Cala il sipario sui Championships. A Wimbledon Andy Murray batte in finale Raonic e alza il trofeo per la seconda volta in carriera cogliendo al volo l’opportunità di trionfare anche grazie all’eliminazione clamorosa di Djokovic nel terzo turno. Si chiude cosi la 130 esima edizione del torneo tennistico più antico e importante del mondo. Analizziamo insieme i promossi e bocciati di questo terzo appuntamento stagionale fra gli Slam.
Murray voto 9: durante la sua corsa nei giardini londinesi vede il favorito e nemico principale Djokovic cadere troppo presto, ma non si distrae. Il nuovo connubio con Lendl alza di molto le sue percentuali di vittoria, soprattutto a livello mentale. Lo scozzese ci propone un torneo pregevole con un unico piccolo campanello di allarme suonato nel quarto di finale contro Tsonga. Centra il titolo per la seconda volta (terzo Slam in carriera) e adesso è decisamente pronto a dare l’assalto alla vetta del ranking ATP. Pirata
Willis voto 8,5: n.772 del mondo, un ottimo prospetto da juniores perso un pò troppo repentinamente nella pigrizia, svogliatezza e qualche infortunio di troppo. Si ritrova 25enne a fare il maestro di tennis per 30 sterline l’ora. Da buon inglese l’attrazione di Wimbledon è sempre accecante e decide di rimettersi in gioco: affronta le prequalificazioni, poi le qualificazioni, accede al primo turno nel tabellone principale e batte il n.52 del mondo (Berankis). Si ritrova poi catapultato nel Centrale contro la leggenda Federer tra il delirio dei 16 mila spettatori che per un giorno sono tutti solo per lui. Grazie Marcus per averci fatto vivere questa favola. Magico
Raonic voto 8: sempre più abituato ai vertici alti della classifica e soprattutto alle fasi conclusive dei tornei. Centra la sua prima finale in uno Slam battendo in un’epica semifinale l’indiscusso re di Wimbledon Roger Federer. Murray per il titolo rimane ancora un osso troppo duro da digerire, ma il canadese ci riproverà di sicuro perchè adesso ci sta davvero prendendo gusto. L’appetito vien mangiando.
Tsonga voto 7,5: ha sempre dichiarato come la terra rossa fosse la sua superficie preferita, ma il suo modo di stare in campo (aggressivo e senza troppi fronzoli) si sposa in maniera egregia anche con l’erba inglese. Centra i quarti e fa vedere le streghe al futuro vincitore Murray, costringendolo al quinto set al termine di un incontro vissuto in apnea per più di 3 ore. Indomabile
Federer voto 7: non ci giriamo troppo intorno, questa era la sua occasione. Arriva a Londra in una condizione fisica non eccelsa, ma vede piano piano salire il suo rendimento (e la fiducia) e allo stesso tempo sente la caduta rumorosa del suo rivale numero 1 (Djokovic) al terzo turno. Compie una clamoroso rimonta nei quarti contro Cilic, ma al turno successivo Raonic gli ricorda che probabilmente a 35 anni vincere il tanto desiderato 18esimo Slam rimarrà un sogno. Alla prossima
Berdych voto 6,5: copia e incolla di una vita. Arriva spesso nel vivo dei tornei, questo è sicuramente un dato di fatto notevole e degno di essere rimarcato, ma nel momento in cui bisogna raccogliere qualche frutto pregiato quasi sempre ne esce in maniera indecorosa. Un conto è perdere lottando e sudando, un altro è non scendere praticamente in campo. Vorrei… ma non posso
Kyrgios voto 6: atteso a Londra per il salto di qualità ed etichettato come la terribile mina vagante del torneo. Gli ottavi sono comunque un buon punto di partenza su cui lavorare. Da rivedere però la resa contro Murray: perdere contro uno dei favoriti non può mai essere disonorevole, ma avere pochi piani tattici e a volte poca tendenza al sacrificio è qualcosa da approfondire dettagliatamente. Lavori in corso
Djokovic voto 5: il Grand Slam rimarrà un sogno almeno per quest’anno. Sembra solido e centrato per l’ennesima cavalcata trionfale, ma Querrey grida al mondo intero che il n.1 del ranking ATP sarà anche il più forte ma non è invincibile. Nervoso, falloso e in alcuni casi anche paradossalmente distratto, una delle peggiore versioni di Nole del 2016 si ferma al terzo turno per brindisi e festeggiamenti (segreti) da parte del duo Murray-Federer. Piccoli scricchiolii
Thiem voto 5: la delusione più grande del torneo insieme alla caduta del campionissimo serbo. Il giovane austriaco nominato anche lui come Kyrgios quale outsider temibilissimo, si fa sorprendere da un più che abbordabile Vesely al secondo turno uscendo mestamente da un torneo che doveva dargli ancora più convinzione e fiducia nei propri (notevoli) mezzi. Spreca una buona occasione per accumulare esperienza nel torneo più prestigioso. Rimpianti
Wawrinka voto 5: la tenuta mentale è già da un pò che lo sta progressivamente abbandonando, ma quello che forse preoccupa di più in questo momento è che anche il livello fisico è sceso in maniera piuttosto evidente. Esce al terzo turno contro il redivivo Del Potro e ora bisognerà cominciare a stare in guardia perchè le nuove leve non rimarranno a guardare per molto tempo… Sotto attacco