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Il Gran Premio d’Europa: Baku comincia la sua storia

A 4 anni dall’ultima edizione, disputata a Valencia e vinta da Fernando Alonso su Ferrari, il Gran Premio d’Europa si prepara al rientro nel calendario del Mondiale. Le prove libere di venerdì sanciranno l’apertura ufficiale della gara la cui definizione, fin dal debutto nel 1923, volle indicare un senso di accordo all’interno del Circus unito a un carattere onorifico verso la nazione ospitante. È curioso che quest’anno, per la prima volta nella storia, questa competizione si svolga in Azerbaijan, su un lembo d’Europa lontana, ai confini con il Medio Oriente.

Baku si prepara da quasi due anni a ospitare l’evento. Fu infatti nel 2014 che Bernie Ecclestone, accompagnato dal ministro dello sport locale, presentò il nuovo tracciato alla stampa, indicando nel 2016 la data del suo debutto nel Mondiale. Il progetto, opera di Hermann Tilke, autore di tutti i circuiti di nuova generazione, rappresenta un ambizioso tentativo di sposare l’agonismo della Formula 1 al fascino del panorama circostante. L’autodromo si snoda infatti lungo le strade della città vecchia della capitale, fra lungomare, centro storico fino al Palazzo del Parlamento.

Ex Repubblica sovietica all’interno dell’URSS della “guerra fredda”, l’Azerbaijan ha intrapreso da tempo un percorso di modernizzazione, fondato principalmente sul benessere derivato dal petrolio, di cui è esportatore. La possibilità di ospitare una competizione di Formula 1, a cui si aggiungerà l’organizzazione di Expo 2017, si inserisce in questo cammino verso il rinnovamento, che vede questa nazione, crocevia fra due mondi, impegnata ad armonizzare la sua millenaria tradizione con l’apertura alle nuove istanze.

Il tracciato creato da Tilke sembra racchiudere proprio queste caratteristiche, con un percorso che mescola le curve veloci alternate a lunghi rettilinei, tipici dell’ingegnere tedesco a tratti tortuosi, dovuti alla conformazione del circuito, adattato al percorso cittadino. Al contrario di altre piste, create o rinnovate negli ultimi lustri, la sua struttura dovrebbe permettere i duelli e i sorpassi, favorendo così lo spettacolo. I suoi 6.007 metri, con un rettilineo verso i box di 2,2 km, lo rendono il secondo circuito più lungo del Mondiale, superato solo da Spa-Francorchamps.

Per le scuderie non sarà facile approntare al meglio le vetture poiché, alla mancanza di precedenti su cui fondare gli assetti si somma l’estrema diversità del percorso, che spingerà da una parte a un’aerodinamica in grado di sfruttare la velocità, sommata alla ricerca di stabilità nei tratti cittadini. La Pirelli, interrogata circa la possibile usura dei pneumatici, non ha nascosto la propria preoccupazione, soprattutto in rapporto ai lunghi rettilinei che potrebbero favorire la deformazione delle gomme. Dubbi e interrogativi che domenica, allo spegnersi dei semafori, lasceranno il posto alla curiosità per questo nuovo appuntamento che pare racchiudere tutto l’entusiasmo di una nazione desiderosa di farsi scoprire dal resto del mondo.