roma. Ventinove anni, marocchino, un metro e novanta per altrettanti chili e tanta voglia di tornare in Italia dopo due anni al Bayern Monaco.

La notizia era nell’aria da tempo ma vi aspettavate davvero un altro difensore di questo livello? Quelli pronti a dire “sì” sono gli stessi che avrebbero concluso la risposta con “se vendono Bonucci”. Probabilmente la vera notizia sta qui: rimarrà anche lui. Ed è questo il più grande sforzo della dirigenza torinese.

Stando alle parole di Allegri, ospite a Sky calcio Club lo scorso maggio, il pacchetto difensivo era composto da quattro elementi di egual valore con lo sfortunato (causa infortuni) Cáceres messo sullo stesso piano dei tre azzurri. Marotta e Paratici si sono mossi perfettamente per sostituire in breve tempo l’uruguaiano con un giocatore di primissimo livello colmando la casella lasciata scoperta.

Nel frattempo, un’offerta di sessanta milioni da Manchester aveva fatto vacillare la società sulle successive manovre di mercato. Nulla da fare, testa a progetto e programmazione. I titolarissimi non si toccano ma, al limite, si aggiungono giocatori di caratura internazionale per aumentare il tasso tecnico dell’intera rosa. Dani Alves e Pjanić sono gli altri due neo bianconeri arrivati al servizio di Allegri e di una dirigenza ambiziosa che continua a lavorare al passo dei maggiori club europei.

Mi pare sia la quarta estate di fila in cui il nome di Pogba viene nominato più del buongiorno al bar. L’anno scorso gli venne data in consegna pure la 10, con un’investitura ufficiale ad elemento cardine juventino. Ovviamente, le sirene estere continuano a cantare ma pare che la riconoscenza del francese nei confronti del club di Corso Galileo Ferraris e un fresco rinnovo di contratto funzioni meglio dei tappi nelle orecchie. Poi oh, il calcio è strano Beppe, e il mercato anche di più.

Tutti gli allenatori lo dicono: l’abbondanza non è un problema. Anzi, è una risorsa. Disporre di una squadra completa con innesti e ricambi allo stesso livello degli undici è utopistico. Provarci, con pazienza e professionalità, è fattibile. La vera forza della Juventus sarà quella di tenere tutti, o quasi. Lasciare immutato lo zoccolo duro di una squadra che da cinque anni si abbuffa di trofei nazionali potrebbe rivelarsi il vero vantaggio rispetto alle pretendenti allo Scudetto.

Perché accettare offerte esorbitanti se ne manca il bisogno? Perché ricostruire qualcosa che distruggeresti tu stesso? I benefici sarebbero sicuri? Sono domande a cui Andrea Agnelli e gli altri vertici societari hanno già risposto tracciando un percorso ben delineato verso il futuro, e una rigaccia nera sul passato. Un gruppo composto da calciatori e uomini validi. In campo e fuori.

Sicuramente il metodo che stanno utilizzando è uno dei tanti con cui ci hanno dimostrato che si può vincere. Non di certo l’unico. A Vinovo sono già al lavoro e l’obiettivo ancora da raggiungere pare chiaro a tutti: quella dannata coppa dalle grandi orecchie che manca da vent’anni. Che sia questo l’anno buono?

 

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Eugenio Cignatta