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Copa América 2016 – USA-Argentina, le parole degli allenatori

QUI USA – È un Jurgen Klinsmann carico a mille quello che si presenta alla conferenza stampa di presentazione di USA-Argentina, prima semifinale di questa Copa América Centenario che si giocherà all’NRG Stadium di Houston“Tutto è possibile. L’Argentina è strafavorita, dite voi? E chi si aspettava che Brasile e Uruguay fossero eliminate già alla fase a gironi? E poi i media, esagerati, dicevano anche che il nostro debutto con i Cafeteros era stato disastroso e che non potevamo andare lontani. Siamo affamati, non ci accontentiamo di essere qui. Vogliamo la finale a New York di fronte a settantamila spettatori, la cui grande maggioranza tiferà per noi”.

Interrogato poi su come pensa di fermare Messi, l’allenatore tedesco ha riposto così: “Ripeto: tutto è possibile. Nelle qualificazioni mondiali sudamericane l’Argentina ha perso, non è imbattibile. Poi Messi, come Maradona, contro cui ho giocato, è il migliore del suo tempo. Ma ci sono modi per fermare anche campioni così. Questo non significa che metterò dieci giocatori davanti all’area di rigore, noi non giochiamo mai così. Dovremo avere coraggio e non giocare per i rigori. Vogliamo provare che chi non crede in noi si sbaglia, i miei giocatori sanno che è il loro momento, vogliono provare di meritare questo palcoscenico. E poi ci davano tutti per spacciati anche al Mondiale del 2014 contro il Portogallo e invece non fu così e passammo il girone. Se ci accontentiamo, allora si che subiamo una lezione. Invece dovremo aggredire subito la partita. Io ho giocato spesso contro Maradona. Nel 1989 in finale di Coppa Uefa, a Stoccarda i nostri tifosi invece di incitare noi rimasero ipnotizzati a guardare Diego che faceva magie nel riscaldamento. Questi campioni sono così, trasversali, ma giocare contro di lui è un’altra grande occasione per continuare a crescere, come programma calcistico”.

QUI ARGENTINA – Dopo Klinsmann, è il turno del Tata Martino di parlare davanti alla stampa. L’allenatore dell’Albiceleste parte analizzando l’orario serale della partita, novità per l’Argentina che finora aveva sempre giocato di pomeriggio: Giocare di sera non sarà un problema, neanche dopo le partite pomeridiane della prima fase. Come marcheranno Messi, se mi aspetto trattamenti speciali per lui? Ovvio che i nostri avversari provano a neutralizzare il miglior giocatore del mondo, non è una novità. Klinsmann ha trasmesso il suo spirito indomito alla squadra. E giocare in casa conta. Mi preoccupano gli Stati Uniti visti nel primo tempo contro l’Ecuador. Il calcio americano è cresciuto tanto, ha fatto bene all’ultimo Mondiale, insomma, non siamo favoriti per forza”.

Interrogato sulla disposizione tattica della sua squadra, Martino ha poi proseguito così: Vogliamo essere vincenti. Non pressare troppo alto, essere duttili e non fare troppo possesso palla, ma comandare il gioco. Che poi comunque quello che conta è essere pericolosi sotto porta. Siamo più costanti rispetto a dodici mesi fa, alla passata Copa América in Cile. E abbiamo tante alternative, sia come uomini e modo di giocare. Banega può stare dietro la punta, o più basso a scandire i tempi della manovra. In ogni caso lui è fondamentale per noi”.

Sul possibile impiego di Lamela e Lavezzi e sul recupero di Di María: “Lamela e Lavezzi, se giocano? Gli infortuni mi hanno forzato a ruotare i giocatori, tutti si sono fatti trovare pronti. Così ora che recupero gli indisponibili ho tante soluzioni fra cui scegliere (Di María partirà dalla panchina).