Ora, sette cose gliele diciamo noi
È notizia fresca fresca: la Bild ha elencato i sette motivi per cui la Germania batterà l’Italia, sabato prossimo. Ve li riassumiamo rapidamente: secondo loro, l’Italia è spacciata perché la Germania ha Boateng in difesa; perché nella stagione 2012/2013 il Bayern eliminò la Juve di Conte; perché Khedira conosce la difesa azzurra, giocando nella Juve; perché Löw ha imparato dai suoi errori passati; perché Buffon ha detto che Neuer è più forte; perché siamo arroganti; perché Mario Gómez è tornato a segnare.
Ok, avranno ragione loro. Forse sì, forse no. Noi non abbiamo voluto ribattere punto per punto, neanche vogliamo erigerci a moderni Nostradamus. Semplicemente, per loro sette certezze, replichiamo con sette punti che, a nostro parere, lassù in Germania non hanno colto proprio a al volo.
Siore e siori, partiamo con…
1. La supercazzola di Buffon – Cioè, tedeschi: voi DAVVERO credete che Buffon pensi che Neuer sia più forte di lui? Parliamo di un portiere che nel 2006 vi ha portati all’esaurimento, abbassando la saracinesca a ogni vostro tentativo. Parliamo di un portiere che ha fatto la storia del nostro calcio, di un ragazzo che a 19 anni ha debuttato in nazionale, a 20 ne è diventato il numero uno. Neuer, quando aveva 19 anni, faceva la spola tra la prima e la seconda squadra dello Schalke; a 23 anni ha esordito in nazionale, nel 2010 il suo primo mondiale, quello delle vuvuzela. Certo, Neuer è fortissimo, ma Buffon è tutta un’altra cosa. Lo sappiamo tutti. Dai, su, davvero: ditemi che non ci avete creduto.
2. L’importanza della tradizione – Inutile dirlo: l’Italia, nonostante il futuro che avanza e la modernità che trascina tutti verso il cambiamento, resta il paese in cui le tradizioni sono ancora vive, e si fanno sentire. Dunque, parlando di tradizione, non possiamo non ricordare che perdere contro di voi, tedeschi, non fa parte del nostro bagaglio storico-culturale. Ci avete chiamato “arroganti” perché facciamo presa su questo concetto, ma tant’è: è così, non facciamo altro che scorrere le pagine dei libri di storia calcistica. Per rinfrescarvi la memoria: nelle otto gare ufficiali disputate tra Italia e Germania, quattro sono le vittorie azzurre (lo storico 4-3 del 1970, il 3-1 della finale mondiale 1982, il meraviglioso 2-0 di Dortmund nel 2006, e il 2-1 nella semifinale di Euro 2012) e quattro i pareggi. Nessuna sconfitta. Certo, l’ultima partita l’avete vinta voi, 4-1. Ma era un’amichevole. Che dite, continuiamo così?
3. Non ce la beviamo – Volete farci credere che dovremmo tremare alla vista di Mario Gómez? Per dire: il vostro trascinatore, il vostro punto di riferimento offensivo, è un giocatore che qui da noi è stato più presente nei lettini dell’infermeria fiorentina che sul campo del Franchi. Sette gol in due anni di Serie A per il vostro panzer, che è dovuto emigrare in Turchia per tornare a capirci qualcosa di come si butta in porta il pallone. Khe… dira? Riprovate con qualcos’altro.
4. Scaramanzia portami via – Sarà pure un luogo comune come gli spaghetti, la pizza, il mandolino, e la mano chiusa a mo’ di uovo quando accompagniamo un polemico “ma che cosa dici”, però va dato atto che tantissimi di noi sono scaramantici. Ma no, non al livello di cornetti rossi o toccatine alle parti basse, o non solo a quello. Qui si sta attenti soprattutto alle parole che si pronunciano. Voi, in Germania, avete elencato i sette motivi per cui noi non vinceremo, quest’anno. Ma vi rendete conto che spaziale autogufata vi siete mandati?
5. L’arte di arrangiarsi – Altra prerogativa italiana. Altra cosa in cui Conte sta dimostrando di eccellere, oltre che nelle doti carismatiche e tattiche. Abbiamo parecchie assenze alla base tra cui Verratti e Marchisio, adesso c’è De Rossi che preoccupa, c’è Candreva che ha già saltato la Spagna ed è ancora più che acciaccato. Vero, anche la Germania ha assenti illustri, quali Reus e Gündoğan, ma noi siamo italiani, abbiamo nel DNA l’arte di arrangiarci. E così, non abbiamo un regista? Puntiamo sulla corsa. Giaccherini ha due motori nelle gambe, Parolo sta dando quantità a non finire, Florenzi sta giocando ovunque e ancora deve raggiungere il suo punto di massimo. Ah, “L’arte di arrangiarsi” è anche un meraviglioso film di Luigi Zampa, con Alberto Sordi. Ehi voi, lì in Germania, guardatelo se vi capita l’occasione (però in tedesco non credo renda uguale).
6. Very Löw – Sono parole vostre: il vostro condottiero ha capito gli errori commessi in passato. Scusate, quali errori? Siete reduci da un mondiale vinto. Nel 2012, avete detto addio all’Europeo per colpa nostra, in una partita in cui chi ha perso avrà avuto dei demeriti, sicuramente, ma soprattutto, chi ha vinto avrà avuto dei meriti. E comunque, degli errori li sta facendo anche adesso Löw, ma non tecnici o tattici: relativi alla sua immagine. Diamine, siamo agli Europei, ci sono telecamere anche nei ciuffi d’erba! Tranquilli però, in Italia saremo pure gesticolanti e approssimativi, però siamo educati: “nonostante tutto”, Conte gliela stringerà lo stesso la mano.
7. Cca nisciun’ è Strunz – Ve lo urlò in faccia un’infinità di volte, il Trap, quello “Strunz”, ai tempi del Bayern. Certo, lì ce l’aveva con un suo calciatore, che si chiamava proprio così. Ecco, credo sappiate che il popolare (per voi) cognome, da noi significa tutt’altro. C’è una celebre frase di Totò (come “chi è Totò”? Fece anche un film ambientato nella vostra Berlino!) che è diventata un cult qui da noi, nel riassumere la personalità italiana: gentile sì, ma mai ingenua. “Cca nisciuno è fesso”. Riadattiandola per l’occasione, direi che calza a pennello.
Questo è quanto. Poi, certamente, i favoriti rimanete voi, e magari sarà proprio Mario Gómez a confezionare la beffa perfetta. Ciononostante, no: noi non riusciamo proprio a temerlo, adesso. C’è il rispetto per l’avversario, quello sì, ma… il timore è un’altra cosa. E no, noi non riusciamo davvero a credere che Buffon pensi che Neuer sia più forte. Lui sa di essere ancora il numero uno, ed è risaputo, poi, che le parole che si dicono in conferenza stampa sono per lo più cariche di circostanza. E per concludere, sappiate, tedeschi, che comunque andrà a finire sabato, noi continueremo a vivere con una grande certezza: voi la pizza del 2012 ancora non l’avete digerita, quella del 2006 figuriamoci: non la digerirete mai. A noi, invece, la birra, non preccupatevi: continuerà sempre a scendere giù che è un piacere.