Napule c’è (se non farà follie)
Era un po’ che non parlavamo di Napoli e del Napoli. Era un po’ che dovevamo focalizzare l’attenzione sugli azzurri: squadra ambiziosa, spinta da una piazza calorosa, intenzionata a fare il passo decisivo per competere veramente in Serie A. Giuntoli sta lavorando per rinforzare l’organico, lo stiamo vedendo tutti. Ma non basta. Non basta fare mercato, non basta comprare e vendere bene; serve soprattutto cambiare mentalità. Non è facile, nessuno lo nega, ma Sarri ci sta provando. E non è facile soprattutto considerando che la Juventus, che a mentalità vincente non è seconda a nessuno, piazza tre colpi uno dietro l’altro all’inizio dell’estate: Pjanić, Dani Alves, Benatia. Dura, caro Napoli. Sì: è dura.
Insomma: anche i partenopei devono iniziare a piazzare i loro colpi. Devono replicare. L’acquisto di Tonelli? Positivo, certo, perché l’ex difensore dell’Empoli ha talento e anche qualità. Però… c’è da spingere sull’acceleratore con maggior convinzione, adesso, per dare il prima possibile a Sarri gli uomini da preparare in vista dell’inizio di stagione.
Preparare fisicamente e mentalmente.
Dimaro chiama, dunque, e chiama Emanuele Giaccherini. Il centrocampista risponde “presente”, perché ha trovato l’intesa con Giuntoli e De Laurentiis, ed è pronto a vestirsi nuovamente d’azzurro, ma un azzurro diverso da quello che ha indossato agli scorsi Europei.
Giaccherini, dunque, sarà presto del Napoli e rinforzerà l’azzurro partenopeo, diventando parte di un centrocampo in cui l’approdo di Witsel avrebbe fatto ulteriormente comodo, pensate: regia di Jorginho, la quantità dell’ex Bologna, e la qualità del belga per una linea mediana di assoluto spessore. Loro, con in aggiunta l’esperienza e il carisma della bandiera, Hamšík, la corsa di Allan, la fantasia di El Kaddouri, la duttilità di Callejón e la classe dell’altro belga, Mertens. Tanta roba.
Però, a quanto pare, Witsel non arriverà, per alcuni dubbi di Sarri che hanno frenato una trattativa che sembrava oramai in dirittura d’arrivo.
Dubbi su Witsel? Già. Dite che è strano? Sì, ma non troppo, perché Sarri lo conosciamo, e sappiamo che preferisce di gran lunga gente che corra e dia l’anima a campioni “formati”, difficili da riplasmare.
Niente Witsel perciò – perlomeno così sembra – per un Napoli che comunque farà ancora mercato (non dimentichiamoci di Kums, capitano del Gent, regista puro classe 1988 rimasto nel mirino di Giuntoli) e che comunque sia rimane ancora la principale contendente al titolo di una Juventus che ha fatto finora un mercato a dir poco da applausi. Chapeau alla Vecchia Signora.
Infine, la grana Higuaín. Impossibile non parlarne. L’argentino ancora non ha deciso che cosa farne del suo futuro immediato. Non ce ne vogliano i tifosi del Napoli, ma noi andiamo controcorrente: venderlo, e subito. Perché? Perché il Pipita, per quanto fenomenale, viene da una stagione irripetibile, ed è adesso che sarebbe vendibile a prezzo pieno. Tanto, Higuaín, non sembra destinato rimanere a Napoli per tutta la carriera; a questo punto, piuttosto che cederlo la prossima estate, o quella ancora successiva a prezzo dimezzato, meglio darlo via subito, monetizzare il massimo possibile, e reinvestire il necessario sul mercato comprando valide alternative. No?
No. Siamo sicuri che per molti la risposta è proprio questa.
Però, a prescindere dalle nostre considerazioni, per il Pipita il dubbio è grande: rimanere l’idolo di Napoli? O strappare l’ultimo grande contratto della carriera? Ora c’è l’Arsenal su di lui; solo l’ultima squadra, in ordine di tempo, a infastidire gli azzurri sulla vicenda. Situazione spinosa, assolutamente. Napoli ci pensa; un po’ ha paura, un po’ ragiona sul da farsi. Il talento non si discute, ma i milioni (tantissimi) che entrerebbero nelle casse societarie farebbero davvero comodo. Bisogna scegliere, però. Adesso. Per preparare la squadra, consegnarla il prima possibile nelle mani di Sarri, e sperare di poter replicare davvero alla Juventus. Magari, anche tenere anche a distanza la Roma, che per adesso non ha fatto passi da gigante in avanti, e… soprattutto regalarci un campionato, il prossimo, veramente combattuto. Un campionato che – per favore! – non sia già bello che chiuso all’ultima giornata del girone d’andata.