Editoriali

Vigilia. E niente scherzi

Il Belgio alle spalle, domani la Svezia. L’Italia, in novanta minuti o poco più, è riuscita a capovolgere completamente attese e considerazioni, mutandosi da squadra di scarsoni a incredibile nazionale schiacciasassi. Eh già, sono bastate due reti ai diavoli rossi, caduti a pié pari nel tranello di Conte, per trasformare la nostra nazionale in una squadra addirittura simpatica. Con il Paese che adesso attende la partita di venerdì pomeriggio con ansia, perché quella sarà la classica prova del nove, no? Una vittoria, e si resta tutti sul carro; una sconfitta, e si alzeranno al cielo le dita dell’eh, ma io sotto sotto lo sapevo.

La Svezia, dunque. Squadra tutt’altro che piena di talenti, aggrappata alla classe del divino Ibra. Lui sa come far male a Buffon, lui conosce il nostro calcio, conosce Conte, conosce il modo di intendere il pallone dalle nostre parti. Lui, soprattutto, è uno di quelli capaci di far male da soli, all’improvviso. Calmi, calmi: il ct azzurro ha dimostrato ancora una volta di essere un vero maestro della tattica (questo, davvero, nessuno può negarlo). L’Italia ha saputo organizzarsi e battere il Belgio, tecnicamente più forte (e di molto) di noi. Conte ha studiato l’avversario, ha capito dove colpirlo; sapeva che là, sulla destra, Ciman era una spanna sotto rispetto agli altri, e ha messo in crisi i ragazzi di Wilmots spingendo praticamente sempre da quel lato. Sia con Ciman in campo, sia una volta, quest’ultimo, uscito dal campo, con il Belgio chiamato a difendere a 3 per spingersi in avanti, e con i meccanismi difensivi oramai in bambola, nella ripresa.

Perciò, per questo e per altri tanti motivi che sappiamo a campanella, (ricordatevi la Juventus di qualche anno fa) a livello di preparazione tattica, e anche mentale, possiamo affidarci completamente a Conte, alle sue capacità, al suo modo di lavorare e tenere unito e concentrato il gruppo. Resta il dubbio alla base, sulle scelte fatte, ma tant’è: per adesso, sta avendo ragione lui (e magari, chissà, ce l’avrà pure a Europeo finito, con il discorso Chelsea che ha fatto tanto parlare, nel pre-Euro2016). Un altro dubbio, poi, può nascere valutando la partita in sé: Italia-Svezia non sarà Belgio-Italia, nel senso: i nostri avversari, stavolta, non partiranno favoriti. Perciò, l’approccio degli azzurri dovrà essere diverso rispetto a quello di lunedì sera, quando hanno gettato più polmoni, in campo, che piedi buoni. Stavolta, bisognerà fare la parte di quelli che spingono, fin dall’inizio. O perlomeno, sembra che la cosa debba andare così; poi spetterà a Conte confermare la teoria, o perché no, smentirla ancora una volta.

Infine, la postilla scaramantica: è la storia che ce lo ricorda, alla seconda partita gli azzurri hanno sempre avuto difficoltà, contro qualsiasi avversario (vi ricordate, per esempio, la seconda partita dei mondiali del 2006?). Però, a questo, possiamo tranquillamente pensarci noi, da casa. Su, forza: tirate fuori i cornetti rossi…

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Alex Milone