La furbizia di Cristiano Ronaldo
Se si pensa a Cristiano Ronaldo si pensa a uno dei due giocatori più forti del mondo (se sia più forte lui o Messi non è l’argomento principale di oggi), ma anche al giocatore più fascinoso del mondo, quello più ricercato dagli sponsor — pare che il suo guadagno annuo oscilli tra i 26 e i 30 milioni di euro –, quello più sicuro di sé, quello più completo.
La verità è una sola: Cristiano Ronaldo è sicuramente quello più furbo.
Cristiano Ronaldo negli anni si è costruito un’immagine, un personaggio tale da venir sempre difeso oltremodo dalla stampa, anche in caso di grosse sconfitte e rovinose cadute. Oltremodo rispetto ai suoi “avversari”, ovviamente.
Prendiamo Messi o Ibrahimović. L’argentino, l’altro polo del dualismo per regnare sul “mondo del pallone”, è sempre stato visto come l’erede di Maradona, come colui il quale dovesse necessariamente riportare a vincere qualcosa all’Argentina. Non bastano i cinque Palloni d’Oro e i successi con il Barcellona, no, lui è sempre quello che “in Nazionale non vince mai niente” e che se i blaugrana perdono è il maggior responsabile. È sempre stato restio alle polemiche e poco abile con la stampa, che, quando può, lo attacca ferocemente. Anche su queste pagine, il giorno dopo la finale mondiale contro la Germania del 2014, si parlò della fragilità mentale di Messi, del peso del sentirsi necessariamente il “nuovo Maradona”, del doversi caricare una nazione intera sulle spalle.
Passando allo svedesone ormai ex del PSG, ha sempre mostrato un carattere talmente sicuro di sé e spavaldo — a volte mettendosi alla pari di un dio — che la stampa non ha mai perso occasione di sottolineare ogni sua sconfitta, specie nelle grandi competizioni o nelle partite decisive, quelle in cui i fuoriclasse dovrebbero fare la differenza. A Ibrahimović non è mai interessato avere i favori della stampa, lui ritiene di essere superiore a tutto, figurarsi alla carta stampata. Le critiche e le stroncature che si è preso nel corso della sua carriera sono innumerevoli, ogni sconfitta della sua squadra porta la sua firma.
E Ronaldo? Ronaldo no. Ronaldo è furbo. Più accondiscendente di Messi con la stampa, meno antipatico di Ibrahimović, look da bello e impossibile, icona di tutti i giovani della nuova generazione che sognano di diventare come lui e se chiedete a una donna a cui non interessa il calcio chi sia Cristiano Ronaldo lo saprà. Messa giù così sembra la carriera perfetta di un giocatore perfetto nel corpo di uomo perfetto. Ma ne siamo così sicuri?
La verità è che Cristiano Ronaldo è probabilmente il giocatore più complessato del pianeta: sente la pressione più di Messi e Ibrahimović (ma non lo dà a vedere), rosica quando non vince (e quello sì, si vede), cerca sempre scuse incolpando avversari, compagni, il pubblico, l’allenatore, il vento, la pioggia e le cavallette e, infine, sbaglia, sbaglia clamorosamente. Sbaglia partita, sbaglia gol, sbaglia dribbling, sbaglia passaggi. Basta guardare le prime due partite dell’Europeo in corso.
Cristiano Ronaldo è un uomo fragile che ha avuto la furbizia di crearsi un personaggio forte, in modo da non farsi attaccare troppo dalla stampa, da non prendersi troppe colpe, da non patire eccessivamente la sconfitta. È uno dei due giocatori più forti del mondo, è vero, ma è soprattutto un uomo che vive male il suo rapporto con la competitività.