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Tour de France 2016, sono tutti qui

Assenti? Nessuno. Sì, il Tour de France 2016, edizione numero 103 della “Grande Boucle” vede ai nastri di partenza tutti i corridori che hanno vinto gli ultimi 7 Grandi Giri. Chris Froome (Sky, Tour 2013 e 2015), Alberto Contador (Tinkoff, Tour 2007 e 2009, Giro 2008 e 2015, Vuelta 2008, 2012 e 2014), Nairo Quintana (Movistar, Giro 2014), Vincenzo Nibali (Astana, Tour 2014, Giro 2013 e 2016, Vuelta 2010), Fabio Aru (Astana, Vuelta 2015). Sono loro i “magnifici 5“. Sono loro gli uomini da battere.

Gli uomini da battere in un Tour de France che scatta domani da Mont Saint Michel con una tappa per velocisti che porta a Utah Beach/Sainte Marie du Mont, ma dove chi cura la classifica deve stare attento alle insidie del vento della Normandia. Il giorno dopo l’arrivo di Cherbourg-en-Cotentin è un abito cucito su misura per gli scattisti che sanno resistere in salita, in quanto il traguardo è posto a soli 2 chilometri dal passaggio sulla Côte de La Glacerie. Lunedì 4 tocca di nuovo ai velocisti ad Angers, mentre l’indomani a Limoges il profilo altimetrico potrebbe essere invitante anche per una fuga da lontano. Mercoledì 6 si vivrà una tappa fotocopia di domenica 3, dato che l’arrivo di Le Lioran è a soli 2,5 chilometri dal Gpm di 3/a categoria del Col de Font de Cère. La tappa successiva per velocisti di Montauban è il prologo della tre giorni pirenaica. Venerdì 8 si arriva a Lac de Payolle in picchiata dopo la scalata del Col d’Aspin, sabato 9 il tappone con arrivo a Bagnères de Luchon e che prevede nel menu Tourmalet, Hourquette d’Ancizan, Val Louron-Azet e Peyresourde, domenica 10 il traguardo in salita d’Andorra Arcalis. Primo giorno di riposo e poi si riprende martedì 12 con la tappa di Revel ideale per una fuga composta da uomini fuori classifica. Poi Montpellier è di nuovo terreno di caccia per i velocisti. Il giorno dopo, giovedì 14, festa nazionale francese, i corridori avranno poco da celebrare. Dato che dovranno inerpicarsi lungo le rampe del “Gigante della Provenza“, il Mont Ventoux. Venerdì 15, nuovo arrivo in salita – sebbene più leggera come difficoltà – a La Caverne du Pont-d’Arc nella prima delle due cronometro individuali in programma. L’indomani tocca di nuovo alle ruote veloci giocarsi la vittoria in quel di Villars-les-Dombes. Poi, tocca al massiccio dello Jura. Domenica 17 il traguardo è posto a Culoz, dopo 6 salite e con Le Grand Colombier e i Lacets du Grand Colombier nel finale. Lunedì 18, omaggio a Fabian Cancellara con l’arrivo in Svizzera nella sua Berna, in una tappa per velocisti. Riposo martedì 19 e mercoledì 20 si resta in Svizzera con l’arrivo in salita di Finhaut-Emosson. Giovedì 21, la cronoscalata da Sallanches a Megève di 17 chilometri è l’anticipo delle due decisive tappe alpine. Venerdì 22 luglio, traguardo in salita a Saint Gervais dopo aver scalato la Forclaz de Montmin e il Montée de Bisanne. Sabato 23 luglio si giunge a Morzine con nelle gambe l’Aravis, la Colombière, il Col de la Ramaz e soprattutto il Col de Joux Plane. L’indomani, la passerella sugli Champs-Élysées a Parigi.

Tutti presenti, dicevamo. I cinque precedentemente citati saranno gli uomini da battere. Anche se è opportuno sottolineare come Vincenzo Nibali, fresco vincitore del Giro d’Italia, sulla carta non dovrebbe curare la classifica e dovrebbe solo fungere da spalla a Fabio Aru. Sarà la strada, giudice supremo, a confermare o meno tale teoria. Lo “Squalo dello Stretto” è comunque in buona compagnia nella categoria dei “luogotenenti”. Una categoria formata da Geraint Thomas (Sky), Alejandro Valverde (Movistar), Rafal Majka e Roman Kreuziger (Tinkoff) e Jakob Fuglsang (Astana). Non solo i “magnifici 5”, però. Diversi corridori proveranno a ostacolare questa “manita” di fuoriclasse. A cominciare dalla pattuglia francese capeggiata in primis da Thibaut Pinot (FDJ) e da Romain Bardet (Ag2R – La Mondiale) e, in seconda battuta, da Pierre Rolland (Cannondale) e Warren Barguil (Giant-Alpecin). Poi, la coppia BMC formata dallo statunitense Tejay Van Garderen e dall’australiano Richie Porte. E poi ancora l’irlandese Daniel Martin (Etixx – Quick Step), il portoghese Alberto Rui Costa (Lampre-Merida), lo spagnolo Joaquim Rodríguez (Katusha) e il duo olandese formato da Bauke Mollema (Trek-Segafredo) e Wilco Kelderman (Lotto NL – Jumbo).

Poi vi sono i cacciatori di tappe. A cominciare dai velocisti. La “Grande Boucle” presenta il meglio del panorama delle ruote veloci. Tutti a caccia della Maglia Verde di vincitore della classifica a punti. Una maglia che Peter Sagan (Tinkoff) proverà a far sua per la quinta volta consecutiva. I suoi principali rivali parlano tedesco, dato che si tratta di Marcel Kittel (Etixx – Quick Step) e André Greipel (Lotto-Soudal). Poi vi è l’altro tedesco John Degenkolb (Giant-Alpecin), che al Tour de France cerca un po’ di luce dopo una stagione difficile a causa di due cadute, l’australiano Micheal Matthews (Orica-GreenEdge), il norvegese Alexander Kristoff (Katusha), l’inglese Mark Cavendish (Dimension Data) e il nostro Davide Cimolai (Lampre-Merida). E poi gli attaccanti, quei corridori che cercheranno di sfruttare ogni minima occasione per ritagliarsi il proprio momento di gloria. Tra i tanti nomi, spiccano quelli di Greg Van Avermaet (BMC), Thomas Voeckler (Direct Énergie), Alexis Vuillermoz (Ag2R – La Mondiale), Simon Gerrans (Orica-GreenEdge), Tony Martin (Etixx – Quick Step) e Fabian Cancellara (Trek-Segafredo) alla sua ultima recita alla “Grande Boucle”.

Assenti nessuno. Neanche gli spettatori. Perché sarà un Tour de France 2016 tutto da seguire, pedalata dopo pedalata.