Serie A Femminile

L’anno (femminile) che verrà

Si è ormai concluso il ciclo del calcio femminile italiano per quest’anno con l’ultimo atto, ovvero la Coppa Italia Femminile, vinta dal Brescia ai danni del Verona. Ora che tutto è concluso, facciamo un atto il punto della situazione in casa Italia per quanto riguarda l’altra metà del calcio.

Partiamo dalla capolista, ovvero dal Brescia di Milena Bertolini e del Presidente Giuseppe Cesari: le Leonesse hanno vinto questo campionato di autorità e sono riuscite a salvarsi da qualche passaggio a vuoto (vedi Mozzanica) con grande forza d’animo e senza mai mollare, come dimostra il gol di Martina Rosucci nella penultima contro il Bari a tempo abbondantemente scaduto. Se sapranno rinforzarsi nei punti giusti e confermeranno la scelta di ottimi talenti (grandissimo acquisto Paige Williams) le bresciane saranno di fatto le candidate anche per il prossimo scudetto, forti anche della riconferma sulla panchina di Milena Bertolini.

Passiamo al Verona: le ragazze di Renato Longega hanno dovuto sopportare un anno orribile per quanto riguarda indisponibilità e infortuni (in ordine sparso Gabbiadini, Ohrstrom, Salvai, Bonetti e Maendly) che l’ha penalizzata fortemente nella rincorsa verso il titolo e che ha anche evidenziato quanto la panchina scaligera sia corta e senza rimpiazzi adeguati. Renato Longega dovrà lavorare su questo per il prossimo titolo: complimenti a lui per la geniale intuizione di spostare Michela Ledri dalla difesa al centrocampo, la giocatrice di Negrar è stata protagonista di una stagione fantastica anche in chiave Nazionale.

Parliamo ora della Fiorentina, terza per un solo punto: l’ultima giornata contro il Verona, lo scontro diretto per la Champions League, ha messo in luce i difetti delle gigliate. Le ragazze di Sauro Fattori spesso hanno avuto qualche calo di tensione di troppo e mostrando come contro Tavagnacco, Brescia e Mozzanica non siano mai riuscite a fare risultato. La squadra viola deve fare un ulteriore passo in avanti per lottare per lo scudetto, come dice anche Patrizia Panico: “Noi non siamo state in grado di poterci confrontare con loro”. Alla società gigliata il compito di tradurre questa mazzata in motivo di crescita.

Non poteva mancare il Mozzanica in questo esame: la formazione di Nazzarena Grilli ha potuto approfittare della grande stagione di Valentina Giacinti ma oltre di lei c’è stato il vuoto: quando un attaccante segna da solo la metà dei gol della tua squadra forse c’è un problema di alternative in attacco, tanto è vero che quelle volte che Giacinti si è spenta non è arrivato risultato (Verona, Fiorentina, Tavagnacco). Inoltre aver perso punti contro le “piccole” (San Zaccaria, Südtirol, Res Roma) ha minato classifica e aspettative.

Tavagnacco e San Zaccaria hanno avuto due stagioni che possono essere viste come contraltare: se da un lato, infatti, il Tavagnacco ha stupito in negativo per l’altalenanza dei suoi risultati anche se c’è l’alibi del ricambio generazionale soprattutto a centrocampo (e in attacco dove è esplosa una giovanissima Sofia del Stabile e si è confermata Lana Clelland) dall’altro lato il San Zaccaria si è salvato con calma e facendo risultato contro Tavagnacco e Mozzanica. Le ragazze di Marilena Piolanti hanno giocato un grandissimo campionato per le loro potenzialità e l’età media è bassissima (la più vecchia, Lara Barbieri, ha 30 anni) questo a dimostrazione che una squadra piena di talenti e di Under 17 e Under 19 può fare bene anche nel massimo campionato.

Veniamo alle ultime due formazioni salvatesi in corner, ovvero Res Roma e San Bernardo Luserna: le due squadre hanno giocato due prestazioni “monstre” contro Mozzanica e Bari e hanno acciuffato la Serie A per i capelli. Se questo può essere un risultato per il Luserna di Tatiana Zorri che ha scovato il bomber di scorta Alessia D’Ancona e che ha una formazione giovanissima, non si può dire la stessa cosa per la Res Roma, partita con ambizioni ben maggiori e che si è ritrovata invischiata nella lotta per non retrocedere nonostante il tasso tecnico di alcune calciatrici (basti pensare a Nainggolan, Nagni, Coluccini e Pipitone). La prossima stagione per le ragazze di mister Fabio Melillo deve essere senza i patemi di quella appena passata, vista anche la piazza e le aspettative che la società ha messo nel mirino da qualche anno.

Parlando delle formazioni retrocesse, verrebbe da dire “ancora tu… ma non dovevamo vederci più?”. Bari e Riviera di Romagna, dopo essere state salvate l’anno scorso dai fallimenti societari altrui, quest’anno si trovano di nuovo retrocesse. La formazione pugliese ha pagato una stagione negativa di molti suoi elementi di esperienza e la pessima vena realizzativa della formazione (sette gol in tutto per la coppia Privitera-Riboldi) ed è retrocessa perdendo nello scontro salvezza diretto casalingo contro il Luserna, quindi è artefice della sua sfortuna. Per quanto riguarda invece le romagnole, la formazione giallorossoblu non ha capitalizzato la grandissima stagione di Fabiana Colasuonno e questo è stato il peccato mortale: Pignagnoli e compagne sono uscite sballottate dal cambio di panchina e hanno vinto solo con le altre formazioni retrocesse, ovvero Südtirol e Vittorio Veneto. Davvero troppo poco. Per quanto riguarda il Vittorio Veneto, onore al merito alle “Tose” di Sergio Fattorel che hanno sfiorato la salvezza e hanno messo in mostra grandi talenti (Sara Mella su tutte) mentre dispiace molto per il Südtirol che raramente è stato capace di giocare al livello delle altre squadre, più navigate ed esperte: le ragazze di Paola Leoni hanno pagato a caro prezzo lo scotto del primo anno in Serie A ma siamo convinti che Katja Schroffenegger e compagne sapranno rifarsi il prossimo anno.

Veniamo infine alle formazioni neopromosse: Como dal girone A, Jesina dal B, Cuneo dal C e Chieti dal D. Due di queste quattro regine della serie cadetta non sono nuove a questi palcoscenici (per Como e Cuneo si tratta di un ritorno nella massima serie), mentre Jesina e Chieti saranno al debutto assoluto in Serie A. Di alcune conosciamo il merito (anche se al momento le strade di Antonio Cincotta e del Como si sono divise) e il valore in campo (le gemelle Giada e Giulia Di Camillo del Chieti, vere testimonial del calcio femminile) mentre delle altre abbiamo “solo” sentito parlare bene ed abbiamo visto alcune loro giocatrici in campo con le rispettive nazionali (Emma Guidi, Sofia Luciani e Valeria Monterubbiano della Jesina) o le abbiamo viste in campo lottare fino alla fine in Coppa Italia (il Cuneo di Gianluca Petruzzelli che ha perso ai quarti di finale contro il Mozzanica). A loro va il nostro augurio di un buon campionato e un grande in bocca al lupo per tutte le giovani, che abbiano modo di esprimersi e farsi valere, perchè il movimento ha bisogno di loro.

E ora non ci resta che aspettare tre mesi prima del prossimo fischio d’inizio.
Published by
Stefano Pellone