Editoriali

Quante volte può andare bene?

Pensiamoci: nelle tre partite che contavano qualcosa fin qui giocate dalla Francia, Deschamps ha sbagliato tre volte su tre formazione prima di rimediare entro il novantesimo e riuscire a vincere tutte e tre le gare, in un modo o nell’altro, prima del fischio finale. E non è un caso che in tutte e tre le occasioni il centrocampo titolare fosse Pogba-Kanté-Matuidi.
Ma quante volte può andare bene? Quante volte grazie a giocate dei singoli o a cambi tattici intelligenti si potrà rimettere una partita sui binari giusti?

I problemi tattici in cui sta inciampando continuamente Deschamps sono sostanzialmente due: la presenza fissa di Kanté e la posizione di Griezmann.
Partiamo dal primo: la stagione clamorosa fatta dal giocatore del Leicester lo ha portato alla ribalta come uno dei migliori “ruba palloni” del panorama europeo. Vero. Corre per tre, non tira mai indietro la gamba e ha un senso tattico davvero invidiabile. Ma ha senso metterlo davanti alla difesa in un centrocampo con Matuidi e Pogba? Ossia in un centrocampo in cui c’è una mezzala abile a rubare i palloni in fase difensiva e ancor più abile negli inserimenti senza palla e un’altra mezzala (se così si può definire Pogba) che tutto può essere — giocatore “box-to-box”, mezzala di qualità, bravo negli inserimenti — ma non un regista?
In un contesto del genere, un giocatore come Kanté in fase di possesso palla diventa totalmente inutile, perché il suo unico compito diventa quello di dare palla agli esterni, i quali avranno il compito di inventarsi qualcosa, di saltare l’uomo, di iniziare la vera e propria azione difensiva. Rispetto Deschamps, ma mi perdoni se dico che messa giù così sembra il Milan di Inzaghi, con de Jong al posto di Kanté e Honda e Bonaventura larghi a “fare gioco”, con le mezzali pronte a inserirsi.

Alla Francia manca un regista, uno che faccia girare velocemente la palla, uno che organizzi la manovra e non un semplice porta-borracce, che prende la palla da un parte e la recapita facile a quello di fianco a lui. Cabaye — regista autentico — nella terza partita del girone è stato uno dei migliori in campo e nei quarti di finale potrebbe trovare il campo, vista la squalifica di Kanté.
Ma questa potrebbe essere solo una delle due soluzioni al problema. La seconda potrebbe, in realtà, risolverne due contemporaneamente. E, così, ci attacchiamo al discorso iniziale parlando del secondo problema di Deschamps: la posizione in campo di Antoine Griezmann.

Griezmann nasce esterno offensivo, cresce esterno offensivo, ma diventa un calciatore fatto e finito come seconda punta, nell’Atletico di Simeone. Non è un caso che i suoi gol siano arrivati nel momento in cui sia stato spostato più vicino alla porta; del resto è, dopo Messi e Ronaldo, quello che ha segnato di più nella Liga nelle ultime due stagioni.
Impostare un 4-2-3-1 con Payet e Coman larghi e Griezmann alle spalle di una prima punta potrebbe essere una soluzione anche alla mancanza di un regista, che in un centrocampo a due e con la presenza di una sorta di seconda punta/mezzapunta non sarebbe più così fondamentale.

Certo, bisognerebbe chiedere a Payet e Coman di fare un doppio lavoro abbastanza dispendioso e non siamo sicuri che i due giocatori in questione abbiano le caratteristiche adatte. Ma si tratterebbe di un sacrificio di altre tre partite, in nome di un obiettivo fin troppo importante. Chissà che Deschamps, in una situazione critica come poteva essere quella di ieri alla fine del primo tempo contro l’Irlanda, non abbia risolto in un colpo solo tutti i suoi disagi tattici. Lo vedremo presto, i quarti di finale sono dietro l’angolo.

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Francesco Mariani