Editoriali

La “Francia di Pogba”

Una Francia tutt’altro che superba ha battuto, nella gara inaugurale di Euro 2016, un’ottima Romania.

Avversario ostico, ben messo in campo, con individualità non da poco; al solito la gente – poco abituata a guardare oltre al proprio naso, figurarsi fuori dalla Serie A – di giocatori ne conosceva pochi e quindi ecco la sorpresa: galletti che non travolgono i rumeni, che anzi tengono campo, contesto e partita così bene da rendere sterile gran parte del possesso dei padroni di casa.

In tema di miopia, provincialismo (sciovinismo calcistico?) e poca conoscenza del calcio estero, una piccola provocazione: hanno deluso proprio quelli che giocano da noi.

Nel campionato più difficile del mondo, si dice: Tătărușanu – portiere di Romania e Fiorentina – certo disturbato al momento del gol di Giroud ma non impeccabile; Evra – in difficoltà rispetto agli standard di prestazione torinesi, ieri immagine e somiglianza del fantasma “ammirato” nel suo ultimo semestre a Old Trafford – con un fallo da rigore gratuito, ingenuo, non degno delle sue 72 presenze internazionali; ma soprattutto Pogba, che non è (e non sarà mai, mi perdonino gli amici juventini) Zidane.

Sia perché non ha quelle caratteristiche, sia per una questione di spessore tecnico e di carisma.

Sì, proprio lui, Pogba. L’avevano dipinta – soprattutto entro i nostri confini – come la Francia di Pogba. In parte perché lo è, in parte perché i francesi nostalgici della loro grandeur ripensavano a un torneo organizzato in casa e a un fuoriclasse juventino stella della squadra.

E in parte perché ci s’è dipinto pure lui. Con le sue giocate, o i tentativi di: suola, all’indietro, finezza.

Sempre a cercare il passaggio decisivo, spesso male ieri allo Stade de France: palle perse ed errori, figli della voglia di strafare. O della pressione subita: se davvero vale 120 milioni provi ad assorbire la pressione e a essere sé stesso.

Se ne freghi, giochi come sa: altrimenti la risolve Payet, mal che vada. Un altro che consideriamo poco solo perché non gioca nel campionato più difficile del mondo.

Notizia dell’11 giugno: ci sono anche gli altri. E fanno prestazioni e gol da campionato europeo.

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Matteo Portoghese