Forse, un po’ ce lo aspettavamo. Forse un po’ lo sapevamo che con la seconda squadra, questa Italia non sarebbe andata così bene. Prima sconfitta agli Europei, ma tant’è: ottavi comunque, Spagna all’orizzonte. Di certo, non dà così tanta sicurezza il fatto che i “rincalzi” non abbiano neanche lontanamente fornito la quantità (la qualità non c’è, effettivamente, mai stata) necessaria a superare la non temibile Irlanda (di nuovo mattatrice degli azzurri in una fase a gironi, di nuovo per 1-0). Nel senso che l’impressione è che se manca anche solo un paio di elementi, questa Italia soffre, troppo. Ne mancano tre, si rischia il tilt.
Con l’Irlanda, poca convinzione, poco gioco, tanta confusione nel primo tempo. Gli irlandesi, più cattivi, dopotutto spinti anche dalle motivazioni. L’Italia è mancata nella personalità, ciò su cui punta di più Antonio Conte. Il carattere. Quello che deve trascinare questa squadra fino in fondo, o meglio: più lontano possibile.
Adesso, una breve pausa poi la Spagna, squadra abituata a fare la partita, a tenere in mano il gioco. Meglio così, forse, no? L’Italia operaia dà tutto quando deve rompere le uova nel paniere, non quando deve cucinarla, la frittata. Passatemi il paragone, è notte e fa caldo mentre scrivo questo pezzo con la consapevolezza di parlare di una squadra a cui comunque, a prescindere dal ko con l’Eire, vanno fatti i complimenti, per tre cose: la prima, essere riuscita a smentire i tantissimi scettici, con la qualificazione agli ottavi in cascina già alla seconda giornata; la seconda, aver riportato entusiasmo attorno all’azzurro, con la richiesta di Conte di indossare la maglia dell’Italia che ha riscontrato un notevole successo; la terza, per essere caduta nel tranello paradossale: l’anno in cui sembra incredibilmente tutto facile, dato il tabellone… arrivare primi si è rivelato addirittura una beffa.
Ps. Nel 1994, dopo la sconfitta ai gironi con l’Eire, gli azzurri finirono in finale. Certo, il calcio ha storie sempre diverse, ma se è davvero valido il detto che “a volte ritornano”… Conte, occhio ai calci di rigore.